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Bologna, il vescovo Zuppi è cittadino onorario

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'Bologna è la cultura che diventa cultura lavoro e intelligenza, accoglienza. Bologna non è una rotonda, ma un luogo d'incontro'


Bologna, il vescovo Zuppi è cittadino onorario
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'Ricevere la cittadinanza onoraria' di Bologna 'non lo sento affatto come un traguardo. Per me è un compito continuare ad impegnarmi con i miei fratelli, per far somigliare sempre più Bologna a quella città che Dio ha progettato per ciascuno di noi. La Vergine di San Luca ci protegga e ci insegni a capire il legame che c'è tra la terra e il cielo. E Dio benedica Bologna'. Sono le parole dell'arcivescovo Matteo Maria Zuppi, che ha ricevuto oggi in Comune a Bologna la cittadinanza onoraria, a fianco del sindaco Matteo Lepore e della presidente del Consiglio comunale Maria Caterina Manca, votata con delibera approvata all'unanimità dal Consiglio comunale.

La sala del Consiglio di Palazzo d'Accursio era piena, per l'occasione c'era anche la sorella del cardinale, Cecilia, e lo stesso Zuppi scrive nel 'librone' delle cittadinanze onorarie a fine cerimonia: 'Grazie per questo 'noi' che mi ha accolto e che è la mia comunità'.

Anche durante il suo discorso nella sala del Consiglio, Zuppi cita spesso 'il noi' e spiega ricordando la storia del patrono: 'Bologna è il mio e il nostro noi, lo ricorda san Petronio. Ha sempre la città tra le mani, ce la presenta affinché nessuno si pensi come un'isola e ci ammonisce di servirla, non di usarla. Petronio la tiene stretta' Bologna, 'ma non la possiede. Perché la ama. Protegge tutti, senza distinzioni, perché sia per tutti, a partire dai più poveri, luogo di accoglienza e di riparo. Questa è sempre stata la forza di Bologna, che ho conosciuto e ho veramente apprezzato'. Rimarca Zuppi: 'Bologna è la cultura che diventa cultura lavoro e intelligenza, accoglienza. Bologna non è una rotonda, ma un luogo d'incontro. Un vero crocevia originale e creativo, che proprio per questo si rigenera completamente e rapidamente.

Non è mai la stessa, ma conserva questi caratteri profondamente perché sono radicati nell'umanesimo che qui viviamo'. Del resto, ricorda il cardinale, 'Bologna ha cambiato nei secoli tante mura e adesso le ha buttate giù, pur conservandone l'identità per non smarrirsi. Perché Bologna voleva crescere. Quando si ha paura si alzano barriere e muri, quando si guarda al futuro si abbattono. La sfida è proprio questa'.

Lepore ha sottolineato la capacità della città di accogliere rinnovandosi: 'Bologna è la città di riferimento della solidarietà e dell'impegno e non poteva che conferire questa cittadinanza onoraria a un suo cittadino, don Matteo, che per noi è molto importante ed è un punto di riferimento, il quale ci permette di tenere accesa la lanterna davanti- è la metafora del sindaco- senza lasciare indietro nessuno. Le collaborazioni che abbiamo portato avanti in questi anni' con Zuppi 'e il senso di comunità che abbiamo hanno portato il Consiglio comunale a votare all'unanimità l'assegnazione della cittadinanza onoraria' al cardinale. Lepore ha citato poi 'la lettera aperta' alla Costituzione italiana di Zuppi, 'che- continua il primo cittadino- sostiene punti programmatici decisivi per lo sviluppo del nostro paese, tra cui il lavoro, la democrazia, la scuola, la salute. Bologna come 'ascensore sociale' è intesa come la città che aiuta le persone a crescere, ad avere la possibilità di un lavoro dignitoso'.
'Bologna è un esempio nel nostro paese di questo: una terra cercata da tanti come luogo di opportunità, che grazie ai suoi servizi e alla sua sanità riesce a tenere insieme la coesione sociale. È una conferma di quello che abbiamo visto anche recentemente'.

Redazione Pressa
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