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Senza punti fermi sull'avvio dell'anno scolastico è difficile programmare. In Seta si fanno simulazioni su possibili scenari, ma ad oggi non c'è chiarezza nemmeno sulla percentuale di posti consentiti a sedere sui bus urbani, mentre sull'extraurbano rimane l'incognita dei posti in piedi.
In Seta, gestore del servizio di trasporto pubblico locale, sono giorni febbrili, in attesa che la politica di governo nazionale e regionale decida le modalità dell'avvio dell'anno scolastico. Che con punti fermi su obbligo di distanziamento sui mezzi, eventuali accordi su ingressi ed uscite scaglionate nei vari istituti e numero di studenti (alcuni istituti e per alcune classi, hanno già optato per alternare la didattica a distanza alle lezioni in presenza), consentirebbe almeno di simulare uno scenario realistico sul 14 settembre.
E' chiaro a tutti che l'incremento di 170 mezzi calcolato per garantire il servizio in sicurezza nell'ipotesi di un utilizzo al 50% dei posti disponibili, rappresenta un obiettivo difficilmente realizzabile.
Non soltanto in termini assoluti. 'Significherebbe attivare giornate di servizio di decine di autisti per concentrarli in fasce orarie limitatissime'. Ciò fa intendere Seta, sarebbe anti-economico. Che è un po' lo stesso discorso che arriva dalle scuole, poco disponibili a scaglionare ingressi ed uscite nel corso della giornata (proposta caldeggiata molto dal Presidente della Provincia Giandomenico Tomei), fattore che aumenterebbe esponenzialmente i costi sul personale scolastico.
Per questo trovare un punto di incontro nella traduzione pratica per la gestione del trasporto pubblico con l'ipotesi di riapertura totale il 14 settembre rimarrebbe la via maestra. Anche perché imporre oggi la didattica a distanza, anche differenziata e parziale, per il governo significherebbe rinnegare e smentire impegni e proclami fatti nelle ultime settimane
La possibilità di ricorrere agli operatori privati, come Saca (che già gestisce il servizio sostitutivo di corse programmate su gomma della tratta ferroviaria Modena-Sassuolo) rimane tra le più accreditate.
Operatori che dopo il lungo periodo di stop dell'attività per un lockdowon che in parte per loro è proseguito in maniera indotta dal distanziamento fisico che rende anti-economia anche un gita fuori città, potrebbero avere, nella gestione di questo servizio per gli studenti una boccata di ossigeno. I mezzi dei privati andrebbero tutti omologati per il trasporto pubblico, cosa diversa da quello passeggeri turistico, ma questo rappresenterebbe un 'problema' superabile. Sulla spesa per costi del servizio esterno Seta riceverebbe un contributo previsto dalla Regione (che sulla politica del trasporto locale ha competenza esclusiva), per la gestione di quella che per il trasporto pubblico scolastico rimane appunto, a tutti gli effetti, una emergenza.
Ma anche in questo caso garantire la copertura di 170 mezzi in più sarebbe comunque difficile, se non impossibile. L'avvicinamento ad una possibile soluzione in questo senso potrebbe arrivare, insieme appunto al ricorso alla gestione delle corse in più ai privati, ad innalzamento della percentuale dei posti disponibili sui singoli mezzi. Magari all'80% che sarebbe già ipotizzato dal Presidente della Regione Bonaccini. Chiamato in queste ore a rappresentare non solo l'Emilia-Romagna ma, come Presidente, 'le regioni' italiane nella conferenza Stato Regioni. Un altro punto su cui, ad oggi, non c'è accordo, nemmeno differenziato per regione.
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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