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Cara Gabanelli, come può, proprio lei, difendere la Bretella?

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In questo territorio i giovani vanno all'estero non perché non viene fatta la Bretella, ma perché non esiste l'applicazione della meritocrazia


Cara Gabanelli, come può, proprio lei, difendere la Bretella?
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Cara dottoressa Gabanelli, avendo letto, per caso, la lettera di risposta di pochi giorni fa, che Lei ha scritto al comitato No Bretella con il quale per oltre un anno come Isde e Medicina democratica ho collaborato, pur non facendo più parte di questo comitato, non sono riuscito a soprassedere dal risponderle, proprio per l’amore che ho per la terra e l’ambiente e che cerco di proteggere da chi invece si muove con tecnica di guerriglia che ormai conosco bene, utilizzando i media al momento giusto e con le persone giuste. Sarà un caso ma proprio una settimana fa è stata depositato il progetto esecutivo della Bretella presso i Comuni interessati, progetto che era sconosciuto anche ai sindaci e alla cittadinanza, quindi il suo intervento e il deposito del progetto esecutivo sono contemporanei.

Il progetto non ha 20 anni come lei afferma ma 30, 10 sono relativi al pensiero (accoppiato anche al proseguimento fino a Pistoia, escluso dal PRIT 2025 della RER, ma che non muore mai). Il nomignolo Bretella del resto è inappropriato in quanto congiunge, non due assi autostradali ma un asse A con un asse E, dopo la E abbiamo la F, la carrata di campagna), ed è stato regalato dagli industriali della Ceramica ad ANAS nel 2000, proprio in quegli anni, 2001, la Regione ER aveva 41 miliardi di lire per bonificare 22 siti inquinati, richiesti al ministero dell’Ambiente, ma di cui la Regione si dimenticò di citarne la localizzazione e la presenza nella delibera regionale del 2003 che avallava la progettazione dell’asse Bretella a supporto della relazione di VIA, ma se ne ricordò invece con il Tavolo Inquinanti del 2012.

In pratica l’allora SIN Scandiano Sassuolo non è comparso nel progetto, e la cosa forse pare strana, visto che la VIA e le prescrizioni non tennero conto nel CIPE, del maggiore sito di escavazione ghiaia e del SIN, allora, ratificato in SIR nel 2012, con la comparsa magicamente dei siti a lato fiume e delle analisi sulle uova in tre allevamenti rurali, analisi e progettualità che lasciano perplessi.

Dato che lei nella sua lettera di risposta cita la realizzazione mancata di una autostrada, è certamente al corrente che se una autostrada non viene realizzata in 30 anni, non è detto che altre strade non vengano ad essere modificate o realizzate. In questo modo nasce una strada parallela, classe B a 2,9 km con identiche funzioni ma gratuita, e visto che in 20 anni i metri quadrati prodotti di piastrelle si sono dimezzati e la Regione certifica oggi che il movimento merci per il 70% avviene est-ovest, comprende che tale asse ha poca giustificazione con una Europa che ribadisce il concetto, basta gomme per le merci, usate le rotaie e nessun finanziamento (forse non sa che il consumo di suolo è del 36% contro un 4% di media Europea, che l’aria è cancerogena ed è la peggiore in Italia). I mezzi che andranno a sfociare dalla Bretella sulla 569/467, asse C/E nelle ore 7-9 e 17-19 saranno inseriti un asse già saturo al 85% (fonte RER).

Dalla Gabanelli vecchia maniera, mi permetta, ci saremmo aspettati invece una domanda tipo: “ma vi sembra possibile realizzare una autostrada a lato fiume dopo 30 anni di modifiche alla viabilità in un contesto che è ritenuto tra i maggiori inquinati in Europa?”. E ancora: “Come si raccorderà una strada classe A con un contesto che doveva essere B ed invece ora è E, quando l’Europa dice basta gomma, usate le rotaie, basta fondi FESR e FSC? Ma provate ad immaginare una autostrada realizzata con i piloni dentro la zona di esondazione in mezzo all’acqua, e cosa dice lo Snac, “non impermeabilizzare” è possibile impermeabilizzare a lato del Secchia con la situazione ambientale che l’intero mondo si appresta ad affrontare?”

Ma certamente non è al corrente che nel corso dei 30 anni, la Regione ha programmato il raccordo tra asse A, autostrada e asse B, Pedemontana, con PRIT 1998 e delibere seguenti, ma poi con le varie deroghe comunali l’asse B 569/467 è diventato C, da due corsie per senso di marcia ad una, senza spartitraffico, e che ora con il traffico e la vicinanza di case e fabbricati è diventato E, interquartierale, in pratica tutto il contesto è mutato meno la Bretella.

Nello stesso tempo l’Europa nel 2009 in merito alla sicurezza stradale produce una direttiva la 35/2011 sulla sicurezza stradale che entra a scaglioni nella progettazione delle strade, che l’Italia recepisce ma che la RER dichiara nel PRIT 2025 di usare a scopo di principio. E le dico questo perchè nel 2017 la RER con 378 morti sulle strade e 23500 feriti era al vertice in Europa ed in Italia, per sinistri e decessi, al pari della Bulgaria, (85 morti per milione abitanti) violando tutti gli obiettivi della UE in merito, Lombardia e Veneto hanno la metà di sinistri e morti. Quella direttiva 35/2011 ha al suo interno anche la VISS, che è la valutazione sull’impatto sicurezza stradale, che significa mettere in congiunzione strade con grande diversità gerarchica (A con E) può favorire i sinistri e non si può delegare alla cartellonistica la sicurezza stradale (cardine del 35/2011), quindi si vuole agire preventivamente al fine di ridurre i sinistri stradali ed i morti. Le pare che sia “pragmatico” fare finta di nulla in merito a questo e realizzare un asse autostradale a fondo cieco (non collega altre autostrade) che quando sarà finito sfocerà su un asse E con 5 rotonde in 3 km inframezzate da un passaggio a livello a sbarre ed un asse 569 che diventa sempre più pericoloso e saturo?

Ma la concezione che lei ha dell’ambiente ora penso sia diversa da quella di 30 anni fa, almeno per il percepito come rischio, questo lo può confermare (420 ppm Co2) e dato che i disastri sono all’ordine del giorno l’Europa a tal fine ha prodotto lo SNAC , strategie nazionali adattamenti climatici, in cui quest’opera proprio non rientra per nulla in quanto impermeabilizza oltre 16 km a lato fiume (Secchia) tagliando due oasi naturalistiche, Colombarone e Secchia tutelate dalla UE, in area alluvionale, e che la stessa Regione identifica con tre cartine come aree di probabile, poco probabile o quasi nullo pericolo alluvionale. Nello stesso tempo transita l’asse sui punti di captazione delle falde acquifere, in zona di ricarica diretta delle falde, in pratica il bacino idrico più importante di Modena che dà l’acqua a tutta la città. Anche questo SNAC è relegato come atto di indirizzo, in un cassetto od usato utilmente per fare copia incolla di frasi accattivanti, eliminando le parole sconvenienti (antropizzare) dalla stessa Regione ER.

Che poi alla conclusione del suo “dataroom” lei affermi ”ora si comprende perché i giovani vanno all’estero” lascia sbigottiti, se associato anche al ricatto occupazionale ventilato, ed in questa terra abbiamo già preso molto di più di quello che si poteva prendere (dati mortalità Covid, Università di Modena, UNIMORE di pochi mesi fa, mortalità distretto ceramico superiore al 25% della media quinquennio ultimi 5 anni provincia di Modena, mortalità covid NON distretto ceramico +15%, le ipotesi avanzate potrebbero essere le patologie pregresse). In questo territorio i giovani vanno all’estero non perché non viene fatta la Bretella, ma perché non esiste l’applicazione della meritocrazia, ma quella dell’appartenenza (mia figlia è all’estero).

Di tutto questo e tanto altro ISDE e Medicina Democratica insieme al comitato no Bretella e a tutte le associazioni che hanno aderito, ha scritto in Europa sia sotto forma di Petizione che come Denuncia, siamo in attesa della risposta alle denunce, non ci aspettiamo grandi risposte in quanto i poteri della UE sono limitati, e si risolvono spesso con un “è giusto quanto affermate ma rivolgetevi al vostro potere giudiziario-amministrativo”.

Fa parte dei nostri obiettivi come associazione di medici ISDE e come Medicina Democratica, mettere tutte le nostre energie per tutelare un ambiente che ormai è stato usato solo per produrre profitto, senza quel pragmatismo che Lei afferma essere il cardine del suo agire, e per questo noi ci batteremo sempre utilizzando una cosa preziosa: “la conoscenza”.

Oggi ho potuto appurare che lei risponde, allora era forse il 2014, non rispose ad ISDE e MD, quando portò l’ingegner Colla di Parma con i suoi coogeneratori a rifiuti di grassi cat 1 nella sua trasmissione Report, cercando di dimostrare che la burocrazia (Provincia di Parma), impediva alla “valida” imprenditoria emergente, di realizzare energia alternativa con le buone pratiche senza la postcombustione (abbattimento delle diossine) richiesta dalle normative sanitarie UE / reg 592/2014. Non riuscii mai a comprendere perché non rispose, nonostante il lavoro che potrei dire “scientifico” che allora facemmo in merito e che pubblicammo sulla rivista di Medicina Democratica.
Concludo solo ricordando che impermeabilizzare 15 km e oltre di lato fiume, il più importante di Modena, forse 30 anni fa era visto come possibile, oggi, alla luce degli eventi con i quali i vostri media raggiungono gli ascolti, non è più realizzabile, come afferma la stessa Europa: alla Regione ER finanziamo la mobilità sostenibile (treni e tutto quello che non è gomma).
Ringraziando per l’attenzione sono disponibile a qualsiasi chiarimento in merito.

Dott. Monfredini Roberto Medico Veterinario - Comitato Scientifico Nazionale di ISDE - Direttivo Nazionale di Medicina Democratica

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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