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Sui quotidiani locali negli ultimi giorni sono apparse notizie che mi hanno fatto pensare che da questa pandemia non abbiamo imparato nulla. Fa riflettere la lettera dell'utente che si è recato alla Farmacia del Policlinico e che per accedervi e per recarsi fuori dai locali del nosocomio, non abbia trovato un percorso preferenziale ma è stato costretto a percorrere corridoi affollati e addirittura l'atrio principale. E ancroa, la notizia che al reparto di Medicina Interna del Policlinico tre pazienti ultrasettantenni sono risultati positivi al Covid (qui). Uno dei quali proveniva dal PS dove era risultato negativo al tampone, Ergo: il Covid lo ha contratto all'interno del reparto. E ciò fa riflettere perchè se è vero che i protocolli sono rigidissimi, se è vero che la presenza dei visitatori è contingentata e controllata, allora non si capisce come è stato possibile che all'interno di un reparto un degente possa essersi infettato.
'Caro Bonaccini, ora che la scalata al Pd è fallita pensa alla sanità'

'Che ne dice di andare a vedere cosa succede al Policlinico di Modena? E magari chiedere scusa ai degenti che si sono positivizzati a Medicina Interna?'
Sui quotidiani locali negli ultimi giorni sono apparse notizie che mi hanno fatto pensare che da questa pandemia non abbiamo imparato nulla. Fa riflettere la lettera dell'utente che si è recato alla Farmacia del Policlinico e che per accedervi e per recarsi fuori dai locali del nosocomio, non abbia trovato un percorso preferenziale ma è stato costretto a percorrere corridoi affollati e addirittura l'atrio principale. E ancroa, la notizia che al reparto di Medicina Interna del Policlinico tre pazienti ultrasettantenni sono risultati positivi al Covid (qui). Uno dei quali proveniva dal PS dove era risultato negativo al tampone, Ergo: il Covid lo ha contratto all'interno del reparto. E ciò fa riflettere perchè se è vero che i protocolli sono rigidissimi, se è vero che la presenza dei visitatori è contingentata e controllata, allora non si capisce come è stato possibile che all'interno di un reparto un degente possa essersi infettato.
Qualcosa non funziona. E personalmente fa sorridere sapere che 'dopo' sono stati effettuati tamponi a tutti i degenti e al personale. E' come chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati. Questa non è 'prevenzione' questa è una toppa sul buco (e come tradizione popolare insegna, la toppa è peggio del buco!). Ancora: sempre al Policlinico la notizia che il macchinario per la radioterapia (per intenderci quella che dovrebbe fare per esempio una donna operata di cancro al seno) si rompe così spesso che non rende possibile una terapia adeguata e continuativa a chi ne ha bisogno. Bonaccini gira la regione per ringraziare i sanitari (qui) che hanno prestato e ancora prestano la loro abnegazione per affrontare il Covid, taglia nastri a un reparto tutto nuovo di terapia intensiva a Baggiovara (costruito alla velocità della luce) e alla nuova Casa della Salute (che per altro sorge in una zona ad alto degrado), si vanta non di avere dato possibilità alla sanità privata di affiancare quella pubblica nella sua regione, e invoca i soldi del MES (“Per il Mes farei saltare l’alleanza con i 5 Stelle”, cit.) da adoperare solo per la sanità. Quella sanità emiliana romagnola che si vanta di essere d'eccellenza.
Caro Presidente, ora che la partita elettorale è finita, ora che ha realizzato che non potrà prendere il posto di Zingaretti, che ne dice di andare a vedere cosa succede al Policlinico di Modena? E magari chiedere scusa ai degenti che si sono positivizzati a Medicina Interna e, soprattutto, chiedere scusa a quella donna che, dopo intervento chirurgico per un tumore al seno, non può seguire con continuità la radioterapia.
Anna Beatrice Borrelli

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