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Sanità Appennino, per garantire i servizi anche l'ospedale virtuale

Sanità Appennino, per garantire i servizi anche l'ospedale virtuale

Nel pieno del dibattito post cancellazione del Medico di Emergenza Territoriale, Provincia a confronto con sindaci e aziende sanitarie per riflettere su nuovi modelli


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Attivazione degli ambulatori delle urgenze a bassa complessità e dei team assistenziali di prossimità, flessibili e multiprofessionali, capaci di operare anche in contesti remoti grazie a unità mobili e strumenti digitali; introduzione della telemedicina e del Virtual Hospital, per garantire continuità assistenziale e ridurre gli spostamenti verso i centri specialistici; consolidamento della rete dell’emergenza territoriale, con copertura H24 e integrazione tra professionisti sanitari e volontariato; l’adozione dell’approccio One Health, che valorizza la relazione tra salute umana, animale e ambientale, in collaborazione con scuole, centri per le famiglie, e anche con l’Ente Parchi Emilia Centrale; il coinvolgimento della comunità, attraverso iniziative come gli “Agenti di prossimità” e la prescrizione sociale; la nascita della Scuola della Salute della Montagna, spazio formativo e di ricerca permanente in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia.Sono le sei linee progettuali emerse oggi, 5 settembre, dall’incontro promosso dal Presidente della Provincia Fabio Braglia a cui hanno aderito le Aziende sanitarie modenesi, i Sindaci dei Comuni montani dei distretti di Pavullo, Sassuolo e Vignola, l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e i rappresentanti dei cittadini dei Comitati Consultivi Misti.'L’appuntamento - si legge nel resoconto della Provincia - ha rappresentato un primo momento di confronto
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e condivisione sul progetto “Salute e Aree Interne”, un’iniziativa strategica che mira a rafforzare l’assistenza sanitaria e sociale nei territori della fascia appenninica della provincia'L'obiettivo dichiarato anche nel recente incontro pubblico a Sestola, di mettere intorno al tavolo le realtà di governo, sociali e sanitarie della montagna modenese e della fascia pedemontana, è quello di superare con nuovi modello organizzativi e territoriali le gravi e sempre più evidenti carenze di cui soffre il territorio. Al centro di recente del dibattito derivante dalla cancellazione del Medico di emergenza territoriale che prestavano servizio in emergenza a costituire l'equipe medico infermieristica in caso di emergenze con codici rossi. Sul fronte dell'emergenza territoriale la prospettiva ormai chiara e sulla quale non pare l'Ausl intenda fare passo indietro, pare a tutti gli effetti quella di garantire una copertura H24 con il mezzo avanzato composto dall'infermiere specializzato, senza medico nell'immediato, ed in arrivo se necessario dai presidi di area (Pavullo per l'alta montagna). Un modello che sposta sempre più il baricentro su personale infermieristico specializzato e volontariato.Tra gli obiettivi del nuovo modello su cui è iniziato il confronto anche l’individuazione di nuove progettualità per attrarre finanziamenti da indirizzare al potenziamento dei servizi socio-sanitari e al miglioramento
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del benessere del personale che lavora sul territorio, rendendo più attrattivi questi territori per il professionisti sanitari e sociali.'I direttori generali delle Aziende sanitarie - riferisce la Provincia - si impegnano ad organizzare, con la Provincia di Modena, ulteriori incontri di approfondimento con gli amministratori locali su punti specifici del progetto.
Il presidente della Provincia di Modena Fabio Braglia ha sottolineato come 'si tratti di un progetto importante che rappresenta un modello innovativo di cura nelle aree interne montane, che tiene presente le peculiarità del territorio e delle difficoltà di persone e famiglie che vivono in queste aree periferiche'.'L’incontro - conclude la Provincia - ha permesso di raccogliere osservazioni e proposte da parte dei Sindaci, con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente un progetto che ha posto al centro l’equità di accesso ai servizi, la valorizzazione delle competenze professionali e la costruzione di una rete di salute capace di rispondere alle specificità dei territori montani.Le Aziende sanitarie hanno ribadito il proprio impegno nel promuovere soluzioni sostenibili e innovative, anche attraverso l’attivazione di risorse regionali, nazionali ed europee, per incentivare i professionisti a operare in montagna e per sostenere le comunità locali'.
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Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consigliere Corecom (C...   

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