Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Ammontano a 65 Ordini del Giorno, 33 interrogazioni e 34 interpellanze le istanze trattate nel corso delle 33 sedute del Consiglio Comunale di Modena tenutesi nel 2020. Un lavoro, quello di aula, anticipato da quello delle commissioni, che nonostante la lunga pausa estiva non ha conosciuto sosta rispetto nella normale serie di sedute settimanali, nonostante lo stravolgimento imposto dal Covid, con l'alto numero di sedute anche completamente a distanza, o, come nell'ultima parte dell'anno, in modalità mista.
In parte in presenza ed in parte a distanza. Svolgimento non senza difficoltà tecniche che hanno portato il Comune a sostituire l'impianto di gestione tecnologica di trasmissione in streaming e di registrazione delle sedute che alla prova delle sedute a distanza si era mostrato totalmente inadeguato. Un lavoro che ha interessato in modo trasversale tutti i gruppi consiliari, sia di maggioranza che di opposizione.
Con gli Ordini del Giorno distribuiti in maniera omogenea, con interrogazioni e atti ispettivi, presentati, come scontato, soprattutto da parte dell'opposizione. Elemento naturale, visto il ruolo anche di controllo e garanzia, oltre che di stimolo, svolto dall'opposizione nei confronti dell'apparato di governo.
All'interno degli otto singoli gruppi consiliari, al netto delle differenze numeriche dei consiglieri e del fatto che molti atti sono stati presentati con la firma di tutti o quasi i componenti dei gruppi stessi (eccezione fatta per i monogruppi, come Popolo della Famiglia, Forza Italia, Verdi e Modena Civica), il primato di attività (istanze presentate), per singoli consiglieri, spetta, nel centro-destra, al capogruppo di Forza Italia Piergiulio Giacobazzi che nel 2020 ha presentato 41 istanze. A ruota, con 39 istanze, il consigliere di un altro monogruppo, Elisa Rossini, di Fratelli d'Italia-Popolo della Famiglia.
Segue a brevissima distanza, il consigliere del gruppo Lega, Alberto Bosi, con 38 istanze presentate nel 2020. Decisamente suo il primato nel numericamente nutrito gruppo Lega dove tra i 7 consiglieri, tra cui il candidato a sindaco sconfitto Prampolini, che ha assunto il ruolo di vicepresidente del Consiglio, seguono i 27 atti presentati dal consigliere Luigia Santoro, seguita dai 4 consiglieri a 21 atti presenti Baldini, Bertoldi, De Maio e Moretti.
Sempre dal fronte dell'opposizione ma fuori dal centro destra, il gruppo del Movimento 5 Stelle, composto da tre consiglieri tra i quali spicca per numero di istanze presentate il Capogruppo Giovanni Silingardi, con 46 istanze, poche di più rispetto ai colleghi consiglieri di banco Andrea Giordani ed Enrica Manenti, a 43.
Anche nella coalizione di centro sinistra il primato delle istanze presentate va ad un altro consigliere di monogruppo: si tratta di Katia Parisi di Modena Civica, con 39 istanze presentate. In termini assoluti seguita dalle 38 della consigliera Camilla Scarpa del gruppo Sinistra per Modena. Seguita a sua colta a breve distanza, all'interno del medesimo gruppo, dai consiglieri Stella e Trianni, con 36 istanze presentate. Stesso numero di quelle presentate dall'unico consigliere del gruppo Verdi, Paola Aime. All'interno del numeroso gruppo di maggioranza di governo, il PD, con 15 consiglieri, spicca il capogruppo Antonio Carpentieri, con 33 istanze, seguito dalle 28 della consigliera Venturelli e dalle 25 del consigliere Reggiani. A zero, per il suo ruolo formalmente 'super-partes' di Presidente del Consiglio, il saldo atti presentato dal Consigliere Marco Poggi
Gi.Ga.