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Emendamento Ddl Zan, fermiamoci almeno sulla 'transizione' dei bimbi

Emendamento Ddl Zan, fermiamoci almeno sulla 'transizione' dei bimbi

L'identità di genere, per come l'ha voluta definire Zan nel primo articolo del suo DDL, è un'aberrazione logica, giuridica e sociale


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Renzi e Salvini sembrano avere ottime ragioni tecniche - oltre che politiche - per chiedere di emendare il DDL Zan. Manchevole almeno in due passaggi cardine: l’introduzione dell’identità di genere e del reato d’opinione.

Perché al di là degli aspetti politici e ideologici, l’identità di genere, per come l’ha voluta definire Zan nel primo articolo del suo DDL, è un’aberrazione logica, giuridica e sociale. Nel DDL si definisce come “sesso” quello biologico alla nascita; come “genere” quello effettivo; come “identità di genere” quella percepita, a prescindere dal sesso biologico e dal genere effettivo. E indipendentemente da percorsi di transizione ancora in essere.

Tema molto complesso per metterlo così, di punto in bianco, in una legge. E tema che ha risvegliato più di una coscienza, anche a sinistra: ci sono i pentimenti postumi di Stefano Fassina di LeU; e ci sono le lamentele della presidente di Arcilesbica, Cristina Gramolini, che su Repubblica pone la questione in termini di possibili medaglie atletiche o quote rosa accaparrate da uomini autodefinitisi donna. Ma se l’esperienza dei paesi anglosassoni insegna che dopo pochi anni questi problemi vengono superati da leggi e regolamenti ad hoc, è ben più rilevante la possibile aberrazione giuridica: perché chiunque potrebbe essere assurdamente
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sottoposto a procedimenti penali, o vedersi aggravata la pena, in base a caratteristiche della vittima non note anagraficamente o visibili esteriormente, ma presenti solo nella testa di chi si “percepisca” diverso dal suo sesso o genere e lo dichiari a posteriori.

Allo stesso modo, il reato d’opinione introdotto surrettiziamente nel quarto articolo del DDL è quello di chi – ferma restando la libera manifestazione del pensiero e delle idee - esprima però opinioni o conduca azioni idonee a determinare il concreto pericolo di atti discriminatori. Ringraziamo Zan per averci ricordato che la Costituzione ci dà libertà di espressione. Ma gli chiediamo: il prete che dal pulpito condanni i matrimoni gay o il politico che s’opponga alle adozioni gay, starebbero commettendo o incitando a commettere atti discriminatori? E sarebbero punibili penalmente o quantomeno suscettibili di denuncia e processo?

Ok, in tutti i casi descritti difficilmente si arriverebbe a delle condanne. Ma come si sa in Italia il processo è già la pena, per durata, costi e immagine.

Comunque, tornando alla politica, la legge difficilmente passerà. Anche perché lo stesso Zan - forse perdendo la testa per la pressione - sta manifestando le vere ragioni sottostanti.
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Fra di esse c'è il volere agevolare la transizione dei bambini: e qui crediamo sia opportuno fermarsi tutti a riflettere veramente a fondo.

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Dietro allo pseudonimo Magath un noto personaggio modenese che racconterà una Modena senza filtri. La responsabilità di quanto pubblicato da Magath ricade solo sul direttore della testata.  Ci sono...   

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