Articoli Politica

Aimag in Hera non si può fare: Corte dei Conti boccia sindaci Pd-Lega-Fdi, si salvano solo Borghi e Venturini

Aimag in Hera non si può fare: Corte dei Conti boccia sindaci Pd-Lega-Fdi, si salvano solo Borghi e Venturini

'L'operazione favorirebbe il contrapposto fine di lucro del Socio privato, in un contesto di illegittimità e di deviazione rispetto a quanto disposto dal Tusp'


4 minuti di lettura

Spazio ADV dedicata a APP LA PRESSA
Spazio ADV dedicata a Mivebo
La delibera della Corte dei Conti che demolisce l'accordo che avrebbe di cessione del controllo di Aimag ad Hera è una bocciatura clamorosa per i 12 sindaci del carpigiano e della Bassa che avevano voluto a tutti i costi proseguire su questa strada. Perdono sindaci Pd (Riccardo Righi su tutti) e sindaci di centrodestra (Letizia Budri e Michele Goldoni) che si erano spesi anima e corpo nel progetto con tanto di pareri chiesti a tecnici esterni per decine di migliaia di euro, perdono i partiti locali, incapaci di avere una linea chiara ma proni ad accettare il patto a seconda che si trovassero in maggioranza o in opposizione. Perdono enti come la Fondazione Cassa di Mirandola, che col suo presidente Francesco Vincenzi aveva repentinamente cambiato idea sul tema. Perdono la segreteria provinciale Pd e quel che resta della segreteria provinciale Lega e di Fdi. Vincono solo i due sindaci (uno di centrosinistra, l'altro di centrodestra) che avevano trovato il coraggio di dire no: Sauro Borghi di San Prospero e Stefano Venturini di Cavezzo, oltre a qualche solitario consigliere che si è ribellato ai diktat di partito (Paolo Negro a Concordia su tutti).

Cosa dice la delibera

La Corte dei Conti scardina dalle
Spazio ADV dedicata a Paolo Ventura
basi il patto pensato dall'asse Budri-Righi.
Ecco i principali punti contestati, qui il documento integrale.
'Le motivazioni addotte appaiono insufficienti a giustificare la scelta, in quanto manca l’esplicitazione delle ragioni per le quali Hera spa sarebbe l’unico soggetto con il quale realizzare l’operazione stessa e del perché le finalità istituzionali possano essere raggiunte, nella prospettiva del socio pubblico, esclusivamente mediante tale complessa operazione e non con altre 30 soluzioni alternative. In assenza, dunque, di una reale valutazione comparativa che illustri la necessità della scelta rispetto a soluzioni alternative, vi è, in radice, l’impossibilità di comparare la convenienza economica, oltre che le finalità, rispetto ad alternative che non sono state considerate' - scrive la Corte dei Conti. E ancora: 'Il principio della concorrenza sostanziale risulterebbe vulnerato da operazioni che comportino un consolidamento del ruolo del socio privato in assenza di un confronto sostanziale. Inoltre, l’assenza di un confronto concorrenziale, escludendo la valutazione di offerte potenzialmente più vantaggiose, oltre che possibili contenziosi con altri operatori economici, potrebbe far emergere profili di responsabilità amministrativo-contabile'.
'Occorre rilevare che l’operazione introduce una ridefinizione della governance e, quindi, del controllo della Società, attribuendolo al socio privato Hera spa tramite l’attribuzione di rilevanti poteri gestionali, tra cui la facoltà di nominare l’Amministratore delegato e altri ruoli esecutivi, in un Consiglio d’amministrazione a composizione non paritetica.
Spazio ADV dedicata a Società Dolce: fare insieme
L’operazione, quindi, ha ad oggetto un intervento che incide non solo sull’assetto proprietario, permettendo a Hera di consolidare la partecipazione, ma anche e soprattutto sull’equilibrio tra soggetti pubblici e privati, tanto da modificare il controllo, ora in mano pubblica, facendo diventare così Aimag soggetta a direzione e coordinamento di Hera - ricorda la Corte dei Conti -. Pur non sussistendo evidenza nel diritto positivo dell’obbligo, in capo ai soci pubblici, di formalizzare una situazione di controllo analogo congiunto, va rammentato al riguardo che esiste pur sempre un dovere generale di trasparenza finalizzato a sostenere la partecipazione dei cittadini alle “cose pubbliche” e favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche. Il nuovo statuto societario prevederebbe che l’organo amministrativo sia composto di otto membri ed i meccanismi di voto garantiscano ai Soci Pubblici di designarne quattro - tra cui saranno individuati il Presidente e Vicepresidente - mentre HERA nominerà gli altri quattro componenti, tra cui sarà individuato l’Amministratore Delegato. All’Amministratore delegato sarebbero conferite ampie deleghe gestionali e operative e - su tematiche rilevanti in caso di mancato raggiungimento della maggioranza in sede di prima votazione - allo stesso Amministratore delegato sarebbe attribuito il cd.
Spazio ADV dedicata a APP LA PRESSA
casting vote in una successiva deliberazione, al fine di risolvere eventuali situazioni di stallo decisionale. Dalle nuove disposizioni introdotte nello Statuto di Aimag, in cui la composizione del Consiglio di Amministrazione, unitamente al meccanismo del casting vote ed il potere di nomina dell’Amministratore delegato, dimostrano in modo inequivocabile come la governance societaria sia attribuita al Socio privato, vale a dire Hera. L’operazione prospettata dal Comune produrrebbe, in definitiva, l’effetto di cedere la direzione e la gestione di una Società a controllo pubblico ad un soggetto privato. In buona sostanza, a fronte dell’impiego di risorse della collettività, i soci pubblici rinunzierebbero a quei poteri gestionali e di controllo tali da assicurare il perseguimento del fine pubblico di cura degli interessi delle comunità amministrate, per favorire il contrapposto fine di lucro del Socio privato, in un contesto di illegittimità e di deviazione rispetto a quanto espressamente disposto dal Tusp e a quanto chiarito dalla riferita giurisprudenza della Corte dei conti'.
g.leo.
Foto dell'autore

Direttore responsabile della Pressa.it.
Nato a Pavullo nel 1980, ha collaborato alla Gazzetta di Modena e lavorato al Resto del Carlino nelle redazioni di Modena e Rimini. E' stato vicedirettore...   

La Pressa
Logo LaPressa.it

Da anni Lapressa.it offre una informazione indipendente ai lettori, senza nessun finanziamento pubblico. La pubblicità copre parte dei costi, ma non basta. Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci segue di concederci un contributo. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, è fondamentale.

Articoli Correlati