Emergenza neve, Galloni (Fdi): 'Investire su tecnologia'

'Cannoni sparaneve hi-tech che consumino meno energie e producano più neve, anche e soprattutto a temperature più elevate'


«Ammortizzatori sociali e ristori per le aziende indispensabili per superare questo momento di crisi ma anche ripensamento di un modello “nuovo”. Oggi la gran parte dei finanziamenti passa attraverso il canale europeo e occorre, dunque, saper progettare un turismo che guardi avanti: tamponare le perdite è fondamentale per le famiglie che vivono di lavoro connesso agli sport invernali ma ancora più importante è agire ora con lo sguardo ai prossimi anni, se non addirittura al prossimo decennio. Non con idee assurde come paventato dal M5S regionale, ossia dedicare le piste allo sci d’erba, col quale non sopravviverebbe nemmeno un esercente. Ne quello di ricorrere ai fondi del PNRR per coprire di neveplast le piste, che avrebbe un terribile impatto ambientale e un costo spropositato».
Nel dettaglio cosa occorrerebbe?
«Occorre investire sulla tecnologia: cannoni sparaneve hi-tech che consumino meno energie e producano più neve, anche e soprattutto a temperature più elevate.
Potenziamento dell’innevamento artificiale dunque, ma anche e soprattutto fondi per la costruzione di nuovi bacini idrici in quota: un aiuto consistente contro la siccità estiva, un prezioso alleato per l’innevamento invernale ma anche e soprattutto un nuovo richiamo per il turismo verde. I laghetti, anche artificiali, richiamano un grande afflusso di turisti, che cercano riparo dall’arsura o praticano la pesca sportiva, e intorno ai quale si può pensare di affiancare rifugi e attrazioni, come giochi per bambini, parchetti tematici, sentieri escursionistici. Se si vuole fare industria turistica tutto l’anno non bisogna contrapporre l’Appennino bianco a quello verde: occorre lavorare affinchè tutte le stagioni possano vedere il loro migliore sviluppo. Il Cimone, come le altre stazioni appenniniche, sopravvive grazie al turismo invernale, l’indotto estivo raggiunge circa il 4% di quello invernale. Le stazioni più vituose, quelle del nord Italia, si assestano al 7%. Sarebbe impensabile credere di farcela senza l’indotto neve. La Regione Emilia-Romagna dovrà dunque fare la sua parte, così come siamo sicuri farà il Governo, che è quello del fare: servono fondi per investire e lavorare, aiutiamo la montagna a reggersi sulle sue immense qualità».
A quanto esposto da Galloni si aggiunge una dichiarazione del collega di partito Gianluca Caramanna, eletto alla camera dei Deputati e responsabile nazionale del dipartimento turismo di FDI, e presente ieri alla riunione con gli operatori del settore, dagli albergatori ai maestri di sci, ai gestori degli impianti di risalita e con i presidenti delle Regioni interessate. «La mancanza di neve sugli Appennini rischia di mettere in ginocchio non solo le regioni interessate ma anche diversi settori trainanti del nostro turismo: dagli impianti di risalita, ai punti ristoro e alberghi, fino ai maestri di sci. Per questo Fratelli d'Italia e il ministro Daniela Santanchè, sono a lavoro per reperire le risorse necessarie a sostegno. Nel dettaglio le proposte in esame sono quelle di recuperare i fondi precedentemente stanziati per il Covid e non utilizzati ed eventualmente rimborsare quanto già speso nei mesi scorsi, per mettere in sicurezza gli impianti. Inoltre il ministero valuterà la reperibilità di ulteriori fondi a sostegno del comparto. Con il ministro del Lavoro Calderone infine si stanno valutando gli ammortizzatori sociali anche per i lavoratori stagionali che non rientrano nella cassa integrazione straordinaria».
Stefano Bonacorsi
Modenese nel senso di montanaro, laureato in giurisprudenza, imprenditore artigiano, corrispondente, blogger e, più raramente, performer. Di fede cristiana, mi piace dire che sono .. Continua >>