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Gioco, Mezzetti (ER): Spi-Cgil Modena superficiale e non documentata

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Rincara l'assessore Bosi che si dice 'sorpreso' dei dati Cgil. Sul gioco d'azzardo a nessuno può sfuggire l'impegno del Comune di Modena


Gioco, Mezzetti (ER): Spi-Cgil Modena superficiale e non documentata
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'I dati che emergono in queste settimane sono di estrema gravita' e richiedono un'attenzione particolare da parte di istituzioni e forze sociali e politiche'. Lo dice l'assessore alla Legalita' della Regione Emilia-Romagna, Massimo Mezzetti, a proposito di ludopatie e dintorni dopo lo slancio oggi dello Spi-Cgil di Modena, che promuove il proprio tesseramento 2018 partendo da un convegno contro il gioco d'azzardo in programma sabato a Modena, citta' dove secondo il sindacato resta alta l'emergenza. Mezzetti apprezza l'idea, ma invita a documentarsi bene: 'Bene dunque fa lo Spi di Modena ad accendere i riflettori su questa piaga della nostra societa'. Proprio pero' perche' il tema e' delicato, lo studio e la denuncia richiedono un approccio serio e documentato, senza superficialita', errore- osserva l'assessore regionale- in cui inciampa lo Spi-Cgil di Modena nel momento in cui ferma le lancette della sua analisi al 2015, criticando cosi' una legge regionale, la 5 del 2013, che per sua natura interviene solo in campo socio-sanitario in tema di ludopatie, e che nel frattempo e' stata integrata e rafforzata'.



Anche l'assessore alla Legalita' di Modena, Andrea Bosi, si dice 'sorpreso' per i dati diffusi dallo Spi-Cgil e rivendica: 'A nessuno puo' sfuggire l'impegno col quale il Comune di Modena sta mettendo in campo azioni concrete contro il gioco d'azzardo, grazie alle norme contenute nel testo unico della legalita' della Regione'. Oltre all'ordinanza sugli orari di funzionamento di slot e videolottery (otto ore e non piu' h24 come in un primo tempo), la giunta Muzzarelli ha anche identificato gli oltre 400 luoghi sensibili (scuole, centri giovanili, luoghi di culto) a cui si applica la distanza minima dei 500 metri dalle macchinette. Cioe' si rende 'operativo il divieto di esercizio di sale gioco e scommesse' a cui ha aperto la strada la Regione.

E il divieto previsto, continua Mezzetti, 'si applica sia alla nuova apertura che alle sale giochi e sale scommesse gia' in esercizio, oltre che alla nuova installazione di apparecchi per il gioco d'azzardo lecito negli esercizi commerciali, di somministrazione di alimenti e bevande, nelle aree aperte al pubblico, nei circoli privati ed associazioni'. È in base a questo provvedimento che i Comuni devono provvedere ad individuare i luoghi sensibili, individuando sale da gioco, sale scommesse e tutti gli esercizi autorizzati che ospitano apparecchi per il gioco d'azzardo lecito situati appunto a meno di 500 metri. In questo senso, l'assessore della giunta Bonaccini riconosce che 'il Comune di Modena e' stato uno dei primi ad adempiere alle nuove norme'. Ha arricchito il quadro un mese fa, in ogni caso, l'approvazione in viale Aldo Moro del 'piano di azione regionale contro la ludopatia', dopo il via libera ottenuto dall'osservatorio nazionale per il contrasto della diffusione del gioco d'azzardo. L'Emilia-Romagna e' una delle quattro regioni (Friuli-Venezia Giulia, Basilicata e Umbria le altre) ad aver incassato un via libera integrale, ottenendo cosi' l'autorizzazione del ministero della Salute all'utilizzo della quota del fondo per il gioco d'azzardo patologico gia' attribuito alla Regione. Si tratta di 3,7 milioni di euro, per il periodo 2017-2018. Le risorse serviranno in gran parte (3,6 milioni) a realizzare interventi di carattere territoriale, per questo verranno trasferite alle Ausl regionali sulla base della popolazione residente al primo gennaio 2017. Mezzetti conclude assicurando insomma 'ancor piu' prevenzione, avvicinando le persone a rischio e le loro famiglie ai servizi sanitari' e 'rendendo definitivamente omogeneo, efficace e di qualita' il percorso diagnostico e terapeutico'.

La Cgil. È quella di Modena la provincia dell'Emilia-Romagna che registra il maggior numero di giocatori patologici in cura: 231 i casi registrati nel 2015. Nella graduatoria, il modenese, che pure e' ultimo sul numero di apparecchi in rapporto agli abitanti, viene seguito dai territori di Bologna e Piacenza. Il tutto in una regione dove si assiste a 'un aumento costante di giocatori patologici, che spontaneamente si sono presentati ai servizi per le dipendenze chiedendo di essere curati': se nel 2010 si contavano 512 persone in cura, nel 2013 si e' arrivati a quota 1.110. Ne parla il sindacato Spi-Cgil di Modena, che ha deciso di lanciare la propria campagna di tesseramento 2018 attraverso un'iniziativa a tema sabato al salone Corassori, insieme a Federconsumatori e Auser. Il sindacato, intanto, segnala che 'la legge regionale 5 del 2013 per il contrasto e la prevenzione del gioco d'azzardo mira ad azioni di tipo educativo, culturale, sociale e di tutela sanitaria, anche se- precisa lo Spi- non impatta sulla diffusione delle sale da gioco, in continuo aumento'. Se nel 2013 in regione si contavano 31.631 slot machine e 4.870 video lottery, nel 2015 sono diventate rispettivamente 34.246 e 5.206. Quest'ultimo dato regala all'Emilia-Romagna il terzo posto tra le regioni per numero di apparecchi 'vlt', dietro Lombardia e Lazio. Spostandosi sulla concentrazione di apparecchi in proporzione al numero di abitanti, Modena risulta in questo caso all'ultimo posto (un apparecchio ogni 185 residenti) mentre al primo c'e' Piacenza (uno ogni 131). L'identikit del giocatore d'azzardo patologico piu' frequente? L'uomo adulto tra i 40 e i 50 anni.

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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