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'Il sindaco e questa amministrazione non hanno alcuna intenzione di verificare l'esistenza di coppie omosessuali affidatarie di bambini modenesi. Ricordiamo che c'è la privacy e la costituzione all'art. 3 vieta discriminazioni di genere. Per quanto riguarda l'ideologia LGBT e Gender è come parlare del mostro di Loch Ness: non esiste ma suscita un grande interesse. Non vorrei che ci fosse altro sotto'.
Lo ha affermato l'assessore al welfare del comune di Modena, Roberta Pinelli, nel corso del lungo dibattito generato dalla risposta alle quattro interrogazioni trasformate, come accordato nella riunione dei Capigruppo, in interpellanza, e quindi aperte al dibattito. Che c'è stato ed è durato più di due ore. Tra repliche e controrepliche, alla presenza di una rappresentanza delle famiglie affidatarie e del Presidente modenese dell'Arcigay.
L'assessore non risponde nel merito dell'esistenza o meno di coppie omossessuali tra le famiglie affidatarie, anche se pochi minuti dopo il resoconto ufficiale dell'ufficio stampa del comune inviato agli organi di informazione recita che tra i soggetti affidatari non ci sono coppie omosessuali
Tra i numeri nuovamente forniti dall'Assessore rispetto al numero degli affidi, quelli relativi alle coppie gay affidatarie, sono stati al centro in particolare dell'interrogazione del consigliere Rossini (Fdi - Popolo della famiglia). 'Purtroppo, con la scusa della privacy o principi costituzionali, ci è ancora stato nascosto un dato che a noi preoccupa' - afferma il consigliere (Rossini chiede di farsi chiamare consigliere e non consigliere, rifiutando la declinazione femminile imposta dal linguaggio cosiddetto 'di genere')
In risposta alle interrogazioni l'Assessore ha ribadito che il sistema dei servizi sociali e degli affidi del comune di Modena non ha alcun collegamento diretto con il centro Hansel&gretel.
Le 4 interrogazioni hanno fornito l'occasione per 'snocciolare nuovamente i dati relativi alla quantità di affidi
A Modena, su una popolazione di oltre 30mila minori, sono 2.400 quelli in carico ai Servizi sociali del Comune, di cui sono 125 i minori in affido a famiglie e 51 in Comunità. In 30 casi l’affidamento familiare è a parenti, quando invece questi non sono disponibili o adeguati a prendersi cura dei minori, si ricorre all’affido etero familiare. I minori collocati temporaneamente in Comunità sono 51.
Il sistema valutativo e progettuale degli affidi a Modena viene gestito interamente dal Servizio Sociale comunale unitamente al Servizio di Psicologia clinica dell’Ausl; non ci sono affidamenti a soggetti esterni di alcun tipo e il servizio non ha mai avuto alcun rapporto con l’associazione coinvolta nell’indagine di Bibbiano.
Due istanze della Lega, presentate dal capogruppo Antonio Baldini e dal consigliere Giovanni Bertoldi, una di Fratelli d'Italia-Popolo della famiglia presentata e discussa da Elisa Rossini, capogruppo, e una del M5S illustrata dal consigliere Enrica Manenti.
L’assessore ha inoltre spiegato che le Comunità di accoglienza, che rientrano nell’Elenco dei soggetti qualificati alla gestione di strutture, sono autorizzate secondo una serie di requisiti stabiliti dalla normativa. Il monitoraggio viene effettuato sia sulle singole situazioni dall'équipe multidisciplinare che ha in carico il minore, sia sul funzionamento della Comunità attraverso le vigilanze a sorpresa effettuate in orario diurno e notturno da una Commissione distrettuale socio-sanitaria e non sono mai arrivate segnalazioni di malfunzionamenti. Sugli affidi famigliari le verifiche vengono fatte attraverso il monitoraggio di sostegno all'affido.
Rispondendo a una domanda avanzata in corso di seduta, l’assessora ha anche precisato che a Modena i Minori stranieri non accompagnati, Msna, accolti in Comunità sono 103, quelli affidati a famiglie 24.
Nella foto, l'assessore al welfare Roberta Pinelli e l'Assessore Andrea Bosi durante la risposta dell'assessore alle 4 interrogazioni consilieri presentate sul tema minori