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Le elezioni regionali sono ormai archiviate. Il Pd targato Zingaretti ha resistito, è uscito vincitore in Toscana e Puglia, Regioni date come contendibili fino all'ultimo, e il lavoro ai fianchi di Bonaccini, pronto a subentrare all''amico Nicola' in caso di debacle, appare ora ancor più evidente. A Roma nessuno ha dimenticato il suo ostinato tentativo nelle settimane antecedenti il voto di differenziarsi e di mettere in ulteriore difficoltà il segretario nazionale, dall'apertura a Renzi e Bersani passando dal no al reddito di cittadinanza, scommettendo sulla sconfitta. Un fuoco amico (ovviamente mai palese e sempre camuffato da una fedeltà alla Ditta) che non è piaciuto e, ora che il fortino ha resistito inaspettatamente bene, le quotazioni del governatore più glamour della storia repubblicana, sono decisamente in ribasso.
Come qualcuno dice 'a Roma sono disattenti su tante cose, ma non su queste'.
Eppure Bonaccini, sconfitto morale da queste elezioni, non demorde e continua la sua campagna elettorale permanente. La strategia è sempre la stessa: passare come il Governatore che ha battuto a mani nude e senza corazza l'avanzata delle orride destre, fasciste e reazionarie. Una narrazione del tutto falsata, soprattutto ora che persino il tanto criticato Emiliano e l'anonimo Giani hanno fatto altrettanto, anzi percentualmente meglio, in Toscana e in Puglia. Senza scrivere libri e senza passare per santificazioni di piazza.
Ma non importa questo è la trama preimpostata del libro e Bonaccini la segue nella sua vita con lo scrupolo dello studente modello che impara tutto a memoria, anche gli aggettivi. Due giorni fa, a 4 giorni dal voto, era a Piacenza (nella foto) eroicamente sotto la pioggia, sempre col suo libro-slogan: 'La destra si può battere' con tanto di pannello elettorale del suo stupendo viso in primissimo piano a fare da sfondo.
Un libro che, dovesse mai essere dato alle ristampe, forse meriterebbe un refresh attualizzato. Innanzitutto il titolo corretto, nel caso di Bonaccini, sarebbe 'La Borgonzoni si può battere', perchè, ricordiamo, il barbuto politico di Campogalliano, ha battuto in Emilia Romagna (usando la prima persona a lui tanto cara) Borgonzoni Lucia e non Salvini o la Meloni. In secondo luogo, dopo Puglia e Toscana, sarebbe più giusto dire 'Battere la destra nelle Regioni Rosse? Ci piace vincere facile', ma questa è un'altra storia. In una politica svuotata della politica stessa e alla disperata ricerca di eroi a cui aggrapparsi (e da scartare al primo soffio di vento), Bonaccini tiene stretto il suo mantello e poco importa che ormai il leggendario velo nero di Batman si sia trasformato nella tenera e tenue coperta di Linus.
Giuseppe Leonelli
Il voto è storia, ma Bonaccini continua campagna elettorale permanente

La strategia è sempre la stessa: passare come il Governatore che ha sconfitto a mani nude e senza corazza l'avanzata delle orride destre
Le elezioni regionali sono ormai archiviate. Il Pd targato Zingaretti ha resistito, è uscito vincitore in Toscana e Puglia, Regioni date come contendibili fino all'ultimo, e il lavoro ai fianchi di Bonaccini, pronto a subentrare all''amico Nicola' in caso di debacle, appare ora ancor più evidente. A Roma nessuno ha dimenticato il suo ostinato tentativo nelle settimane antecedenti il voto di differenziarsi e di mettere in ulteriore difficoltà il segretario nazionale, dall'apertura a Renzi e Bersani passando dal no al reddito di cittadinanza, scommettendo sulla sconfitta. Un fuoco amico (ovviamente mai palese e sempre camuffato da una fedeltà alla Ditta) che non è piaciuto e, ora che il fortino ha resistito inaspettatamente bene, le quotazioni del governatore più glamour della storia repubblicana, sono decisamente in ribasso.
Come qualcuno dice 'a Roma sono disattenti su tante cose, ma non su queste'.
Eppure Bonaccini, sconfitto morale da queste elezioni, non demorde e continua la sua campagna elettorale permanente. La strategia è sempre la stessa: passare come il Governatore che ha battuto a mani nude e senza corazza l'avanzata delle orride destre, fasciste e reazionarie. Una narrazione del tutto falsata, soprattutto ora che persino il tanto criticato Emiliano e l'anonimo Giani hanno fatto altrettanto, anzi percentualmente meglio, in Toscana e in Puglia. Senza scrivere libri e senza passare per santificazioni di piazza.
Ma non importa questo è la trama preimpostata del libro e Bonaccini la segue nella sua vita con lo scrupolo dello studente modello che impara tutto a memoria, anche gli aggettivi. Due giorni fa, a 4 giorni dal voto, era a Piacenza (nella foto) eroicamente sotto la pioggia, sempre col suo libro-slogan: 'La destra si può battere' con tanto di pannello elettorale del suo stupendo viso in primissimo piano a fare da sfondo.
Un libro che, dovesse mai essere dato alle ristampe, forse meriterebbe un refresh attualizzato. Innanzitutto il titolo corretto, nel caso di Bonaccini, sarebbe 'La Borgonzoni si può battere', perchè, ricordiamo, il barbuto politico di Campogalliano, ha battuto in Emilia Romagna (usando la prima persona a lui tanto cara) Borgonzoni Lucia e non Salvini o la Meloni. In secondo luogo, dopo Puglia e Toscana, sarebbe più giusto dire 'Battere la destra nelle Regioni Rosse? Ci piace vincere facile', ma questa è un'altra storia. In una politica svuotata della politica stessa e alla disperata ricerca di eroi a cui aggrapparsi (e da scartare al primo soffio di vento), Bonaccini tiene stretto il suo mantello e poco importa che ormai il leggendario velo nero di Batman si sia trasformato nella tenera e tenue coperta di Linus.
Giuseppe Leonelli

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