I dati aggiornati sull’immigrazione irregolare nel nostro Paese, ed in particolare relative agli sbarchi, segnalano dati e tendenze di nuovo allarmanti: nel 2025, gli sbarchi di stranieri extracomunitari e con nazionalità solo dichiarata, sulle coste italiane hanno già superato le cifre dello stesso periodo del 2024, toccando quota 19.446 persone contro le 18.593 dell’anno precedente. Nella sola giornata di giovedì 15 maggio (ultimo dato disponibile), ne sono sbarcati 137. Il ritmo attuale – se mantenuto nei prossimi mesi – lascia presagire che si possa tornare ai numeri del 2023, anno in cui erano stati registrati 45.507 arrivi su base annua.Dal 1 gennaio 2025 a ieri sono invece quasi 3000, ovvero 2.994, i minori stranieri ufficialmente non accompagnati giunti in Italia. Anche in questo caso il trend è simile se non lievemente superiore a quello del 2024.
Tra le nazionalità più rappresentate nel 2025 spicca nettamente quella del Bangladesh, con circa 6.500 sbarcati, seguita da Eritrea, Pakistan ed Egitto, ognuno con un numero compreso tra 2.000 e 2.500 persone. Si tratta di flussi prevalentemente composti da uomini adulti, in cerca di asilo o di condizioni di vita migliori.
Al di là del progetto Albania – operativo solo per una quota ristretta di migranti – tutti gli stranieri sbarcati regolarmente vengono accolti nei centri dislocati sul territorio nazionale: i richiedenti asilo adulti vengono smistati nei centri temporanei organizzati con bandi dalle Prefetture, mentre i minori rientrano nei progetti dei Comuni. A Modena sarebbero circa 1400 quelli presenti. Ma si tratta di dati presunti in quanto la Prefettura non pubblica mai i dati aggiornati sulle presenze effettive rispetto ai bandi pubblicati e ai servizi assegnati.
Fatto sta che la capacità di gestione della rete di accoglienza resta fragile e inefficace, soprattutto se la si valuta in termini di sicurezza e integrazione.
A distanza di oltre due anni dall'insediamento del nuovo governo, nulla è cambiato né nella normativa sull’accoglienza né nell’organizzazione territoriale, nonostante siano evidenti le difficoltà operative, nonostante i limiti nell’integrazione e nella sicurezza, e l’ingente quantità di risorse pubbliche impiegate senza risultati concreti. Problematiche che si riflettono automaticamente anche in termini di sicurezza e coesione sociale. Un altro dato critico riguarda l’effettivo riconoscimento del diritto di soggiorno: gli ultimi dati (sempre molto difficili da reperire in forma aggiornata sia a livello nazionale e tanto più locale), in oltre la metà dei casi, le domande d’asilo vengono rigettate, ma i rimpatri effettivi restano sporadici, con centinaia di stranieri irregolari che restano sul territorio nazionale senza documenti e fuori controllo.
La situazione è stata clamorosamente e indirettamente sottolineata ieri dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che ha pubblicato sul proprio profilo Facebook la foto simbolica di uno straniero espulso dopo aver commesso reati. Un gesto che ha sollevato non poche polemiche: “Se fa notizia un solo rimpatrio – commentano alcuni osservatori – significa che il sistema è al collasso.” In effetti, se si considera che nella sola giornata del post, gli stranieri sbarcati illegalmente erano 137.Tutto ciò avviene nonostante l’insediamento di un governo che proprio sul tema dell’immigrazione, sulla regolazione e riduzione dei flussi e del cosiddetto blocco navale, aveva fondato buona parte della sua campagna elettorale. Eppure, i numeri e le emergenze dei flussi migratori continuano non solo a non diminuire, ma anche a crescere.Gianni Galeotti