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'Le motivazioni della sentenza dei giudici di Milano contro Mario Borghezio confermano il carattere razzista delle affermazioni per cui è stato condannato. Affermazioni che oggi Borghezio non ha esitato a rivendicare commentando la sentenza', così Cécile Kyenge, europarlamentare Pd, ha risposto oggi alle parole di Mario Borghezio, a commento delle motivazioni della sentenza avvenuta lo scorso maggio nei suoi confronti per diffamazione aggravata dall'odio razziale.
'Nonostante le sue parole, non riesco proprio a pensare al signor Borghezio come una vittima del sistema - prosegue Kyenge -Probabilmente sperava nell'immunità parlamentare, un'immunità negata dal Parlamento europeo, che ha così ribadito un concetto: il razzismo non è mai parte del confronto e del dibattito politico. Non è detto poi che non si trovi in compagnia in futuro, dato che il caso sul senatore Calderoli pende ancora in giudizio in attesa di una decisione della Corte Costituzionale in merito alla sua immunità”.
'La condanna nei confronti di Borghezio non è un fatto che riguarda la mia persona. Ma riguarda tutta la società - precisa la parlamentare europea - Per questo devolverò quanto mi verserà proprio alla causa di chi lui insulta ogni giorno, fondando sull'odio un'intera carriera politica”. 'Sul fronte strettamente politico - attacca Kyenge - noto con soddisfazione oggi un inedito interesse da parte di Borghezio nei confronti del continente africano e delle relazioni tra Africa e Unione europea. Sarò felice di osservare il suo importante contributo alla prossima risoluzione del Parlamento sulla strategia Ue Africa, alla quale contribuirò in quanto relatrice del parere della Commissione Libe. Mi attendo anche di vederlo al prossimo importante vertice Ue-Africa di Abidjan, al quale parteciperò, o impegnato a sensibilizzare il proprio gruppo sul tema attraverso seminari ed iniziative come quelle che insieme al mio gruppo, S&D, terremo al Parlamento nel corso della seconda edizione di Africa Week”.
'Ho dedicato l'intera estate al lavoro - conclude - osservando da vicino il sistema di accoglienza e integrazione in Italia, in tutte le sue fasi, per intervenire al meglio in questa importante stagione per il nostro Paese, stagione che vedrà la riforma del Regolamento di Dublino al centro di un importante dibattito europeo'.
Borghezio replica attraverso un comunicato stampa alle affermazioni della Kyenge:
La motivazione della “sentenza Kyenge” conferma il carattere politico di un processo che vede Borghezio il solo sanzionato fra i tantissimi parlamentari, italiani ed europei, che si espressero negativamente sul ruolo governativo di Cecile Kyenge.
Come infatti qualificare penalmente rilevanti valutazioni che un’immensa letteratura storica e scientifica avvalora sulle profonde differenze fra la civiltà europea e quella africana?
Quanto poi all’esorbitante entità del risarcimento, non si vede proprio come sia giustificabile, se non nel quadro di una sanzione di natura politica, visto che la persona in oggetto non ha certo avuto danni dalle mie critiche politiche, se mai vantaggi, visto la successiva promozione all’importante ruolo al Parlamento Europeo.
Dove, sia detto senza acrimonia ma come pura critica politica, la Signora brilla per assenza persino quando, come in questa settimana, il Presidente del Parlamento Europeo aveva convocato in assemblea straordinaria tutti i rappresentanti della diplomazia europea, moltissimi dei quali in Africa, a discutere sul ruolo dell’Europa nei rispettivi Paesi, con un apposito panel dedicato specificatamente all’Africa, in cui - a differenza della citata Signora impegnata ancora nelle sue lunghe vacanze - il sottoscritto era ovviamente presente.
E poi ci domandiamo perché l’Italia sostenga così pochi progetti per l’Africa...