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La scissione tra l'Emilia e la Romagna e' una delle 'vecchie armi spuntate' della Lega nord, 'l'ennesima prova di inconsistenza' del Carroccio. Insomma, detta alla romagnola, 'al patachedi': una pataccata. La definizione e' del sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, che in una nota boccia cosi' la proposta lanciata dai leghisti. 'Dopo aver rosicato qualche giorno- sferza Gnassi- per la proposta avanzata dal presidente Bonaccini perche' la nostra Regione possa avere piu' autonomia con l'applicazione dell'articolo 116 della Costituzione, ecco la trovata geniale'. Prima Jacopo Morrone, segretario della Lega nord in Romagna, 'vorrebbe non tanto una fortissima autonomia ma l'Emilia-Romagna Stato', ironizza il sindaco di Rimini, magari 'con l'aggiunta di una propria moneta, di una propria nazionale di calcio, di un proprio inno, di un proprio festival canoro'.
Poi il deputato Gianluca Pini 'trotta sul vecchio cavallo di battaglia: referendum Romagna- affonda il colpo Gnassi- domani tocchera' a Morrone rilanciare con un referendum su nuove citta' Stato Rimini, Forli', Cesena e Ravenna? Vedremo'. Per il sindaco, questa insomma e' 'l'ennesima prova di inconsistenza della Lega Nord che quando non sa cosa fare per rispondere a scelte azzeccate e innovative del centrosinistra, come l'area vasta Romagna, si difende con le vecchie armi spuntate dai tempi in cui stava al Governo e lanciava proclami su secessioni e federalismi, salvo non fare un bel nulla'. L'Emilia-Romagna, sottolinea Gnassi, 'come sistema omogeneo sta reagendo meglio di tutte le altre alla crisi' e 'grazie a investimenti strutturali Bologna e Rimini saranno collegate in 44 minuti di treno dal 2018'. Davanti a questo, incalza il sindaco, 'Morrone e Pini rilanciano come Fantozzi e Filini davanti al mega direttore galattico.
Da noi in Romagna si direbbe patachedi. E il significato si capisce bene anche in Emilia', chiosa Gnassi.
La proposta della Lega Nord che vorrebbe dividere la Romagna dall'Emilia è una posizione non solo antistorica, ma priva di buon senso. La vera riforma con effetti 'utili e concreti' sarebbe piuttosto la creazione della Provincia unica di Romagna, con le medesime competenze e risorse della Città metropolitana di Bologna. A dirlo sono i consiglieri regionali del Pd eletti in Romagna: Mirco Bagnari, Gianni Bessi, Lia Montalti, Valentina Ravaioli, Manuela Rontini, Nadia Rossi, Giorgio Pruccoli e Paolo Zoffoli.
In una nota i dem sottolineano i dati economici dell'Emilia-Romagna (Pil, disoccupazione, export) e il fatto che 'il sistema regionale in questi anni ha saputo reagire alla crisi e ripartire, facendo dell'Emilia-Romagna una delle regioni locomotiva del Paese'. La Lega nord, invece, 'al di la' della propaganda non spiega quale sia il vantaggio nel dividere un territorio regionale che sta ottenendo questi risultati'. Ma il Carroccio 'non spiega nemmeno quale vantaggio ci sia per la collettivita' nel moltiplicare le istituzioni e quindi aumentando inevitabilmente i costi a carico dei cittadini, senza di fatto fornire ne' maggiori servizi e neanche maggiori opportunita''. Secondo i consiglieri regionali del Pd, invece, 'e' evidente che l'Emilia e la Romagna da sole sono piu' deboli e che per competere nel mondo globalizzato l'unione fa la forza. Proprio dall'unione delle nostre terre la risultante e' che abbiamo la fortuna di vivere in una delle zone piu' avanzate d'Europa'. Piuttosto, suggeriscono gli esponenti dem, 'se vogliamo lavorare a proposte concrete e utili' la strada e' appunto 'creare la Provincia unica romagnola e costruire un Piano strategico romagnolo'.