articoliPolitica
Medici di base, crisi senza fine, in provincia assegnati solo 6 dei 52 posti vacanti
La Pressa
A Modena 3 su sette ma il problema è dato dai mancati vincoli rispetto alla posizione dell'ambulatorio. I medici possono scegliere dove aprire l'ambulatorio e solitamente preferiscono il centro lasciando sempre più scoperte periferie e frazioni

Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
E una emorragia di personale anche a livello di medicina di base, quella che si sta registrando a Modena e provincia. Non solo perché i medici che fuggono dal sistema pubblico o ci escono perché vanno in pensione non vengono sostituiti, ma perché, in entrata non ci sono più o ci sono sempre meno professionisti che vogliono ricoprire quegli incarichi. I numeri del capoluogo, dove nei giorni scorsi si è discusso del venire meno della figura del medico di famiglia nelle frazioni di Paganine e San Damaso, preoccupano ma nulla sono rispetto al dramma della provincia. Su 52 posti vacanti per la medicina di base che risultavano allo scorso luglio, solo sei incarichi erano stati assegnati.
Nel capoluogo non va così male in percentuale ma non va bene, perché su 7 posti vacanti al luglio scorso, solo 3 erano stati assegnati. Ma per il capoluogo c'è un problema in più. Considerando per i medici non c'è nessun vincolo di coprire una specifica area territoriale all'interno del comune e di aprire un ambulatorio nelle aree scoperte, capita spesso che gli ambulatori siano concentrati nelle aree più centrali del comune, con la conseguenza che le aree periferiche rimangono prevalentemente le più scoperte dal servizio. Elementi definiti non solo da una organizzazione della sanità locale e territoriale ma anche di carattere contrattuale. Elementi richiamati anche in diversi inerventi dai gruppi consiliari nella seduta di giovedì scorso. Certo è che l'assenza di ambulatori medici non può essere compensata integralmente dalle figure degli infermieri di comunità che si stanno istituendo e sulle quali l'Ausl punto per arginare le falle di un sistema in crisi.
Di seguito si riportano gli interventi dei consiglieri comunali nel dibattito sviluppato dalla interrogazione, trasformata in interpellanza con dibattito, presentata dal consigliere comunale PD Berognzoni, alla quale ha risposto l'assessore Pinelli
Aprendo il dibattito, Giovanni Bertoldi (Lega Modena) ha spiegato che “il problema non riguarda solo Portile e Paganine ma è generalizzato: i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta sono pochi”. Il motivo risiede “in una scarsa programmazione da parte dello Stato e in prolungati tagli delle risorse per la sanità. Solo l’attuale Governo sta provando a invertire la tendenza, incrementando i fondi”. Insomma, la situazione “è esplosiva e nei prossimi anni peggiorerà, con un ulteriore calo di decine di migliaia di medici”.
Barbara Moretti (Movimento 5 stelle) ha invitato l’Amministrazione comunale “a una rinnovata azione di stimolo verso l’Ausl e gli organismi sanitari: l’assenza dei medici è ancora più significativa nelle aree periferiche del territorio. Non ci si può limitare a una ‘presa d’atto’”. Rilevando il problema del “mancato coinvolgimento dei dottori nel collocamento sul territorio”, ha proposto alcune soluzioni come, per esempio, “l’implementazione dell’assistenza sanitaria con modalità innovative”.
Per il Pd, Stefano Manicardi ha rilevato che “il fenomeno di accentramento dei medici di medicina generale nelle aree più popolate della città è distante dall’idea di Modena che abbiamo, ovvero di una città con la presenza di servizi di prossimità, come indicato nel Pug”. Occorrono quindi politiche “che favoriscano una presenza dei medici sul territorio in maniera organica, prevedendo cioè una suddivisione delle aree”. In parallelo, a livello nazionale è necessario “rifinanziare la sanità pubblica”. Anche Alberto Bignardi si è concentrato “sulla prossimità come elemento per la presenza dei medici di medicina generale sul territorio” e ha auspicato, quindi, “che Comune e aziende sanitarie possano riflettere insieme sulla presenza dei medici sul territorio”. Allargando il discorso, comunque, è necessario “che la quota di questi professionisti aumenti, nell’ottica di una sanità che sia davvero universale: il primo passo è eliminare il numero chiuso dalle facoltà universitarie di Medicina”.
Paola Aime (Europa verde – Verdi) ha invitato il Governo e la Regione “ad attivarsi maggiormente per risolvere una questione annosa, a partire dall’aggiornamento dei contratti nazionali, con l’obiettivo di aumentare la presenza dei medici di medicina generale”. Sottolineando la “singolarità” legata al fatto che alcuni dottori rifiutino possibili collocazioni, anche la consigliera ha invitato “a coinvolgere maggiormente questi professionisti nella definizione dei percorsi per la loro presenza sul territorio”.
In replica, il consigliere Bergonzoni si è detta “non completamente soddisfatta degli elementi forniti dall’Ausl perché non viene garantita una soluzione completa e definitiva al problema”. Precisando che “la situazione preoccupa ed è da monitorare” in quanto rappresenta una conseguenza della scarsità di medici, ha suggerito intanto “di prevedere azioni di sostegno per i residenti di Portile e Paganine che intendono spostarsi verso dottori collocati in altre aree della città”.
Anche l’assessore Pinelli è intervenuta nel dibattito. Dopo aver ribadito “l’azione di vigilanza del Comune”, ha auspicato che in futuro l’ambito di assegnazione per la città di Modena si suddivida in più aree territoriali”. Nel frattempo, una soluzione di valore “anche per le persone fragili”, ha aggiunto, è costituita dall’eventuale apertura futura di nuovi punti infermieristici di comunità, come i tre attivati di recente dall’Ausl alla Polisportiva San Faustino in via Wiligelmo, nella sede dell’ex aeronautica in via Minutara e alla Casa della Comunità in via Montalcini.
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>
Articoli Correlati
La Nera
19 Aprile 2025 - 15:23
Societa'
18 Aprile 2025 - 15:33
La Nera
17 Aprile 2025 - 19:41
Societa'
17 Aprile 2025 - 15:36
Politica
17 Aprile 2025 - 15:30
Economia
17 Aprile 2025 - 12:39