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Modena, il Pd boccia il taglio della Tari: la rabbia dei ristoratori

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'E' forse assurdo chiedere che chi non ha usufruito del servizio di raccolta rifiuti, non debba pagare decine di migliaia di euro?'


Modena, il Pd boccia il taglio della Tari: la rabbia dei ristoratori
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'L’Associazione Ristoratori di Modena e Provincia prende atto, con rammarico, delle decisioni adottate dal Consiglio Comunale di Modena nella sua seduta di giovedì scorsi. In particolare, le proposte avanzate dai gruppi di minoranza, aventi per oggetto la riduzione della Tari a favore degli esercizi e delle attività commerciali che hanno subito i maggiori danni economici per effetto della pandemia da Covid (e che hanno di conseguenza prodotto meno rifiuti), sono state bocciate dalla maggioranza'.
Il presidente dell'assozione Luca Milanti commenta così il voto di giovedì in Consiglio.

Nella seduta era infatti stato approvato un ordine del giorno del Pd presentato dalla consigliera Ilaria Franchini che prevedeva di lasciare invariati tasse e tributi.

Respinto invece l’ordine del giorno sullo stesso tema presentato da Elisa Rossini di Fdi-Popolo della famiglia (favorevoli la proponente e Lega Modena, M5S e Forza Italia; contrari Pd, Sinistra per Modena e Verdi) che invitava l’amministrazione “a eliminare, fino al termine dell’emergenza sanitaria e alla ripresa delle attività, tutti i tributi locali a carico degli imprenditori che operano nel settore dei pubblici esercizi e che sono stati costretti a chiudere in seguito ai provvedimenti di Governo e Regioni”. Respinto anche l’ordine del giorno presentato da Andrea Giordani per il Movimento 5 stelle (favorevoli i proponenti e Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia, Forza Italia e Lega Modena; astensione per i Verdi; contrari Pd e Sinistra per Modena) che, sottolineando come le perdite subite dai pubblici esercizi non possano essere coperte completamente “dai pur significativi sostegni previsti dai diversi decreti Ristori del Governo”, proponeva di “riconoscere alle categorie interessate, un’ulteriore riduzione di almeno il 25 per cento della Tari per l’anno 2020”.

'Le motivazioni sostenute dalla consigliera Franchini del Pd e condivise dagli altri gruppi di maggioranza per opporsi alle mozioni presentate dall’opposizione, riflettono più una presa di posizione politica che una reale volontà di affrontare un problema molto serio, come quello delle tasse locali, per un servizio di cui le attività non hanno beneficiato o di cui hanno beneficiato solo in minima parte. Questa scelta di non concedere la riduzione della Tari nemmeno alle attività più colpite dalle restrizioni (molti ristoranti sono ancora chiusi o hanno lavorato con l’asporto con cali del fatturato dal 60 al 85%), è stata motivata dicendo che la situazione economica e le disposizioni in materia di gestione finanziaria dei comuni non permettono questa riduzione. Riteniamo invece che sia un segnale di miopia non capire che i problemi si devono affrontare e cercare di risolvere anche a livello locale con scelte coerenti e costruttive. È forse assurdo chiedere che chi non ha usufruito del servizio di raccolta rifiuti o lo ha utilizzato in minima parte, non debba pagare decine di migliaia di euro come se lo avesse utilizzato al 100%? Come si può non condividere una richiesta tanto logica quanto semplice? - affermano i ristoratori - Nei momenti di difficoltà si devono fare delle scelte prioritarie, si devono rivedere i bilanci e individuare quelle opere che, pur essendo importanti, possono essere poste in secondo piano e realizzate in tempi migliori. È un programma di revisione del bilancio che tutte le aziende stanno facendo, perché sono in una situazione di difficoltà estrema e lo stesso processo deve essere affrontato per la gestione delle risorse finanziarie del Comune. Oggi queste disponibilità finanziarie devono essere indirizzate verso quelle situazioni che, per la loro drammaticità, devono essere considerate prioritarie. Pur nella loro importanza le rotatorie, le piste ciclo-pedonali, tanto per citare un paio di investimenti pubblici, possono anche passare in second’ordine, in un momento in cui tutto è stato stravolto, rispetto ad investimenti per salvare e rilanciare l’economia locale'.

'Non è sufficiente, come è stato fatto nella seconda ondata del Covid-19, la concessione per gli ampliamenti e la realizzazione di nuovi dehors. In molti non ne hanno potuto beneficiare, altri non hanno potuto sostenere un investimento per strutture temporanee destinate ad essere rimosse in futuro. Senza contare il fatto che queste strutture sono completamente inutili, se i locali vengono chiusi o se viene concesso di lavorare solo con l’asporto. Quindi tolte le iniziative imposte dal governo per la riduzione della tassazione sulle aree pubbliche (plateatico) e qualche modesta concessione, si deve rilevare oggettivamente che la solidarietà, che ci è sempre stata espressa dal sindaco di Modena, non trova corrispondenza con le decisioni prese dalla maggioranza del Consiglio Comunale. Non possiamo più accettare che si continui a scaricare su altri la responsabilità degli effetti di questa pandemia, contando che prima o poi ne verremo fuori, perché dipenderà se e come ne usciremo. Molte attività sono fallite, altre sono piene di debiti, che sarà difficile onorare e che condizioneranno pesantemente la loro ripresa economica. Non possiamo più accettare che anche la politica locale non ci sostenga nemmeno in queste minime e logiche richieste'.

L'opposizione

'Con sconcerto prendiamo atto dell'approvazione da parte della sola maggioranza in Consiglio comunale a Modena di una mozione Pd nella quale, a fronte alla devastante crisi in cui versano i pubblici esercizi, si chiede di lasciare inalterati tasse e tributi per il 2021. Parliamo della stessa maggioranza che ha viceversa bocciato la nostra mozione che chiedeva l'azzeramento dei tributi e quella dei 5 Stelle che chiedeva la riduzione di almeno un ulteriore 25% della Tari. Il Consiglio comunale di Modena sembra davvero un universo a parte, sempre più scollegato dai problemi del mondo concreto'. Così la capogruppo Fdi-Popolo della Famiglia Elisa Rossini era intervenuta nel dibattito in Consiglio sulle agevolazioni fiscali per i pubblici esercizi.
'La maggioranza votando questa mozione è rimasta sorda non tanto agli appelli dell'opposizione, quanto al grido d'aiuto lanciato dalle associazioni di categoria come Cna e Confesercenti e alle stesse parole del presidente della provincia Giandomenico Tomei - continua la Rossini -. Sono le associazioni di categoria infatti a chiedere di azzerare la Tari perchè con perdite del 50% di fatturato la sopravvivenza delle attività è a rischio. E' stato il presidente della Provincia a dire che si sarebbe impegnato per coinvolgere i Comuni al fine di mettere in campo misure a favore delle imprese. E' stata Confesercenti pochi giorni fa a lanciare un sos a fronte di una emorragia di imprese soprattutto guidate da donne. Come replicano le femministe a queste parole? Eppure il Pd, insensibile a questi appelli anche interni alla maggioranza, dice di lasciare tasse e tributi inalterati e respinge richieste di buon senso della opposizione. Ricordo che la Cgia Mestre ha recentemente fotografato come su 423 miliardi di fatturato perso dalle imprese italiane nel 2020, gli aiuti del governo ammontino a 29 miliardi il che significa che è stato compensato dal governo italiano solamente il 7% di quanto è stato perso dalle imprese a causa delle misure anti-Covid. Tutto questo mentre altri paesi europei hanno viceversa erogato importanti finanziamenti a fondo perduto. Non prendere atto di questa realtà e mettere in campo quanto possibile a livello locale, significa assumersi una responsabilità grave di fronte alla città'.

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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