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Modena, la Diagonale lontana dall'essere ri-cucita

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Il quartiere va rivoltato come un guanto, e azioni di piccolo cabotaggio sbanderiate come riqualificanti e di à ricucitura della diagonale à fanno ridere


Modena, la Diagonale lontana dall'essere ri-cucita
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Dal sito del Comune di Modena si legge quanto segue: “Recentemente il completamento, fino all’area fluviale del Secchia della diagonale, il corridoio ecologico dedicato alla mobilità sostenibile sull’asse dell’ex linea ferroviaria il cui cantiere è attualmente in corso fino al Polo Leonardo. E la trasformazione di Piazza Manzoni e della Stazione Piccola per migliorare l’interconnessione ciclabile e pedonale, oltre a favorire l’intermodalità e la sostenibilità dei viaggi anche grazie a un efficentamento puntuale del trasporto pubblico locale su gomma. Sono i due interventi della mobilità sostenibile condivisi dalla Regione e inviati al Governo insieme ad altri progetti per la candidatura al finanziamento nell’ambito del Next Generation EU, con il Recovery fund o per altre opportunità di finanziamento europeo o nazionale”.

E a proposito dell’efficentamento puntuale del trasporto pubblico locale su gomma, è il settore di cui si occupa notte e giorno indefessamente da Friburgo il presidente Burzacchini di AMO, che nell’aprile 2020 intervistato via skipe da Trc, illustrava con molta sicurezza da quella latitudine il pensiero quantico sulla mobilità del dopo Covid-19. Resta un dubbio amletico da sciogliere: quale tempo dedichi ai tedeschi, i principali datori di lavoro? Col virus dovremo convivere chissà ancora per quanto tempo, e riguardo alla nuova mobilità prefigurata superata l’emergenza pandemica dal quel di Friburgo l’anno scorso, il prossimo aggiornamento... è fissato a data da destinarsi sulla piattaforma Zoom...

Il Next Generation UE, il piano per la prossima generazione è miseramente ridotto a occasione di un pò di quattrini per concludere opere vecchie di cui chi oggi governa la città potrà forse se a buon fine menar vanto alla scadenza del mandato.

Che visione! Una critica è d’obbligo, perché bisognerebbe dedicare quei fondi a opere nuove, ambiziose, proiettate nel futuro.

Come sarà la prossima generazione, il cui groppone sarà gravato dai debiti dei fondi europei in arrivo? La pandemia ha accellerato e fatto emergere del tutto le carenze lacunose, evidenziando una serie di problemi già presenti in ogni ambito socio-economico del nostro attuale sistema e modello di sviluppo. Stiamo già e faremo ancora di più i conti con dei danni enormi inquantificabili che non esimeranno nulla e nessuno, e sarà propria la prossima generazione che ne accuserà conseguenze ora inimagginabili. Il tempo dei teatrini ingannevoli, di far passare lucciole per lanterne è finito. È il tempo dei “costruttori”, di leale collaborazione fra generazioni nel massimo rispetto, chiarezza, trasparenza e verità.

La cosiddetta ‘diagonale’ se pur rinverdita dalla Stazione al Polo scolastico di Viale Leonardo è di utilità quantomeno dubbia, perchè non attraversa zone residenziali che ne alimentano l’utilizzo. Prolungarla poi fino all’argine della Secchia,come occasione di svago per chi voglia pedalare e respirare a pieni polmoni tanta aria fresca e salubre satura di Pm10 e compagnia cantando, con l’avvertenza di farlo tassativamente solo se muniti di maschera antigas, per capirci quelle della Grande Guerra , prima sotto la tangenziale ,poi sotto il tratto autostradale piu trafficato d’Italia, poi a lato dello scalo merci e sotto la ferrovia per Reggio Emilia, e infine sotto la Bretella Campogalliano-Sassuolo in corrispondenza suo colossale svincolo a tre livelli, parrebbe propria la priorità assoluta per l’attuale e prossima generazione, che non vedono l’ora di farsi la tonificante e ossigenante biciclettata.

In primis, chiediamoci onestamente se sono questi i requisiti per concorrere all'ambizioso piano della UE per la prossima generazione.

Recentemente il tema della diagonale e della ricucitura a favore della viabilità interna al quartiere Madonnina è stato discusso in Consiglio comunale, qualcuno della maggioranza l’ha definito uno dei più importanti progetti della città degli ultimi dieci anni.

Sarà pure importante come progetto, ma non ricuce un fico secco. Siamo come solito agli slogan, ricchi premi e cotillon, non ci sono contenuti concreti e importanti, ambiziosi e innovativi, sia per la città nel complesso che per il quartiere della Madonnina. Forse la vera “ricucitura” si realizzerà con i sottopassi sbanderiati dal sindaco, che quelli si (si fa per dire) sarebbero dovuto essere installati da almeno 4 anni… scatolati in cemento armato … e avrebbero ricucito il tessuto urbano come le graffette chirurgiche sulla pancia e i cavalli di Frisia nelle Green zone di Kabul …. next generation … sottopassi finiti nel porto delle nebbie .. si ricuce in alternativa con i varchi stradali …. ma va là…

La dismissione della linea ferroviaria dovrebbe essere l’occasione per una vera riqualificazione urbana, per una bella ri-pulita generale volta a riunire quello che è stato diviso a seguito della espansione fisica della città, durante gli anni del boom economico del dopoguerra, e ai tempi non si badava molto alla qualità e all’estetica dell’edificato, come brutti sono pure gli insediamenti recenti. Il quartiere va ri-pensato di sana pianta fissando come punto di partenza la regola dei 15 minuti. Il tempo occorrente per raggiungere sia a piedi sia pedalando i vari servizi pubblici e privati, in ambito europeo è questo il criterio utilizzato per il rinnovamento e il riscatto qualitativo ed estetico delle periferie urbane, in Francia, Olanda e Germania.

Il quartiere va rivoltato come un guanto, e azioni di piccolo cabotaggio sbanderiate come riqualificanti e di – ricucitura della diagonale – fanno ridere i polli, ma solo quelli di allevamento. E allora occorre alzare lo sguardo ben oltre l’orizzonte consueto, cioè guardare oltre il proprio ombelico, e per questo orizzonte servono le idee che mancano, come manca una visione organica, cose necessarie per delineare un progetto serio e coraggioso, concreto e innovativo di ri-progettazione del quartiere della Madonnina e del contiguo ex villaggio artigiano, che come tante periferie del mondo sono in sostanza quartieri dormitorio. Insufficiente e scontata la solita apertura dell’ennesimo supemarket cooperativo con relativo accesso stradale e area parcheggi spacciata come operazione di riqualificazione, se utile da un lato come servizio per i cittadini, dall’altro non farà che aumentare il traffico veicolare già intenso in quella zona, vanificando le misure di miglioramento della viabilità interna realizzate recentemente, oltre a sigillare e cementificare altro suolo. Perché queste sono migliorie solo in apparenza e di pronto effetto, interventi facili dove non è richiesta scienza superiore, che l’arguta intelligenza di Sherlok Holmes definirebbe 'elementare'. La vera sfida è risolvere i grossi e gravosi problemi del quartiere che restano sul tappeto tali e quali: fonderia e sua bonifica, cavalcavia, brutto edificato da ristrutturare e pure nel caso coraggiosamente da abbattere, parallelamente a un tessuto produttivo e sociale da ri-costruire. E qui entra in gioco la politica, non quella delle idee in finto movimento di una prassi, ma della politica alta di lungo termine, regista della politica urbanistica, economica e sociale.

«Per governare l’importante è avere le idee chiare disse un giorno Lord Clarendon», un importante politico inglese. Affermazione sacrosanta, che nessun politico ha letto, visto quello che passa il convento a Modena e a livello nazionale.

Franca Giordano


Redazione Pressa
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