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Modena, la sinistra sostiene i curdi e il centrodestra latita

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Ci sono battaglie di civiltà dove si deve scendere in piazza, sfilare insieme all'avversario politico per una causa superiore e nobile


Modena, la sinistra sostiene i curdi e il centrodestra latita
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Ieri alle 18, in Piazza Torre, si è svolta una manifestazione di grande senso democratico, di civiltà, di giustizia: una mobilitazione civile per sostenere i curdi del Rojava, dire un no forte e chiaro all’invasione turca della Siria e chiedere che si attivi subito una decisa azione diplomatica per il rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani. Ad organizzare il presidio e ad inviare una lettera aperta alle istituzioni italiane ed europee sono state: l’ARCI, l’ANPI, la CGIL e LEGAMBIENTE. Al presidio hanno preso parte anche i rappresentanti di partiti e gruppi politici del centro sinistra. In Consiglio Comunale, e alla fine della seduta, i Gruppi Consiliari di Sinistra per Modena, Partito Democratico, Verdi, Modena Solidale e Movimento 5 Stelle hanno presentato un ordine del giorno in cui, unitariamente, hanno espresso solidarietà al popolo curdo, ribadendo la necessità di una forte azione diplomatica per fermare l’invasione.

Notizie dal centro destra? Non pervenute e lo dico con profondo rammarico. Da Conservatore. Ci sono battaglie di civiltà dove si deve scendere in piazza, sfilare insieme all’avversario politico per una causa superiore e nobile. Poi si riprenderà a fare a pugni.

 

Cosa è successo venerdì e sabato in quella parte del mondo dove non c’è nulla da prendere e quindi non merita interesse? La zona del Rojava non è la Libia con il suo petrolio... Ecco il bollettino di guerra: le forze turche hanno bombardato per sbaglio un presidio americano impegnato nell’area. L’attacco, avvenuto nei pressi della città di Kobane, non avrebbe comunque provocato feriti. Nella parte Nord Est della Siria, l’esercito di Erdogan è penetrato sino a 8 chilometri dal lato di Tal Abyd e a 4 chilometri da quello di Ras al Ayn, le due località di frontiera da cui è partito l’incursione di Ankara, secondo quanto riferito dal vicepresidente turco Fuat Oktay.

La flotta aerea ha colpito una chiesa nel villaggio di Tall Jihan, a pochi chilometri dal confine turco. Secondo Ankara i “terroristi neutralizzati” sono 342.

 

Alle 12,04, di ieri Ankara comunica che Ras Al-Ayn è stata strappata ai curdi. Le forze turche hanno conquistato la città di Ras Al-Ayn che «nell’ambito dell’offensiva “Peace Spring” è passata sotto il nostro controllo».

 

Alle ore 15 è stata presa di mira una prigione dell’ISIS ad Hasake, un carcere dove sono detenuti centinaia di jihadisti. Come previsto, lo Stato Islamico rialza la testa e libera i suoi con un’autobomba che è esplosa vicino all’edificio. Venerdì, le forze curde avevano affermato che 5 membri dell’Isis erano fuggiti dopo che un carcere di Qamishli, a nord di Hasake, era stato colpito da raid turchi.

 

Alle 19,33, secondo l’agenzia ANSA, sei civili siriani sono stati uccisi sommariamente a sangue freddo da miliziani filo-turchi nel nord-est della Siria. Lo riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, secondo cui i sei civili sono stati uccisi con raffiche di mitra. Secondo il racconto non verificabile in maniera indipendente, questi civili stati radunati di fronte a un muro nei pressi dell’autostrada M4 che attraversa il nord-est siriano.

 

Alle 19,37, gli americani evacuano la postazione colpita dalla Turchia nei pressi della città di Kobane.

 

Alle 23,22, sempre secondo l’ANSA, la ONG internazionale “Un ponte per...” denuncia una serie di attacchi turchi contro presidi sanitari, ambulanze e operatori in Siria. «Colpire le strutture mediche, il personale medico-sanitario, gli operatori umanitari è una gravissima violazione del Diritto Umanitario e delle Convenzioni di Ginevra«, afferma la ONG, che chiede, insieme alla Mezzaluna rossa curda che «ogni misura sia intrapresa perché la Turchia includa nella lista degli obiettivi non militari i presidi sanitari, gli ospedali e le ambulanze, cosa che ad oggi non ha fatto». Il tutto si potrebbe riassumere con un “non faremo prigionieri”. L’ONG riferisce che tra ieri e oggi sono state colpite due scuole a Tel Abyad e due chiese a Qahtaniya, due ospedali a Serekanye/Ras Al Ain e Kobane, un panificio a Qamishlo, una colonna di civili che avanzava da Raqqa verso Tel

Abiad, mentre il 10 ottobre era stato preso di mira il principale deposito d'acqua dell'area di Hassakeh, necessario a rifornire la popolazione e servire gli ospedali della zona.

 

Alle 10,47 di questa mattina, le milizie filo-turche affermano di aver conquistato la cittadina di Suluk, considerata un crocevia strategico a 10 km dal confine. Lo scrive l’agenzia di stampa Anadolu. Le stesse milizie affermano di aver “liberato” Suluk dalle formazioni curde del YPG. Ma una fonte curda, invece, replica dicendo che il YPG sta ancora combattendo ferocemente e non si arrenderà.

Il massacro continua.

 

Massimo Carpegna


Massimo Carpegna
Massimo Carpegna

Visiting Professor London Performing Academy of Music di Londra. Docente di Formazione Corale e del master in Musica e Cinema presso Istituto Superiore di Studi Musicali Vecchi Tonelli..   Continua >>


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