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Senza alcun dubbio è il candidato di punta della lista modenese Pd in vista delle Regionali di metà novembre, eppure la candidatura dell'ex sindaco di Modena Giancarlo Muzzarelli è stata a lungo osteggiata dal partito. Ora che il suo nome è ufficialmente nella lista degli otto che si contenderanno un posto in Regione, abbiamo cercato di ricostruire il tortuoso percorso che ha portato a questo esito col diretto interessato.
Perché si candida? Come ha vissuto le resistenze del Pd rispetto al suo desiderio di candidarsi in Regione?
'Guardi, io non inseguo il gossip. Mi candido perché me l’ha chiesto il Partito Democratico, e perché tante e tanti cittadini mi hanno incoraggiato a proseguire il mio impegno politico. E perché c’è ancora lavoro da fare. Ci aspettano sfide cruciali e dobbiamo esserne all’altezza: credo di potere dare un contributo importante, perché serve una grande Modena per una grande Emilia-Romagna.
Essere già stato in Regione, conoscerne i meccanismi, credo sia un mio punto di forza'.
Quali saranno i primi 5 impegni sui quali si concentrerà qualora dovesse essere eletto in Consiglio regionale?
'Sanità, politiche ambientali, infrastrutture, lavoro, un sistema della formazione che dall’asilo all’Università contribuisca ad avere una società della conoscenza. Dobbiamo essere lì, combattere il declino, perché il nostro posto è tra i grandi territori europei'.
Come si spiega questo tentativo di ostruzione, se c’è stato, da parte della segreteria provinciale?
'Come dicevo, non inseguo il gossip. A me hanno chiesto di candidarmi e ho dato la mia disponibilità. Se sarò eletto sarò scomodo perché sono un uomo libero, non uno yesman'.
Il suo principale rivale nella corsa alle preferenze è Luca Sabattini. Chi otterrà più consensi avrà un ruolo più importante anche nel Pd di domani a Modena?
'Penso soltanto a fare bene, per essere eletto in Consiglio regionale e contribuire alla vittoria di De Pascale con un Partito Democratico protagonista'.
A Modena la nuova giunta ha preso ripetutamente le distanze dalle sue scelte. A partire dall’urbanistica, peraltro con le stampelle esterne di Fdi e Lega, passando dalla gestione rifiuti. L’ha stupita questo atteggiamento di Mezzetti? In fondo il consenso al termine dei suoi dieci anni da sindaco era ampio.
'Una parte dei progetti urbanistici avevo già deciso di bocciarla io'.
Si aspettava il sostegno dell’assessore Maletti, sua storica rivale alle primarie 2014, alla sua corsa? Farà un ticket con Ludovica Ferrari in città?
'Come ho detto ai suoi colleghi nei giorni scorsi, collaborerò con tutte le candidate che me lo chiederanno. Con Ludovica Ferrari, che è stata un’assessora capace nei miei dieci anni da sindaco, abbiamo due iniziative a Modena a cui invito tutti gli interessati: il 18 ottobre per parlare di politiche abitative, e il 23 ottobre per ragionare di sanità, con due interventi importanti come quello di Vasco Errani e, appunto, di Francesca Maletti. Con Francesca condividiamo un impegno forte per Modena dal 2014. Ci siamo sempre confrontati con grande rispetto e tra noi c'è tanta stima'.
Qualcuno ipotizza la sua ascesa, in caso di elezione, a un assessorato. Magari alla sanità. E’ un desiderio che coltiva?
'Ho promesso a Alessandra che mi sarei occupato di sanità, perché la sanità pubblica è la più grande ricchezza che abbiamo, e va tutelata da un Governo che vuole costringere sempre più persone a rivolgersi al privato e alle assicurazioni. Mi occuperò di sanità anche da consigliere'.
Da 4 mesi non è più sindaco di Modena. Cosa le manca di più di quella esperienza?
'È stata un’esperienza totalizzante, nel senso più bello della parola, a contatto con i cittadini dalle prime ore del giorno a notte fonda. La parte più bella sono stati proprio i modenesi, con cui ho avuto un rapporto diretto, franco, anche di grande affetto, nei momenti più felici e in quelli più difficili, anche personali. Per carattere guardo sempre avanti: i ricordi belli restano, ora l’impegno è quello di candidato in una Provincia che amo tanto'.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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