Nonantola, alluvione dimenticata: proroga per ricostruzione ma ancora rimborsi al 50%
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Nonantola, alluvione dimenticata: proroga per ricostruzione ma ancora rimborsi al 50%

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A due anni e mezzo dal dramma tanti privati non hanno ancora ricevuto rimborsi per i lavori di ricostruzione e ripristino. Spesso i cantieri non partono o non finiscono per impossibilità di accedere al credito, ma non solo. La proroga concessa per l'ultimazione dei cantieri, spostata a dicembre 2024, rinvia ma non risolve i problemi. E così i cittadini anziché agevolati vengono ostacolati


Nonantola, alluvione dimenticata: proroga per ricostruzione ma ancora rimborsi al 50%
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'Copertura delle richieste di rimborso? Siamo al 50%, ma se per quanto riguarda gli interventi di ristrutturazione e ripristino più piccoli, fino ai 10.000 euro per intenderci, abbiamo chiuso tutte le pratiche, le difficoltà permangono per gli interventi più grandi. E questo anche perché molte famiglie non hanno avuto e non hanno la capacità economica per pagare anticipatamente i lavori, e sia per le difficoltà di accesso al credito. Nonostante l'impegno di un importanto istituto, sono diversi, anche per difficoltà pregresse, che non riescono ad accedere al finanziamento per continuare o concludere i lavori pur avendo riconosciuto il pieno diritto al rimborso'.



Così il sindaco di Nonantola Federica Nannetti, a due anni e mezzo dall'alluvione del 2020, provocata dalla rottura dell'argine del fiume Panaro, in località Bagazzano, a pochi chilometri a nord di Modena, che provocò danni per circa 100 milioni a Nonantola.

Comune più colpito. A Modena i danni furono limitati alla Fossalta e a Modena est, per l'esondazione del Tiepido. A Nonantola furono 1800 le richieste di danni da parte di privati, alle quali vanno aggiunte le circa 200 presentate da aziende, molte delle quali coperte da assicurazione. Un disastro che arrivò a 6 anni dall'altra devastante alluvione che provocò una vittima e che provocò decine di milioni di danni e travolse con quasi due metri d'acqua Bastiglia e parte di Bomporto. Alluvioni drammatiche per chi le ha vissute ma che forse per avere colpito una parte del territorio e un numero limitato di comuni, oltre che al loro essere politicamente scomode da ricordare soprattutto nel dibattito anche politico sul rischio idrogeologico, sono state di fatto dimenticate. Anche nelle parole che hanno accompagnato gli eventi di questi giorni in Romagna.

Così come dimenticati, non sicuramente dai sindaci, gli impegni assunti dalla politica regionale e nazionale rispetto a rimborsi e aiuti.

Perché come nel caso di Nonantola spesso le famiglie e imprese hanno si bisogno di soldi, ma soprattutto di essere poste nelle condizioni di farcela nella ricostruzioni. E tra queste condizioni quella dell'accesso al credito è fondamentale. A Nonantola, purtroppo, apprendiamo dalle parole del Sindaco Nannetti, che pur avendo diritto al rimborso, quindi una garanzia che i soldi riconosciuti arriveranno, molti privati faticano a fare valere il proprio diritto riconosciuto in termini di rimborsi, nei confronti delle banche. Magari per una segnalazione pregressa, legata ad una difficoltà contingente. Eppure no, per molti le porte rimangono chiuse. E qui si innesta il circolo vizioso. Per avere il rimborso devo avanzare con i lavori, tra l'altro in tempi definiti oltre i quali si perde anche il diritto al rimborso, ma per avanzare ho bisogno di soldi che se non ho disponibili o disponibili solo in parte, sono spinto a chiedere in prestito e a farmi anticipare dalla banca. Che in diversi casi non concederebbe il credito nonostante la garanzia di avere diritto al rimborso. E qui il sistema si incaglia, con in aggiunta il timore di non chiudere i lavori nelle scadenze previste per non perdere il diritto al rimborso. Un timore alleviato pochi giorni fa dalla proroga concessa dalla Regione, su richiesta del comune di Nonantola, al fine lavori. Non più il settembre 2023 ma il dicembre 2024. Di fatto 15 mesi in più a disposizione dei cittadini e delle attività produttive per completare tutti i ripristini post alluvione. La procedura rimane la stessa ma cambia, appunto, la scadenza. Elemento fondamentale, perché i lavori non conclusi rimangono davvero tanti e non solo per mancanza di credito: 'L'incremento dei costi dei costi dei materiali ha frenato molti cantieri su cui pesa anche l'indisponibilità di molte aziende impegnate nel boom dei lavori del super-bonus 110%'

In sostanza, la scadenza al dicembre 2024 sposta in avanti ma non risolve il problema, creato da tanti ostacoli che frenano anziché agevolare, l'iniziativa privata.

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 


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