Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Impossibilitato ad inaugurare opere che attendono da anni, e la cui apertura o l'avvio dei cantieri era stata programmata programmata poco prima delle elezioni (Data Center, Palazzina edilizia residenziale via Forghieri, ex diurno di Piazza Mazzini, cantiere S.Agostino, Casa della Salute, insieme ad altre opere rimaste al palo e senza progetto del piano periferie), il Comune tenta di ottimizzare quel poco che è pronto per essere inaugurato prima del 26 maggio. Nessun edificio, nessuna nuova strada, nessun nuovo collegamento (anche il sottopasso dell'ex Benfra dopo 12 anni di attesa, pur inaugurato, è rimasto incompleto ed inutile ai più), ma un parco, che tra l'altro c'era già, ma che ora è stato riqualificato ed attrezzato con nuove strutture. E' quello su cui si affaccia sulla fine di viale Gramsci, in quella striscia di verde Chiuso da anni e riqualificato.
E' evidente dal cartello apparso in questi giorni in zona, l'obiettivo di ottimizzare politicamente, in chiave elettorale l'inaugurazione. Le inaugurazioni o le aperture, sotto elezioni, di cantieri e di opere, fanno ormai già parte dell'immaginario collettivo. E fin qui ci sta tutto.
Quello che non ci sta e che ha fatto storcere il naso a diversi residenti è l'iniziativa/concorso dal chiaro connotato politico che fa da corollario all'inaugurazione e al parco stesso. Un concorso di idee e di proposte, con il coinvolgimento dei cittadini nella scelta del nome del parco. In una rosa di sei nomi tra i quali solo 3 non sono politicamente connotati (Naviglio, Accoglienza, Vittime del femminicidio), mentre gli altri appartengono a nomi dal chiaro connotato politico: Bice Ligabue, Luciana Sgarbi e Nilde Iotti. 'Ci manca solo che si ripeta l'intenzione di intitolarlo a Stalin' - maligna qualcuno su FB.
Ma il punto non sta nemmeno nella scelta obbligata tra una rosa già definita che non offre grandi opportunità, bensi nella modalità con cui i cittadini vengono organizzati sia per ricevere informazioni sia per esprimere la propria scelta. Quest'ultima infatti può essere espressa attraverso una cartolina da consegnare nel circolo PD della zona Sacca, con sede nel periodo elettorale proprio in viale Gramsci dove i cittadini sono dirottati su espressa indicazione del manifesto che non riportando alcun simbolo di partito, viene a tutti gli effetti scambiato per un manifesto (ed una iniziativa), del Comune.
A conferma di un'operazione capace di andare ben oltre all'utilizzo elettorale (prevedibile e comunque legittimo), dell'inaugurazione di una opera pubblica sotto elezioni, da parte del Comune, ma di sfociare in un palese utilizzo, da parte del PD, partito di riferimento del sindaco e al governo della città, dell'inaugurazione pubblica ed istituzionale, a scopi elettorale. Tutto legittimo, ci mancherebbe, ma discutibile sul piano dell'opportunità politica. 'Nessuna scorrettezza' - specifica il referente del PD di quartiere e consigliere comunale Antonio Carpentieri. 'L'iniziativa è da attribuire al PD. Il Comune non c'entra. Anzi quando l'ho proposta, con tanto di data, non sapevo che il parco avrebbe inaugurato il 4 maggio. L'idea di coinvolgere i cittadini nella proposta di alcuni nomi da proporre al Comune ci è venuta tempo fa, sapendo comunque che il nuovo parco sarebbe stato inaugurato, anche se non sapevamo esattamente quando'. Fatto sta che il manifesto che promuove l'iniziativa, se da un lato non presenta il simbolo del Comune, dall'altro non presenta nemmeno quello del dichiarato promotore, il PD, che se era intenzione del PD stesso distinguere da una iniziativa riconducibile all'inaugurazione ed al Comune (anche solo per evitare polemiche e fraintendimenti rispetto all'intreccio e alla confusione tra partito ed istituzione), molti si sarebbe aspettati di vederlo, quel simbolo. Invece no. L'iniziativa, lanciata con i manifesti in concomitanza con l'imminente inaugurazione del parco, è totalmente confondibile, e automaticamente connessa, nella tempistica, e addirittura nella grafica, all'inaugurazione di sabato.
'Dispiace che sia stata data questa lettura' - speficica Carpentieri. Non c'era nessuna volontà di fare confusione. Una cosa è certa. E' sbagliato dire che il Comune fa propaganda al PD'
Gianni Galeotti