Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
“Sono sinceramente sorpreso dai toni usati da Ausl nel rispondere ad una precisa richiesta di delucidazioni, avanzata per altro da tempo e ripetuta più volte via pec. Più che quelli di un’Azienda sanitaria sembrano fin troppo quelli di una segreteria di partito. Ad espressa richiesta di chiarezza da parte dell’Amministrazione e del Sindaco di Mirandola rispetto alla sorte di reparti trasferiti altrove con l’emergenza Covid, si è provveduto a rispondere con una lunga lista della spesa, ma che di fatto non entra nel merito e che pare miri più a confondere che a chiarire. E sempre, nel solco di quelle promesse prive di seguito concreto'.
Il deputato leghista e Capogruppo in Consiglio Comunale a Mirandola Guglielmo Golinelli torna sul punto dell'accesso confronto politico che vede da un lato l'Amministrazione comunale di Mirandola, ed in primis il sindaco Alberto Greco, e l'Ausl.
Quello del ritorno a Mirandola delle attività chirurgiche ed ortopediche, trasferite a seguito della riorganizzazione ospedaliera dovuta all'emergenza Coronavirus dal locale ospedale a quello di Carpi. Un ritorno sul quale il sindaco, da subito, aveva chiesto garanzie. Date dall'Ausl e seguite da alcune settimane di relativa calma. Fino al 6 maggio scorso quando una dichiarazione del Direttore Generale dell'Ausl Brambilla alla Conferenza territoriale sanitaria mette in allerta il sindaco: 'Le poche parole pronunciate dal direttore Ausl Antonio Brambilla - afferma Greco - hanno risuonato alle mie orecchie come una visione infausta per l'ospedale di Mirandola. In quella sede, Brambilla ha detto che si dovra' pensare ad una rete di piattaforme dove si sposteranno strumenti e professionisti e non e' pensabile tornare come prima.
Questa frase 'non e' pensabile tornare come prima', unita al fatto che le attivita' chirurgiche ed ortopediche a Mirandola non sono ripartite diversamente da quanto ci risulta stia gia' avvenendo in altri ospedali, ci fa pensare che la storia si ripetera''. Da qui la replica dell'Ausl: 'Il potenziamento del Santa Maria Bianca ci sarà, l’Azienda realizzerà quanto previsto, dotandolo di personale e strutture adeguati. È già stato sospeso il ricovero dei pazienti covid-positivi, affinché possano poi ripartire in sicurezza le attività.
La ragione dello spostamento temporaneo della Cardiologia era ed è chiara: accogliere e isolare in stanze singole, sicure e monitorate, i cittadini mirandolesi con sospetto covid in attesa della risposta del tampone (come avviene in tutti gli altri ospedali), a tutela di tutti, operatori compresi, ma l’attività sarà riallocata non appena l’andamento epidemico lo consentirà.
Non si accusi l’AUSL di non pensare al Santa Maria Bianca, quando è già all’opera un nuovo e qualificatissimoprimario della Pneumologia – reparto che è stato protagonista, insieme ad altri, dell’assistenza ai malati covid e che avrà nuovo personale e strutture, per raggiungere un ruolo di primo piano nella rete provinciale.
In relazione alla salvaguardia dei percorsi chirurgici, l’attività programmata della chirurgia generale e dell’ortopedia è già ripartita presso una struttura convenzionata'
Rassicurazioni che non convincono né nei toni e né nei contenuti il deputato Golinelli: 'Chirurgia, Ortopedia e Urologia attualmente “ricoverate” presso strutture private per gli interventi programmati e all’ospedale di Carpi per le urgenze, non sono ancora rientrate al Santa Maria Bianca. Allora riformuliamo la domanda, in modo semplice e diretto: quando verranno ripristinate nuovamente a Mirandola? O il copione è già stato scritto sulla falsa riga di quello del post-terremoto che ha privato la struttura mirandolese di altri importanti reparti? Lo chiediamo noi, e lo chiedono i cittadini, non solo di Mirandola, ma dell’Area Nord, ai quali, purtroppo inizia ad essere chiara la mancanza di volontà a voler ripristinare quanto tolto per la necessità dell’emergenza.
Con l’auspicio di avere quanto prima risposte certe a riguardo, mi preme sottolineare che, se questi sono i presupposti (girare intorno alle questioni, alle richieste di chiarezza, dire e non dire o dettagli più assordanti del silenzio…) per avere un ospedale del medesimo livello operativo di Carpi, il futuro allora pare riservare ben altre brutte sorprese a Mirandola'