'La prospettiva del governo delle partecipate deve partire da un punto di vista completamente diverso rispetto a quello di oggi. Il sistema dei controlli è saltato. A Modena sono emerse situazioni critiche e patologiche perché qui il territorio ha avuto il coraggio di affrontarle'. Queste - come riporta il Resto del Carlino di oggi - le parole pronunciate ieri dal presidente della Sezione di controllo della Corte dei conti Marcovalerio Pozzato
all'incontro in Provincia sulle partecipate. Il governo delle partecipate, ha detto Pozzato a margine del suo intervento, 'non può essere quello del rafforzamento industriale, ma deve essere il servizio a favore dei cittadini di quello specifico territorio. Non di altri che in qualche modo si sono trovati a far parte della società e che naturalmente vogliono far valere i loro diritti di azionisti. Per esempio sulle assunzioni di personale'. Un chiaro riferimento a Seta e Aimag. E su seta Pozzato ha rimarcato come 'il sindaco di Modena abbia sollevato una patologia a causa della quale addirittura viene meno la conoscenza dei dati essenziali. Qui non è più garantito un bel niente, né la programmazione né la gestione'.
Il commento
'Le parole pronunciate dal presidente della sezione controllo della Corte dei conti, il giudice Marcovalerio Pozzato, sul caso Modena sono di una gravità inaudita e confermano ciò che Fratelli d’Italia denuncia da anni: il sistema delle partecipate, costruito e gestito dal Partito Democratico, è ufficialmente fuori controllo. Non parliamo più di singole anomalie, ma di una vera e propria patologia amministrativa che mette a rischio trasparenza, sostenibilità e funzione pubblica di aziende strategiche, finanziate con denaro dei cittadini e che dovrebbero avere come unica priorità il benessere della comunità'. A parlare è il senatore Michele Barcaiuolo, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia.'Non è accettabile che un ente come il Comune di Modena – che dovrebbe rappresentare i cittadini – non sia più in grado di conoscere dati essenziali relativi – come nel caso Seta – alle proprie partecipate, né garantire una programmazione seria. E più in generale, nel sistema delle partecipate del territorio modenese – da Seta ad aMo, da ModenaFiere fino al caso Aimag – da tempo assistiamo a derive privatistiche, nomine fuori controllo, assunzioni poco trasparenti e incapacità politica di riformare un sistema ormai autoreferenziale, costruito più per garantire equilibri interni alla sinistra che per servire davvero il territorio'.'Il parere negativo della Corte dei conti sull’accordo Aimag-Hera – aggiunge Barcaiuolo – emesso già due mesi fa, è una sonora bocciatura che l’amministrazione continua a ignorare.
I giudici hanno parlato chiaro: mancanza di motivazioni, assenza di valutazioni su alternative, lacune sulla convenienza economica e violazione delle regole sulla concorrenza per mancata gara a doppio oggetto. In pratica, si voleva cedere la governance di una società pubblica a un colosso privato come Hera, senza tutelare minimamente l’interesse collettivo. È gravissimo che davanti a una tale sentenza politica e tecnica, da sinistra sia calato il silenzio più totale. E ancora più grave che, come segnalato dalla stessa Corte, si siano utilizzate risorse pubbliche per favorire il fine di lucro del partner privato, senza coinvolgere né uffici comunali né revisori dei conti'.'Con un ammanco di oltre mezzo milione di euro – prosegue il senatore – il caso aMo rappresenta un’altra faccia della stessa questione. Dopo uno scandalo che ha coinvolto l’intero Partito Democratico provinciale, con responsabilità politiche gravissime, il Pd modenese è sembrato più intento a coprire che a chiarire cosa fosse accaduto. Infatti, a distanza di mesi, risulta che il parere legale sulla responsabilità dell’ex vertice non sia ancora stato reso, e si continui a temporeggiare.
In gioco ci sono fondi pubblici e responsabilità chiare, che Provincia e Comune non possono più fingere di non vedere. La stessa Corte dei conti ha chiesto azioni serie per tutelare il patrimonio compromesso: eppure, per mere ragioni politiche, si sta scegliendo di non intervenire. Il caso Seta – attacca Barcaiuolo – è un altro tassello emblematico di questo sistema: un’azienda in cui – come ha denunciato persino il sindaco Mezzetti – vengono negati ai soci pubblici dati fondamentali, come il budget 2026 e le motivazioni dell’aumento dei biglietti, con la giustificazione assurda che si tratti di una “società privata”. È inaccettabile che una società a maggioranza pubblica, finanziata anche con risorse dei cittadini modenesi, operi come se fosse indipendente da ogni controllo. Pozzato ha parlato chiaramente di “gestione eterodiretta”, di “mancanza di trasparenza” e di logiche industriali che nulla hanno a che fare con le esigenze dei territori. La mancata attuazione, da anni, del Patto di sindacato tra i soci pubblici è il simbolo della resa della politica e del totale abbandono dell’interesse collettivo'.'La Corte – chiarisce il senatore – ha poi ribadito un principio sacrosanto: le partecipate non devono rispondere a logiche privatistiche né a interessi esterni, ma devono garantire servizi ai cittadini di quel territorio. È la conferma del fallimento della visione del centrosinistra, che ha trasformato le società pubbliche in luoghi di potere e clientele politiche, perdendo ogni connessione con i bisogni reali della comunità. L’esperienza di Tep Parma, citata dalla Corte come esempio virtuoso, dimostra che un modello alternativo è possibile. Il tempo delle proroghe, delle connivenze e delle omissioni è finito. Fratelli d’Italia continuerà a incalzare le amministrazioni in tutte le sedi istituzionali per fare piena luce su ciò che è stato nascosto per troppo tempo. Modena merita trasparenza, competenza e rispetto per il denaro dei cittadini. Chi ha gestito le partecipate come fossero proprietà di partito dovrà risponderne fino in fondo', conclude Barcaiuolo.