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'Con il payback sanitario giudicato legittimo dalla Consulta, le imprese operanti nel settore dei dispositivi biomedicali sono ora obbligate a restituire parte della spesa in eccesso effettuata dalle Regioni per acquistare i loro prodotti. Visto che la norma, varata nel 2015 e per anni non applicata, obbliga ora a compensare alle Regioni la spesa effettuata nel periodo 2015-2018, è chiaro che si tratta di un provvedimento sbagliato nel merito e nel metodo. Si tratta di fatto di meccanismo perverso, che fa vacillare 1.400 imprese e circa 190 mila posti di lavoro in tutta Italia e che rischia di mettere in crisi il più importante distretto industriale del Paese e uno tra i più importanti del mondo, sia per produzione sia per know-how e ricerca, come quello di Mirandola.
Un provvedimento che ha aperto fino ad ora un enorme contenzioso tra Stato e migliaia di imprese che hanno scelto la via del ricorso ma sul quale da qualche giorno è arrivato il pronunciamento di grado superiore della Consulta che giudica il payback legittimo e obbliga le aziende a pagare'.
A parlare è Barbara Moretti del M5S Modena.
'In attesa di questa sentenza la maggioranza di Governo si era impegnata ad anticipare il pronunciamento stesso elaborando provvedimenti in grado di mitigare l'enorme impatto economico che le conseguenze della sentenza della Corte ora porteranno sul sistema produttivo e industriale del biomedicale. Invece dal Governo abbiamo registrato un colpevole disimpegno politico ed istituzionale.
Per mesi non ha affrontato la questione come avrebbe dovuto fare nel periodo che divideva dalla sentenza e a prescindere da quella che sarebbe stata la pronuncia della Corte.
Perché se il problema è certamente rappresentato dal 2015-2018, le aziende, molte delle quali già a rischio ora, non potrebbero reggere, se il provvedimento non venisse modificato o cancellato, all'impatto degli anni successivi, comprendenti l'emergenza Covid. Per questo bisogna muoversi, recuperare il tempo perduto in questi mesi da un Governo incapace e mettere forze industriali, sindacali e politiche intorno ad un unico tavolo per tracciare una road map con tappe e scadenze precise da seguire - continua Moretti -. Una cosa è certa. Il Payback, così come è, va modificato o va cancellato. In sostanza, non può e non deve ripetersi una situazione come quella che stiamo vivendo e vivremo nei prossimi mesi. Creata da un provvedimento, applicato dopo anni dal suo varo e con effetti di fatto retroattivi. Un pasticcio del genere va assolutamente evitato. Serve una sanatoria per il 2015-2018, quantomeno per mitigare gli effetti di fatto retroattivi non prevedibili e devastanti sulle aziende che dovranno versare alle regioni risorse per miliardi nemmeno messe a bilancio per annualità già chiuse, e allo stesso tempo serve un provvedimento strutturale in grado di normalizzare la situazione, rendendola, se mantenuta, chiara e programmabile, anche in termini di bilancio, per il futuro. Non solo per le aziende a ma anche per la Regione nel cui bilancio la voce di entrata payback è sicuramente importante. Per non trovarsi come quest'anno ad approvare il bilancio della Regione, e in cascata delle Ausl, con poste di in entrate ed in uscita congelate, in attesa del pronunciamento della Consulta. La posta in gioco è troppo alta per perdere altro tempo'.
Redazione Pressa
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