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Il Pd rischia di arrivare al 'capolinea' anche se dovesse vincere Stefano Bonaccini. Il consigliere regionale dem Giuseppe Paruolo, che sostiene il governatore dell'Emilia-Romagna, avverte però che anche il caso prevalesse la candidatura di Bonaccini si aprirebbe un 'percorso da ostacoli' non facile per salvare il partito. Intanto, scrive il consigliere democratico nella sua newsletter, 'è fondamentale riuscire a limitare il potere di interdizione delle correnti nazionali senza per questo penalizzare il pluralismo delle idee'. Inoltre occorre 'procedere ad un vero rinnovamento della classe dirigente (attenzione, perché è uno slogan usato e abusato, che di solito poi si risolve in qualche gesto simbolico non sostanziale), soprattutto a livello romano e parlamentare dove alcuni percorsi sono apparsi finora immutabili, procedendo a cambiare la legge elettorale oppure cambiando il metodo di scelta dei candidati (primarie)'.
Soprattutto poi 'occorrerà usare con intelligenza il potere di cooptazione che è intrinsecamente legato alla leadership: perché se gli elettori percepissero che la selezione premia figure poco credibili e competenti, e soprattutto più attente al proprio potere che al bene comune, come in larga misura è accaduto finora, continuerebbero nel proprio percorso di allontanamento'. Insomma 'se non si riuscisse a superare questo percorso ad ostacoli, temo che per il Pd sarebbe il capolinea. Viceversa, se lo si riuscisse a superare brillantemente, il Pd potrebbe rilanciarsi aprendo prospettive interessanti per l'intera politica italiana e per il paese'.
Ma la prima scelta fare, alla vigilia dell'avvio del voto nei circoli e in vista delle primarie del 26 febbraio, è secondo Paruolo evitare che prevalga l'opzione 'radicale' rappresentata da Elly Schlein, che snaturerebbe il progetto originario del Pd.
'Se dovesse prevalere Elly Schlein, che rappresenta sostanzialmente quella prospettiva politica - scrive ancora il dem - questo snaturamento potrà riprendere e perfezionarsi. Una vittoria alle primarie di Stefano Bonaccini, invece, avrebbe il senso della continuità rispetto al patto fondativo e alla missione originaria del Pd. Già questo è sufficiente a motivare la ragione del mio sostegno a Bonaccini in questo congresso'. Paruolo intende però chiarire due aspetti. 'Primo, non c'è simmetria fra i due principali candidati, perché se Schlein tira il Pd verso una sinistra 'radicale', Bonaccini non lo tira verso destra, avendo lui una posizione 'centrale' nel partito, che peraltro gli consente di avere sostegni trasversali a tutte le aree interne, sinistra inclusa. Secondo, siccome è del tutto evidente come sia improponibile una pura conservazione dell'esistente, il cambiamento che Bonaccini dovrà proporre potrà concentrarsi sugli aspetti - per me più importanti e centrati rispetto alle ragioni del declino elettorale - dei meccanismi di formazione delle decisioni, del rinnovamento e della credibilità della classe dirigente'.
Redazione Pressa
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