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Basta vedere i film americani per rendersi conto che negli Stati Uniti (e non solo lì) chi alza le mani su un poliziotto viene crivellato di colpi senza che nessuno pensi neanche lontanamente ad incriminare gli agenti che hanno sparato.
Per nostra fortuna in Italia le cose vanno molto diversamente ed anche nei casi estremi come quelli sovracitati poliziotti e carabinieri, a rischio della loro vita, cercano di arrestare gli aggressori bloccandoli a terra, senza far uso delle armi.
I famosi processi (Aldrovandi, Magherini, Uva) che vengono sempre citati per dimostrare la vocazione alla violenza delle nostre forze dell’ordine, conclusisi in due casi con l’assoluzione e in uno con la condanna per omicidio colposo, avevano proprio come fondamento dell’accusa il modo con il quale la persona fermata (ubriaca o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti) era stata trattenuta prona a terra, con il pericolo che in quella posizione potesse avere un infarto.
Secondo voi nel caso che Preiti (l'uomo che sparò a due carabinieri il 28 aprile 2013 davanti a Palazzo Chigi) e Papantuono (l'uomo che il 13 aprile 2019 ha ucciso il maresciallo Di Gennaro), trattenuti proni a terra con il viso schiacciato sul selciato e con un poliziotto e un carabiniere a cavalcioni per tenerli bloccati, fossero morti di infarto, ci troveremmo di fronte ad un atto eroico o ad un atto criminale?
Carlo Giovanardi
Redazione Pressa
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