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'Una battaglia di civiltà' l'hanno definita i portavoce del Movimento 5 stelle. Certo è che la scena vista ieri a Roma, una svolta, almeno simbolica, l'ha rappresentata. Perché vedere gli esponenti dei comitati dei cittadini (diverse mamme che si sono organizzate per non mancare all'invito lanciato dalla deputata Stefania Ascari al Ministero), che da ormai due anni si battono per la riapertura dei centri nascita montani chiusi nell'autunno del 2017, e parlare in una sede ministeriale ad un sottosegretario di Stato, non è una cosa usuale.
Presenti all'incontro al Ministero, oltre agli esponenti del Movimento 5 Stelle, il sindaco di Castelnovo ne’ Monti Enrico Bini, il Comitato le Cicogne di Montagna di Castelnovo ne’ Monti, il Comitato Salviamo l’Ospedale di Pavullo in rappresentanza anche di Diritto Nascere in Montagna di Castelnovo ne’ Monti, il Comitato Pro Ospedale Santa Maria delle Valli del Taro e del Ceno, il Comitato Mamme della tenda di Borgo Val di Taro” continuano le esponenti del Movimento 5 Stelle.
Per la provincia di Modena, e quindi per il centro di nascita di Pavullo, Maria Cristina Bettini.
Proprio quest'ultima ha illustrato le ragioni che, dopo la chiusura del punto nascita di Pavullo, hanno portato il Comitato a proporre una istanza di riesame della richiesta di deroga alla chiusura inviata dalla Regione al Ministero, snocciolando i dati in essa contenuti, relativi a quelle condizioni geografiche, sociali ed ambientali che definivano le oggettive criticità del territorio montano e la centralità rappresentata dal punto nascite di Pavullo per l'intera area sud della provincia. E che non sarebbero state adeguatamente rappresentate nell'atto della Regione. Un aspetto già ricordato nel recente appuntamento del 19 dicembre scorso
quando i Comitati sottolinearono che la richiesta di deroga presentata dalla Regione risultava incompleta riguardo le tempistiche per raggiungere gli ospedali di primo livello, e quindi per un elemento sostanziale, ovvero quello legato alla garanzie al soccorso e all'intervento in casi di emergenza urgenza.
Criticità che per il Comitato non sarebbero state opportunamente evidenziate ed oggettivate nel documento inviato dalla giunta regionale e che avrebbero così contribuito a motivare il parere negativo del Ministro. Che di parere comunque si trattava, un parere non vincolante e che, pur basato su valutazioni tecniche, avrebbe comunque dato ampio spazio di manovra (e di responsabilità) politica alla giunta che ha il diritto e dovere di dire di fatto l'ultima parola.
Ma dall'incontro di ieri sembrerebbe che potesse anche solo la serie di professionalità che erano già in servizio al punto nascite di Pavullo, per evitarne la chiusura, al di la del limite dei 500 parti annui. 'L'organico h24, composto da Ginecologo, pediatra e anestesista determina la sicurezza di un Punto nascite al di là della soglia dei 500 parti annui' - ha affermato nel corso dell'incontro il Sottosegretario alla Sanità Armando Bartolazzi, sorpreso nell'apprendere della chiusura di punti nascita come quello di Pavullo nel Frignano e Castelnovo ne Monti dotati ai tempi dei requisiti minimi assistenziali.
Più cauta la posizione dei membri del Comitato Percorso Nascita Nazionale dottoressa Angela De Feo, Dottor Rinaldo Zanni e del Presidente Gianfranco Jorizzo disposti però a 'valutare l'istanza di Riesame del Parere Ministeriale su esplicita richiesta anche della Regione.
L'elemento orografico se comprovato con integrazione di dati fattuali legittima l'esistenza di questi piccoli centri, ove la Rotazione dell'Equipe Medica assolverebbe al problema manualità.
La decisione spetta alla Regione
“Su mia richiesta il Comitato Punti Nascita Nazionale (del Ministro, ndr), ha confermato che il proprio parere è consultivo e non vincolante. Questo avalla la nostra posizione sul fatto che la competenza sulla riapertura è regionale”, incalza la Vicepresidente Spadoni già presente insieme alla deputata Ascari al primo appuntamento lo scorso 19 dicembre.
“Il Sottosegretario alla Salute Bartolazzi (MoVimento 5 Stelle) ha dichiarato che è fondamentale valutare la situazione di ogni singolo Punto Nascita con dati certi asserendo che non si può generalizzare e vanno analizzati diversamente caso per caso da qui la disponibilità ad analizzare le singole richieste” continuano Ascari e Spadoni. Ma partendo dall'unanime consapevolezza che la decisione spetta alla regione che da più di un anno 'tiene ferma' il commissione sanità una istanza che il consigliere pentastellato Giulia Gibertoni ha depositato proprio sulla base delle considerazioni espresse dal comitato sui limiti e sulle criticità del documento regionale.
Una istanza che se messa in discussione potrebbe davvero fare capire fino a che punto potrebbe spingersi il Presidente della Regione, il PD e chi a livello istituzionale, si è espresso per la chiusura dei centri.
“Continueremo sempre a portare avanti le istanze e i diritti delle mamme della montagna: il MoVimento 5 Stelle ha da sempre lavorato per favorire la riapertura dei Punti Nascita con i necessari livelli di sicurezza. I cittadini devono riavere il servizio di cui sono stati privati, è un loro diritto” concludono Spadoni, Ascari e Sensoli.
Gianni Galeotti