La delibera numero 43 del 6-4-2021 le cui disposizioni sono efficaci dal 7-4 2021 al 30-4-2021 nella gestione di un caso COVID-19 confermato in ambiente scolastico tiene in adeguata considerazione l’essere la Regione Emilia Romagna una regione ad elevata prevalenza di varianti specie la B1.1.7 nota come variante inglese.
Il 18 dicembre del 2020 il NERTAG sottolineando la maggiore contagiosità della variante faceva notare “la stessa metterebbe i bambini in condizioni di parità”. In parole povere i bambini nei confronti della variante inglese perderebbrero quella sorta di immunità naturale ipotizzata nei primi studi condotti a Vò.
Dagli studi recenti perciò un contatto in ambito scolastico non può che essere considerato un contatto stretto e quindi soggetto a quarantena come avviene in altre situazioni. Le norme di contenimento dell’epidemia non possono ignorare la maggiore contagiosità della variante e il nuovo ruolo riconosciuto ai bambini nella diffusione della infezione. Certamente se avessimo a disposizione test salivari validi potremmo testare più volte i bambini sarebbe molto meno traumatico e la compliance genitoriale maggiore. Nella mia esperienza spesso è difficile convincere un bambino al primo tampone al terzo molti
desistono.
Capisco che per molte famiglie dovendo lavorare sia difficile tenere a casa i propri figli ma questa pandemia richiede tanto a tutti. Tenere aperte le scuole è fondamentale, per farlo bisogna tenere bassa l’incidenza della epidemia fuori della scuola per impedire che il virus vi entri. Se c’è e lo si trova è doveroso bloccarlo per impedire che si diffonda nella scuola e che i bambini lo portino a casa.
Questo almeno fino a quando avremmo vaccinato gli anziani, i genitori fragili e i genitori di
bambini fragili.
Elisabetta Scalera-Pediatra


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