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'Il consiglio comunale, circa tre anni fa, ha approvato all’unanimità una proposta di mozione in cui chiedevo, finalmente anche nella nostra città, che i patti collaborativi a Modena diventassero una realtà concreta. Ad oggi, invece, ancora niente dalla Giunta Comunale che in più di tre anni non è riuscita a predisporre un regolamento attuativo così come richiesto all’unanimità dal Consiglio Comunale. Questi patti costituiscono un vero e proprio strumento giuridico istituito con la riforma del Titolo V della Costituzione introducono nuove forme di collaborazione tra l’Amministrazione e la cittadinanza'. A parlare è Alberto Bosi, coordinatore regionale di Alternativa popolare.
'Basati sul principio di sussidiarietà orizzontale, hanno l’obiettivo di sostenere e valorizzare l’autonoma iniziativa dei cittadini - singoli o associati - per finalità d’interesse generale; in altre parole, rappresentano un modello amministrativo innovativo fondato su una relazione paritaria, e su una concezione che avvalora il singolo non tanto come portatore di bisogni, ma piuttosto di risorse e contributi personali - continua Bosi -. Da notare dunque come questi atti siano di natura non autoritativa, dal momento che i cittadini attivi concordano con l’Ente Pubblico gli interventi necessari alla gestione dei beni comuni: per questo si parla di Amministrazione condivisa. Ad esempio, a Bologna è dal 2014 che si accettano proposte in diversi ambiti, dai beni materiali (come strade, piazze, portici, parchi, aree verdi o scolastiche, ecc.) a quelli immateriali (come per quanto riguarda l’educazione, la cultura, l’inclusione e la coesione sociale, o la sostenibilità ambientale) passando per la dimensione digitale (con idee e consigli su applicazioni, siti, social e l’alfabetizzazione informatica). Chiediamo, quindi, al sindaco di prendere sul serio lo strumento dei Patti Collaborativi e di Comunità e di predisporre in tempi brevi il relativo Regolamento attuativo'.
Redazione Pressa
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