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A livello progettuale la novità assoluta del tracciato della futura Bretella Campogalliano-Sassuolo, novità emersa pochi giorni fa durante l'incontro con il ministro Graziano Delrio a Sassuolo e di cui abbiamo dato conto, è rappresentata dalla rotatoria che verrà creata ex novo ad uso e consumo del centro commerciale Grandemilia.
Ma a preoccupare di quel tracciato, che nelle intenzioni del ministro dovrebbe essere cantierato a maggio 2018, è la parte che tutti ritengono fondamentale: il tratto che si inserisce all'interno del futuro - tanto asupicato - scalo merci di Marzaglia. Un tratto che potrebbe essere a pedaggio (si parla di un euro per il collegamento Campogalliano-Marzaglia) e che dovrebbe essere funzionale all'ingresso di merci nei capannoni che verranno realizzati dai privati.
'Ecco, ma il punto è proprio questo.
Se il tracciato resterà nella sede prevista non sarà possibile realizzare capannoni adeguati, si consumerà una larga fetta di terreno (peraltro aumentando la fetta di terreno da pagare come 'relitto' agli espropriati) e di fatto si renderà la nuova infrastruttura inservibile per le grandi aziende di logistica'. A sostenere questa tesi è Roberto Bandieri, agronomo che assiste alcune delle ditte proprietarie dei terreni che insistono sul tracciato. Diverse di queste aziende - non comunque quelle assistite da Bandieri - fanno riferimento agli imprenditori del settore ceramico Giacobazzi.
L'area a cui Bandieri - ospite ieri de La Pressa - fa riferimento è quella di 500mila metri quadrati circa sulla quale dovrà essere realizzato lo scalo merci privato. Un'area di proprietà di 12 diverse ditte catastali e che ha un valore complessivo (in caso di esproprio) di circa 35 milioni di euro, 12 dei quali solo per il tracciato interno della futura Bretella.
Bandieri sottolinea come quel tracciato vada spostato a nord, congiungedo di fatto la strada alla nuova ferrovia Milano-Bologna, un progetto peraltro già realizzato dalla ormai defunta società TIE di Pietro Ferrari nata a suo tempo proprio per implementare lo scalo di Marzaglia.
'Se quella strada nasce male lo scalo merci tanto promesso non ha futuro - afferma Bandieri -. Non ho alcun interesse professionale ad affermare questo, dal momento che i miei clienti riceveranno i compensi per gli espropri in ogni caso. Lo dico da tecnico: se la Bretella taglia in due lo scalo, allora le aziende non potranno realizzare i loro capannoni. Un problema che ho segnalato anche al direttore tecnico generale di Autobrennero Carlo Costa attraverso una lettera firmata dai proprietari stessi e che - insieme all'ex assessore Tommaso Rotella - feci notare alla giunta Muzzarelli. Purtroppo ad oggi nulla è cambiato e i rilievi annunciati un anno e mezzo fa da Autobrennero (ma mai effettuati) riguardano sempre quel tracciato che taglia in due lo scalo. Se davvero si dovesse procedere con gli espropri e si inziasse così il cantiere della Bretella senza modificare il progetto a Marzaglia, si commetterebbe l'errore di fare una strada che renderebbe inservibile lo scalo merci. Un vero peccato, anche considerati i decenni di attesa. Penso che dal momento che si tratta comunque di una grande area sottratta all'attività agricola, allora tanto vale fare bene le cose. Non solo: se Modena non avrà lo scalo merci e la Cispadana andrà avanti, tagliando fuori di fatto Modena dal suo attuiale ruolo di crocevia A1/A22, il pasticcio sarà completo. Con ulteriore danno per l'economia locale'.
Giuseppe Leonelli