Sempre più rifiuti prodotti: siamo a 665 kg a testa

In regione, cosìcome a Modena, la produzione cresce costantemente dal 2012. In controtendenza rispetto all'obiettivo regionale che prevede una diminuzione del 20% entro il 2020. E con più costi. Nel 2015 la gestione dei rifiuti è costata ad ogni modenese (anche appena nato), 259 euro.


La produzione totale di rifiuti urbani in Emilia-Romagna nel 2015 (a cui si riferisce l'ultimo report sulla gestione dei rifiuti su dati Arpae), è stata di 2.962.076 tonnellate, corrispondente ad una produzione pro capite di 665 kg/ab. In aumento dell'1,2% su scala regionale rispetto al 2014 ed in costante aumento dal 2012. A Modena e provincia la produzione annuale di rifiuti urbani è stata di 454.000 tonnellate, con una produzione di 647 kg pro-capite.
Un dato non proprio brillante per una Regione che ha posto nel proprio piano regionale (approvato nel maggio 2016 sulla base dei dati del 2015), 'obiettivi ambiziosi' come quello di ridurre la produzione dei rifiuti del 20-25%. Nell'introduzione al report sulla gestione dei rifiuti, l'Assessore Gazzolo, nonostante i dati che confermano un aumento anziché una diminuzione nella produzione di rifiuti, parla ugualmente di risultati e di percorsi positivi.
Ma basta comunque la tendenza dei dati sulla produzione di rifiuti, in costante aumento dal 2012, per capire che forse, almeno su questo piano, qualcosa non va proprio benissimo. Anche perché aumentando la produzione di rifiuti, contestualmente aumentano anche i costi per la gestione dei rifiuti (che comprende raccolte, gestione, smaltimento) che vanno a gravare sui cittadini. Nel 2015, in regione, il costo per il servizio di gestione dei rifiuti, spalmato tra i vari gestori della regione, ammonta a 764 milioni di Euro. Circa 115 milioni di euro per la sola provincia di Modena che fanno un costo, sulla testa (o meglio sulle spalle) di ogni cittadino, anche appena nato, di 259 euro.
Anche perché in un anno (il 2015) in cui la raccolta differenziata era aumentata di un altro 5%, ci si poteva aspettare una diminuzione dei rifiuti indifferenziati conferiti negli 8 inceneritori della regione, che a Modena ha l'impianto più potenti.
Invece no. La quantità di rifiuti inceneriti è rimasta praticamente invariata rispetto all'anno precedente. Nonostante le ottime performance in costante miglioramento dall'inizio degli anni 2000, in tutta la provincia, relative, appunto, alla raccolta differenziata.
A Modena, nel 2015, delle 454.000 tonnellate di rifiuti prodotti, solo 166 mila (poco meno del 40%), erano indifferenziati. Di questi, 134 mila sono finiti nell'inceneritore di via Cavazza. Ma si sa, questi impianti sono fatti per bruciare e per guadagnare dall'incenerimento e hanno bisogno di una quantità costante di 'benzina' indifferenziata. In una logica di fatto inversamente proporzionale a quella che dovrebbe scaturire dall'aumento della raccolta differenziata. In soldoni, più differenziata, meno inceneritore. Invece non è così. A Modena, così come in regione, si continua a bruciare, nonostante la quota sempre più alta di differenziata.
Fatto sta che l'aumento della produzione dei rifiuti (sul cui fronte non si sono certo viste potenti campagne di disincetivazione o, per esempio, azioni strutturali nei confronti dei grandi centri di produzione, così come dei grandi produttori o supermercati), rimane un problema (se non una contraddizione), anche in termini di indirizzi e di traguardi politici.
Gianni Galeotti
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>