Sicurezza a Carpi, Righi: 'Non serve agitare la paura, serve sistema di accoglienza funzionante'
'Un reato è un reato, indipendentemente da chi lo commette. Non credo che se non ci fossero stranieri non ci sarebbe criminalità'
Sindaco, il tema sicurezza è al centro dei riflettori a Carpi e non solo. La sua risposta alle critiche di Fdi ha fatto discutere. Lei ha parlato di allarmismo e di rissa inventata. Non crede in questo modo di aver minimizzato il problema?
'Non minimizzo mai: la sicurezza è una priorità assoluta e i problemi esistono a Carpi come in tutta Italia. Con estrema franchezza e rispetto nei confronti dei miei concittadini, ho solamente spiegato cosa c’era dietro alle immagini. Proprio perché è un tema serio non accetto che si diffondano notizie false che servono solamente ad alzare i toni. Dire che non ci sono ambulanze quando invece ci sono, che i giardini scolastici non sono accessibili quando lo sono, o trasformare un litigio di coppia in uno scontro tra bande non è politica: è propaganda pericolosa. Ai cittadini servono fatti e soluzioni, non campagne elettorali permanenti. Se Fratelli di Italia che oggi siede al governo volesse davvero dare una mano, potrebbe attraverso i suoi rappresentanti locali perorare la causa di mandare nuovi agenti di Polizia e inalzare il livello di commissariato. Carpi non è più paese da tempo, oggi è una città, l’undicesima per dimensione in Regione Emilia-Romagna'.
E' vero che sul tema sicurezza il tentativo di strumentalizzazione da parte dell'opposizione è reale, ma al di là delle schermaglie politiche, non le pare che le sue parole evochino quella famosa distinzione tra 'percezioni' e 'realtà' sulla quale il centrosinistra ha perso una marea di consensi e credibilità?
'Percezione e realtà contano entrambe. Una donna che ha paura a uscire la sera vive un problema reale anche se i dati dicono che i reati calano. I problemi esistono e il punto è che per troppo tempo la politica ha parlato senza agire. Io credo che i cittadini chiedano meno slogan e più risposte concrete. Per questo non inseguo il consenso facile: preferisco lavorare con le istituzioni e la comunità per ottenere risultati'.
E' certamente vero che la pubblica sicurezza è competenza dello Stato, ma è altrettanto vero che il Testo unico degli enti locali attribuisce specifici poteri ai sindaci. Se è vero che il problema esiste, cosa farà la sua amministrazione per cercare di arginarlo?
'Un sindaco non comanda le forze dell’ordine, ma può incidere molto con gli strumenti della pubblica amministrazione: sicurezza sociale, educativa di strada, decoro urbano, rigenerazione dei quartieri, illuminazione pubblica, video sorveglianza, fondi dedicati. Sono azioni che portiamo avanti ogni giorno, affiancati dallo straordinario lavoro della Polizia Locale, che non sostituisce le forze dell’ordine ma svolge un ruolo essenziale nella sicurezza urbana. È l’unione che fa la forza: né il Comune da solo né lo Stato senza le comunità locali possono garantire sicurezza. Ad entrambe però vanno garantite risorse e strumenti. Il primo passo è smettere di usarla come bandiera elettorale. La sicurezza è un bene comune e va trattata con serietà'.
Il centrosinistra in generale, non solo a Carpi, tende a negare il legame tra presenza di immigrati e sicurezza. Non le pare che sia un modo per negare la realtà? Rispetto alla percentuale di stranieri presenti, il numero di reati da loro commessi è oggettivamente superiore a quello della media della popolazione nel suo complesso.
'Un reato è un reato, indipendentemente da chi lo commette. Non credo che se non ci fossero stranieri non ci sarebbe criminalità ne che sia giusto stilare una classifica. È vero che in alcuni casi gli autori sono stranieri, ma la maggioranza delle persone immigrate – molti ormai cittadini italiani – lavora onestamente ed è parte attiva della città. Il nodo è l’inclusione: quando mancano strumenti di welfare come lingua, opportunità e relazioni si crea marginalità, che può sfociare in devianza. Non serve agitare la paura, serve un sistema di accoglienza e inclusione che oggi non funziona come dovrebbe. E qui lo Stato dovrebbe fare molto di più'.
Cercare di affrontare la complessità del problema è sicuramente meno redditizio in termini di consensi, rispetto all'evocare soluzioni facili. Ma di complessità si rischia di morire. Una donna che ha paura ad uscire la sera, una anziana scippata, un minorenne preso di mira da bande perlopiù straniere, chiede aiuto ora e una certa dose di interventismo non crede sia necessaria?
'Sì, e la fermezza c’è. Abbiamo rafforzato i controlli, introdotto nuove tecnologie e potenziato le azioni di prevenzione per le fasce più fragili. Ma la sicurezza non si gioca solo con più pattuglie: non basterebbe nemmeno l’esercito per presidiare ogni via. Per questo stiamo investendo su scuole, sport, educativa di strada, inserimenti lavorativi. È un mix di misure immediate e di prospettiva: solo così si costruisce una città davvero più sicura. Ma va detto che tutto questo diventa più difficile con i tagli del governo, che hanno colpito anche sicurezza e prevenzione'.
Giuseppe Leonelli
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