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Sisma, quasi 9 famiglie su 10 rientrate nelle proprie case

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Chiusi tutti i Map, risistemate 417 scuole e 118 costruite nuove, concluse le pratiche di concessione dei contributi alle imprese. Bonaccini: Iniziamo a intravedere il traguardo finale


Sisma, quasi 9 famiglie su 10 rientrate nelle proprie case
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Ricostruzione Emilia, cinque anni fa le scosse principali, del 20 e 29 maggio, che investirono le province di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia, colpendo 54 comuni e i 4 capoluoghi, causando 28 morti e 300 feriti, con 45mila sfollati e 13 miliardi di danni.

Oggi, cinque anni dopo, oltre 14.700 famiglie sono rientrate nelle loro case (600 nell’ultimo anno): nove su dieci delle oltre 16.500 rimaste fuori dalle proprie abitazioni a causa del terremoto, con le restanti in affitto o che risiedono in altri alloggi, ricevendo per questo l’aiuto economico dalla struttura commissariale, e comunque tutte inserite in un percorso di rientro nelle proprie abitazioni. Certo è che nessuno abita più nei prefabbricati: tutti i Map, i moduli abitativi provvisori, sono stati chiusi.
Per la ricostruzione privata – case, uffici, negozi, imprese -  sono stati concessi complessivamente contributi per 3,9 miliardi di euro, di cui 1,1 negli ultimi dodici mesi.


Completati i lavori in 5.157 cantieri, con il ripristino di oltre 12.300 abitazioni e 3.500 attività commerciali.
417 le scuole ricostruite o risistemate, 118 quelle costruite nuove, tutte in sicurezza sismica.
Il 60% dei progetti presentati relativi al patrimonio pubblico e ai beni storico-artistici sono cantieri già avviati mentre sempre nell’ultimo anno si è registrata una decisa accelerazione sui centri storici, dove è partita la metà dei cantieri.
Infine, alla ricostruzione hanno lavorato, in 8 casi su 10, aziende emiliano romagnole. E l’economia dell’area del cratere, in cui si produceva il 2% del Pil nazionale, non solo non si mai arrestata ma oggi è tornata a crescere a ritmi superiori rispetto a prima, con l’azzeramento, già dalla fine del 2014, del monte ore di cassa integrazione utilizzato dopo le scosse e un tessuto produttivo più sicuro e ancor più competitivo.

Questo, in sintesi, il resoconto della ricostruzione in Emilia illustrato nella sede della Regione Emilia-Romagna dal presidente della Giunta regionale e Commissario delegato alla ricostruzione, Stefano Bonaccini, e dall’assessore alla Ricostruzione post sisma, Palma Costi. Una ricorrenza, quella dei 5 anni, che il prossimo 29 maggio porterà il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, prima a Mirandola (Mo) - dove visiterà il polo scolastico e parteciperà al convegno organizzato dalla Regione su “Fare scuola. Ricostruzione, innovazione e comunità”, presente l’assessore Patrizio Bianchi -, poi a Pieve di Cento (Bo), dove inaugurerà la scuola di musica.

 “Molto è stato fatto- afferma il presidente Bonaccini- e penso soprattutto alle famiglie, tornate in grande maggioranza nelle loro case, alle imprese, molte delle quali viaggiano a pieno ritmo, alle scuole, tantissime ripristinate o costruite nuove, e ai centri storici, dove nell’ultimo anno abbiamo intensificato la nostra azione. Ma altro resta da fare e continuiamo a lavorare per rimarginare definitivamente le ferite inferte da quelle terribili scosse. Dunque, la ricostruzione prosegue, siamo però consapevoli, senza trionfalismi, del tutto fuori luogo, che si inizia a intravedere il traguardo finale. E il merito del percorso fatto è prima di tutto di questa terra e della gente che la abita e la vive, gente di grande forza d’animo e volontà, cui va il mio grazie e quello dell’intera comunità regionale. Persone che credo per prime meritino si dica e si spieghi quanto di buono è stato fatto, perché loro- sottolinea il presidente della Regione- sono stati e sono i primi protagonisti, anche per le sofferenze e i cari perduti, cui va il mio pensiero. Così come voglio ringraziare i sindaci e gli amministratori locali, i lavoratori e le imprese, i volontari e tutte le istituzioni coinvolte, e chi mi ha preceduto in questo ruolo, Vasco Errani”.

'A cinque anni dal sisma- aggiunge l’assessore Costi- abbiamo concluso le pratiche di concessione del contributo per la ricostruzione delle imprese: ora ci concentreremo sulle liquidazioni delle risorse. Un traguardo importante, che dimostra l'impegno e l’attenzione costante allo sviluppo economico. Garantire il lavoro e non interrompere la capacità produttiva delle imprese di quel territorio è stato uno dei primi obiettivi che ci eravamo posti per ripartire. E oggi possiamo dire che questo sistema economico e territoriale non si è mai fermato ed è protagonista dello sviluppo dell’Emilia-Romagna. Dal trauma del sisma questa terra ha maturato una nuova consapevolezza e ora vuole mettete a frutto la straordinaria capacità di fare sistema maturata per essere sempre più competitivo e in grado di creare nuovi posti di lavoro”.

Abitazioni e attività commerciali – Le 9.766 domande di contributo fino ad oggi presentate ai Comuni comprendono 19.815 abitazioni e 6.971immobili destinati a negozi, uffici, botteghe artigiane e depositi. Sono 7.700 le ordinanze di concessione per 2,118 miliardi di euro di contributi. Sono 5.157 cantieri sono stati completati, con il ripristino di 12.342 prime e seconde case e 3.537 attività commerciali.

Imprese – Completata la fase di concessione dei contributi per le imprese: 3.218 i decreti concessi per un totale di 1 miliardo 748 milioni di euro (per il ripristino degli immobili danneggiati e dei beni strumentali, delocalizzazione temporanea delle attività, ripristino delle scorte e dei prodotti. 
Ai contributi per la ricostruzione delle imprese si aggiungono quelli del fondo Inail a favore delle aziende con carenze strutturali nei capannoni e per le quali occorra aumentare la sicurezza. Sulla dotazione messa a disposizione- attraverso 4 bandi- si registrano quasi 1.800 domande presentate: sono state concessi contributi per oltre 40 milioni di euro a 1.143 imprese. Aperto nei giorni scorsi un quinto bando per 10 milioni di euro, accessibile, questa volta, anche alle imprese agricole.

Assistenza
– Quasi 9 famiglie su 10 sono rientrate nelle proprie abitazioni: si tratta dell’85% dei 16.547 nuclei assistiti dalla struttura commissariale dopo le scosse del maggio 2012. Nessuno vive più nei moduli abitativi provvisori, che sono stati chiusi, e ad oggi le famiglie in assistenza sono 2.477, tutte con percorso di rientro nell’abitazione che occupavano alla data del sisma: tra queste misure le principali riguardano 1.273 nuclei sono in affitto e ricevono il Contributo canone locazione (CCL), ad altri 830 va invece il Contributo per il disagio abitativo (CDA), riconosciuto ai proprietari, usufruttuari e comodatari che in attesa del ripristino risiedono gratuitamente nell’attuale alloggio.

Chiusi tutti i Moduli abitativi provvisori
– Un traguardo importante, raggiunto all’inizio di quest’anno, quando anche l’ultimo dei 757 prefabbricati modulari abitativi urbani (PMAR) allestiti dopo il sisma è stato chiuso. Dunque, non ci sono più nuclei familiari ospitati in prefabbricati: per coloro che avevano ancora diritto all’assistenza sono state trovate altre soluzioni abitative, mentre per i nuclei che non ne avevano più diritto sono state messe a disposizione diverse misure di carattere sociale per trovare altre sistemazioni definitive. Il 95% dei moduli provvisori è stato già smontato, strutture che in alcuni casi sono stati reimpiegate per associazioni di volontariato o per i Comuni colpiti dal sisma del Centro Italia. Le aree liberate e riconsegnate ai Comuni verranno sistemate e utilizzate per la Protezione civile o per altri usi pubblici.

Centri storici - L’ultimo anno ha visto una forte accelerazione. Per 941 edifici all’interno delle Unità mini me di intervento edilizio (Umi),la progettazione unitaria di interventi che interessano più stabili contigui e che riguarda soprattutto il cuore di città e paesi, è stata presentata domanda di contributi, erogati in 538 casi. Ma c’è un dato su tutti: allo scorso 30 marzo le pratiche depositate e relative a edifici ricompresi nelle Umi (sia per l’edilizia abitativa, produttiva e pubblica) erano il 53% degli edifici totali ricompresi nelle Umi stesse, mentre al marzo 2016 erano il 10%.
Dalla Regione sono poi arrivati 18 milioni di euro a 24 Comuni del cratere - attraverso l’Accordo del programma speciale d’area – per la realizzazione di 25 interventi di rifunzionalizzazione, rivitalizzazione e rigenerazione del tessuto urbano e del centro storico.

La ricostruzione pubblica –Sono attribuiti 1,070 miliardi, 690 milioni messi a disposizione del Commissario alla ricostruzione e 380 milioni di cofinanziamenti, fondi destinati a 1.427 interventi fra quelli previsti dal Programma delle opere pubbliche e dei beni culturali.
Dei 125 soggetti attuatori coinvolti (Comuni, Diocesi, Acer, Asp, Ausl, Università) 68 hanno la totale copertura finanziaria dei danni subiti. Dei 1.244 progetti presentati (per 939 milioni), 948 sono stati approvati (per 501 milioni) e per 669 di questi i cantieri o sono già avviati o sono di prossimo inizio.
Ad affiancare la ricostruzione pubblica sono intervenute anche le risorse legate a donazioni dei cittadini, di aziende e quelle realizzate con i proventi di importanti eventi. In totale, sono stati finanziati 82 progetti, per 33,5 milioni di euro, con oltre 32 milioni di euro derivanti da donazioni. A queste si sommano quelle ricevute e utilizzate direttamente dai Comuni. Nella sua ultima configurazione, il Programma delle opere pubbliche e dei beni culturali porta ad una stima di 1,524 miliardi di euro necessari alla realizzazione dei 1.870 interventi programmati. Il Commissario è al lavoro con il Governo per avere la disponibilità.

Le scuole
- Già nelle prime ore successive alle scosse, l’impegno del Commissario si è rivolto al patrimonio scolastico per contenere al minimo il disagio e consentire di dare inizio all’anno scolastico 2012/13 in condizioni normali. 417 le scuole ricostruite o risistemate, oltre sette su dieci di quelle danneggiate, 118 quelle costruite nuove, tutte messe in sicurezza antisismiche. Complessivamente, il Commissario ha messo a disposizione 344,5 milioni di euro. Gli interventi hanno seguito tre fasi distinte: prima emergenza, realizzazione di nuovi edifici temporanei e miglioramento di quelli maggiormente danneggiati, nonché ricostruzione e miglioramento sismico di tutti gli edifici che avevano subito danni.

Le chiese - Sono 118 quelle riaperte al culto dopo il sisma in Emilia del 2012: 54 sulle quali si intervenne nei mesi successivi alle scosse (con una spesa di oltre 15 milioni di euro) per garantire lo svolgimento delle funzioni in ogni comune colpito e altre 64 fra quelle inserite nel Piano delle opere pubbliche e dei beni culturali, per il quale sono complessivamente disponibili 252 milioni di euro, di cui 209 milioni del Commissario e 43 milioni di cofinanziamenti. A queste chiese, si aggiungono altri 60 edifici delle diocesi. E sempre nell’immediato post sisma, per assicurare la continuità di culto vennero realizzati anche 15 edifici provvisori, per una spesa di quasi 6,3 milioni di euro. In tutto sono stati 296 gli edifici religiosi danneggiati dalle scosse di cinque anni fa, ad oggi finanziati. Gli interventi sugli immobili di culto - inseriti nel Piano delle opere pubbliche e dei beni culturali - riguardano chiese di 6 diocesi dell’Emilia-Romagna (a cui si aggiungono edifici di culto di proprietà di altri enti religiosi, del segretariato regionale del ministero dei Beni e delle attività culturali (Mibact) e dei Comuni (Carpi, Correggio, Ferrara, Modena, Mirandola e Reggio Emilia).

 


Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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