Nella giornata di questo 6 dicembre 2021 si è tenuta la seconda udienza del maciprocesso che vede imputati 86 lavoratori iscritti al Si Cobas per aver preso parte agli scioperi davanti ai cancelli della Alcar Uno, grande azienda del gruppo Levoni che tratta la macellazione di carni (nella foto una delle giornate in cui la polizia attaccò il picchetto fuori dalla azienda).
Una lotta per ottenere i propri diritti di fronte all’utilizzo spregiudicato di contratti a chiamata, orari di oltre 12 ore continuative e buste paga fasulle, grazie alle quali le cooperative riuscivano anche ad evadere parte delle tasse, ha denucnaito il Si.Cobas.
Il processo è stato però rinviato a nuova udienza tra alcuni mesi, visto che l’aula predisposta non poteva garantire l’agibilità necessaria in tempi di pandemia, ma nel frattempo la repressione messa in campo contro questi lavoratori si amplia anche fuori dalle aule di tribunale.
Infatti sempre il Sindacato Si.Cobas denuncia come la Questura locale stia tentando di intimidire chi lotta facendo leva sui rinnovi delle carte di soggiorno: il caso specifico riguarda un lavoratore che si è visto togliere la carta di soggiorno e tornare al permesso di soggiorno di due anni perchè attivo nelle lotte e negli scioperi di questi ultimi anni. Ce ne parla Enrico Semprini, del Si.Cobas di Modena.Ascolta o scarica
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Troppe persone in aula: udienza processo Alcar Uno slitta ancora
Dopo la primavera scorsa è successo di nuovo. Il processo nei confronti degli 87 lavoratori si svolgeva in un aula troppo piccola per ospitarli tutti
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