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Sono 7.004 i profughi in fuga dall’Ucraina arrivati sinora in Emilia-Romagna, di cui 3.715 adulti e 3.289 minori.
Ad accoglierli c’è tutto il sistema regionale, in continuo raccordo con il Commissario delegato per l’emergenza, il presidente della Regione, Stefano Bonaccini. A partire dalle Prefetture, cui spetta il compito di svolgere le procedure necessarie, fin dalle operazioni anagrafiche. Insieme ai Comuni e alle amministrazioni locali, le Prefetture si occupano inoltre di reperire le collocazioni di prima accoglienza mediante la rete dei centri Cas (Centri di accoglienza straordinaria) e la rete Sai (Sistema accoglienza e integrazione).
La Protezione civile regionale prosegue nel supporto ai Comuni e alle Prefetture stesse per l’accoglienza e l’assistenza, in stretto e costante raccordo con il Governo e la Protezione civile nazionale.
L’accoglienza
Al momento sono 440 le persone accolte nella rete Cas (dati dalle Prefetture aggiornati a oggi, venerdì 11 marzo). La gran maggioranza ha invece trovato ospitalità presso parenti e associazioni di volontariato.
Come previsto da un decreto del presidente Bonaccini, si stanno sottoscrivendo convenzioni con le associazioni di categoria degli albergatori per mettere a disposizione posti letto in strutture alberghiere o gestite dal volontariato, da attivare se i posti disponibili nei Cas e nella rete Sai non fossero più sufficienti.
Anche in Emilia-Romagna, inoltre, il ministero dell’Interno ha avviato il censimento degli immobili confiscati per metterli a disposizione dell’emergenza profughi dall’Ucraina.
Gli arrivi, per provincia
In quella di Bologna gli arrivi finora sono stati 1.199 (di cui 693 adulti e 506 minori), 263 le persone accolte nei Cas. A Ferrara sono 584 (di cui 274 adulti e 310 minori), 15 le presenze nei Cas. In provincia di Forlì-Cesena le persone giunte finora sono 290 (di cui 167 adulti e 123 minori); a Modena sono 1.015 (di cui 495 adulti e 520 minori), 5 nei Cas; a Parma 294 (di cui 142 adulti e 152 minori). A Piacenza sono 589 attualmente i profughi (di cui 328 adulti e 261 minori), 9 le presenze nella rete Cas.
A Ravenna risultano 430 le persone giunte finora (di cui 226 adulti e 204 minori), 21 accolte nei Cas. Reggio Emilia conta 1.219 arrivi complessivi (668 adulti e 551 minori), 80 le presenze nei Cas. A Rimini, infine, le persone giunte sono 1.384 (722 adulti e 662 minori), di cui 47 alloggiate nei Cas.
Sanità
Il sistema sanitario regionale è mobilitato per accogliere e dare assistenza ai profughi che provengono dall’Ucraina. All’arrivo in Emilia-Romagna, a tutti viene anzitutto rilasciato il codice STP (Straniero Temporaneamente Presente), valido per sei mesi ed eventualmente rinnovabile. Il codice consente l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale, con gli stessi diritti dei cittadini italiani per l’accesso alle prestazioni.
Negli hub vaccinali e nelle altre strutture presenti sul territorio, entro 48 dall’arrivo, ai profughi viene fatto il tampone Covid e garantita la somministrazione del vaccino (prima, seconda o terza dose). La vaccinazione è su base volontaria per le persone con meno di 50 anni, mentre è obbligatoria per gli over 50. Sono assicurate, inoltre, sempre su base volontaria, altre vaccinazioni contro le malattie di cui si conosce l’esistenza di focolai in Ucraina (difterite, tetano e pertosse).
Le persone risultate positive al Sars-Cov-2 vengono poste in isolamento nelle strutture dedicate; gli asintomatici o - paucisintomatici - non in grado di restare in isolamento presso l’alloggio a cui sono stati destinati, per esempio quelli collocati nei Cas, saranno ospitati nei Covid hotel fino alla negativizzazione.
Scuola
L’inserimento dei minori nelle strutture scolastiche della Regione dovrà innanzitutto prevedere a monte il censimento da parte delle Prefetture, per il tramite delle Questure, dei minori presenti nelle singole province. Il tutto in stretto coordinamento con l’Ufficio scolastico regionale che avrà il ruolo, d’intesa con i Comuni e gli enti locali, di definire le scuole di potenziale inserimento dei minori fino a 18 anni, il più possibile in prossimità della residenza temporanea.
In attesa di eventuali ulteriori indicazioni da parte del Governo, la frequenza nelle scuole dell’infanzia e nelle scuole di ogni ordine e grado è comunque subordinata al rispetto di quanto prevede la normativa nazionale e regionale in ambito sanitario.
In particolare, dopo che i bambini e ragazzi provenienti dall’Ucraina avranno ricevuto le vaccinazioni previste, saranno individuate le scuole di potenziale inserimento presso gli istituti scolastici in base all’età.
Le scuole potranno poi attivare il supporto psicologico e quello linguistico. Per questo aspetto, il ministero dell’Istruzione ha già provveduto ad un primo stanziamento di 1 milione di euro a livello nazionale.
Redazione Pressa
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