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Unimore, protesta degli educatori contro le 'lauree mutilate'

Unimore, protesta degli educatori contro le 'lauree mutilate'

'Se ci viene tolto il diritto di lavorare sarà ancora una volta sulle nostre spalle che cadrà il carico. Siamo felici di constatare che Reggio Emilia è con noi'


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Questa mattina si è tenuto un presidio davanti alla nuova sede del Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Modena e Reggio Emilia, in Viale Timavo da parte delle educatrici e gli educatori del Comitato Difesa Professionale Educatori e Educatrici, unitamente al sindacato ADL Cobas
'L’inizio del presidio si è svolto a porte aperte, ma poco dopo il personale addetto della sede ha chiuso gli ingressi. Forse per timore che potessimo creare confusione, cosa che non era affatto nelle nostre intenzioni. Siamo stati lì per far sentire la nostra voce, in modo pacifico ma determinato. Ll termine della manifestazione, abbiamo affisso all’esterno dell’università – sul cancello – alcuni cartelloni simbolici, assolutamente non offensivi né contenenti linguaggio inappropriato. Eppure, poche ore dopo erano già stati rimossi. L’Università ha così cancellato anche quel piccolo segno della nostra presenza e del nostro dissenso, lasciandoci ulteriore amarezza' - così gli educatori in una nota.
'Insieme a noi c’era Silvio Rosati dell’ADL Cobas, che ci sostiene come portavoce sindacale. Durante gli interventi pubblici, abbiamo espresso la nostra frustrazione e indignazione per la gestione parziale della comunicazione da parte dell’Università. Solo alcuni ex studenti sono stati contattati tramite mail: ancora oggi, molti non sanno nemmeno di trovarsi in questa situazione.
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L’Ateneo ha giustificato il mancato avviso dicendo che non ha avuto il tempo di informare tutti, accusandoci di aver creato una “rivoluzione” troppo in fretta. Ma non è una rivoluzione. È legittima difesa – pacifica – del nostro percorso. Dopo anni di studi e anni di lavoro con i bambini, ci si dice che tutto questo improvvisamente non vale più. Come si può accettare? È uno schiaffo alla nostra dignità e alla nostra professionalità. Non è un caso che questo colpisca in particolare una laurea frequentata in grandissima parte da donne. Ancora una volta, il peso ricade su di noi, che ci prendiamo cura dei bambini a casa e a lavoro. Se ci viene tolto il diritto di lavorare, sarà ancora una volta sulle nostre spalle che cadrà il carico. Siamo felici di constatare che Reggio Emilia è con noi. Oggi al presidio era presente un assessore comunale, che si è dichiarato pienamente al nostro fianco, e anche una rappresentante di Reggio Children, con cui abbiamo incontrato il presidente. Abbiamo parlato anche con l’assessora Marwa. La Città ci sta sostenendo concretamente e si sta muovendo insieme a noi per cercare soluzioni.
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Lunedì 14 luglio è previsto un incontro con l’assessore regionale all’istruzione per discutere della nostra situazione e cercare risposte concrete. È un passo importante, e vogliamo arrivarci con tutta la nostra forza, uniti e determinati'.

'Nel frattempo, è emersa una possibile via d’uscita: il Ministero ha pubblicato una sanatoria, richiesta già nel giugno 2021, per sanare il vuoto normativo relativo agli anni accademici 2017/2018 e 2018/2019. Ora ci sono 60 giorni per firmarla. Se ciò avverrà, anche queste due coorti verrebbero riconosciute, e il problema rientrerebbe. Se invece non sarà così, continueremo a lottare, perché non abbiamo alcuna intenzione di arrenderci. Sappiamo che il problema non riguarda solo noi: tutte le università italiane, tranne Roma Tre e Bologna (che hanno seguito percorsi differenti), si trovano nella stessa situazione. Modena e Reggio sono solo le prime ad averne preso coscienza. Tocca ora a noi informare il più possibile gli altri ex studenti, attraverso il passaparola, i giornali, e ogni mezzo disponibile. Più saremo, più forza avremo. Siamo qui. Non ci nascondiamo. E non ci fermeremo' - chiudono gli educatori.
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