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Nessuno, in viale Gramsci, nonostante i contributi pubblici messi a disposizione del Comune nell'ambito del Piano Periferie, si è mostrato interessato ad aprire nuove attività. Ed è così che anche i 50 dei 250 mila euro di contributi pubblici messi a disposizione proprio per incentivare l'apertura di nuove attività non saranno utilizzati per quello scopo. E non saranno nemmeno spesi tutti quelli messi a disposizione per la rigenerazione e l'attività economiche esistenti. Su questo fronte sono 16, infatti, i progetti ammissibili dei 20 presentati e prevedono interventi per circa 208 mila euro con un contributo pubblico che probabilmente si aggirerà tra i 70 e i 90 mila euro.
Come dire, poteva andare meglio. Perché se dei 250.000 euro messi a disposizione alla fine circa un terzo quello che sarà utilizzato allo scopo perché i privati non sono pronti ad investire per usufruirne il segnale non è dei più incoraggianti.
O almeno non tali da potere sperare di vedere di nuovo pieni e accesi quelle decine di locali ad uso commerciale abbandonati, vuoti e spenti.
I 16 progetti giudicati ammissibili al primo esame riguardano infatti attività già presenti nella zona: bar, alimentari, fino all’artigianato di servizio, come una parrucchiera, un manutentore, un’erboristeria o un restauratore di strumenti musicali. In otto casi, gli interventi di riqualificazione delle strutture si accompagnano ad attività di riqualificazione organizzativa e gestionale.
La giunta comunale, su proposta del sindaco Gian Carlo Muzzarelli e dell’assessora alle Attività economiche Ludovica Carla Ferrari, ha già deciso di verificare la possibilità di utilizzare le risorse residue per ulteriori iniziative di sostegno alla riqualificazione delle attività commerciali nella zona interessata dal Progetto Periferie (“Ri-generazione e innovazione” per l’area Nord di Modena) che prevede anche diversi interventi urbanistici, edilizi e infrastrutturali.
Redazione Pressa
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