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Zona rossa, bambini non indispensabili all'economia: pagano per tutti

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Con questi numeri da tempo Modena doveva applicare un giro di vite per evitare la chiusura delle scuole, ma non lo ha fatto. Muzzarelli è stato zitto


Zona rossa, bambini non indispensabili all'economia: pagano per tutti
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Quando il governatore della Liguria Toti qualche mese fa disse che gli 'anziani più fragili, non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese', potevano restare in casa, mezza Italia si scandalizzò. Ora, a un anno dall'inizio della pandemia, con un virus ormai noto, l'Emilia Romagna del governatore Bonaccini decide di chiudere le scuole in mezza Regione costrigendo i bambini e gli adolescenti, appunto 'non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese', a restare in casa. E nessuno (o quasi) si indigna. Perchè, diciamolo chiaramente, questo è il principale effetto della introduzione della zona rossa. I bar e i ristoranti infatti restano aperti per l'asporto, per lavoro si continua a girare come nulla fosse e buona parte dei negozi restano attivi (alimentari, rivenditori, ottici...). Non solo: i controlli come avvenuto da mesi a questa parte saranno di fatto nulli.

Dalle demenziali multe coi droni di un anno fa si è passati al 'fate un po' come vi pare', tanto non controlla nessuno. Questa è la verità. Quindi prepariamoci in questi giorni a parchi pieni, anziani a fare quattro chiacchiere in piazza, a supermercati stipati... E a bambini e ragazzi privati del diritto allo studio. A meno che non si consideri la Dad un modo per studiare...
Ora se è questo il modo in cui il Governo a livello nazionale, regionale e comunale tutela le 'nuove generazioni', se è questo il modo in cui Draghi mette in atto la sua cura antidepressiva, se è questa l'attenzione di Stefano Bonaccini per il territorio, se è questo il modo che ha Muzzarelli per difendere gli studenti, allora siamo a cavallo.

Fino a dieci 10 giorni fa Bonaccini stesso, per fare il bello tra i belli, più bello anche di sua maestà splendore Salvini, annunciava il desiderio di aprire i ristoranti per cena la sera. E ora si chiude tutto. A cominciare dalle aule. Incredibile.
Con questi numeri da tempo Modena doveva applicare un giro di vite, per rispetto dei medici e dei sanitari in primis, ma non lo ha fatto. Muzzarelli è stato zitto e assente (come nella prima ondata) per giorni e giorni, deviando l'attenzione su ogni distrazione possibile, dalla sceneggiata a casa della Famiglia Pavironica al Motor valley che si terrà in estate. Un continuo buttare la palla in tribuna, come sulla strage vergognosa avvenuta nelle cra di Modena (strage consumata nonostante i lockdown) della quale il sindaco, dopo i 125 morti nella sola seconda ondata, ha anche smesso di dare i dati, sempre snocciolati con sufficienza, in Consiglio comunale. Con questi numeri da settimane occorreva chiudere una parte del territorio per evitare misure drastiche sulla scuola che, invece, doveva essere l'ultima a chiudere. L'estrema ratio. Non la prima.
La gravità inaudita della misura adottata evidentemente non è compresa.

La verità è che i bambini e gli adolescenti non producono ricchezza e quindi possono stare a casa, possono essere loro i capri espiatori della nuova ondata che - guarda caso - con le varianti si scopre colpire proprio i minorenni sui quali comunque l'effetto del virus è nella stragrande maggioranza dei casi nullo. Praticamente zero effetti. E chi se ne frega se perderanno socialità, istruzione, finanche energia vitale. Chi se ne frega se le famiglie impazziranno per gestire i tempi del lavoro e della famiglia coi ragazzi a casa. L'importante è affibbiare delle colpe e continuare con i soliti slogan della 'ripartenza', del 'non arrendersi e del 'tenere duro'.

Giuseppe Leonelli

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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