risentendo e rileggendo sul suo giornale le vergognose parole del sindaco di Modena dottor Mezzetti, relativamente alla disuguaglianza sociale che porterebbe i giovani stranieri ad aggredire i loro coetanei più abbienti, sono rimasto semplicemente sconcertato, quindi mi sono scaricato il curriculum vitae del dottor Mezzetti e da lì ho capito tante cose, la prima che le parole lavoro e Mezzetti non si sono mai incontrate e questo molto probabilmente spiega il perché di queste dichiarazioni.Io mi posso considerare un coetaneo del sindaco, nato in una famiglia operaia, dove padre e madre lavoravano per mandare a scuola i figli in modo potessero avere un'istruzione, mio padre faceva due lavori e io mentre andavo alle superiori d'estate, venivo mandato a lavorare in officina, a 'imparer sa ca'sta al sel' come diceva il mio papà, non stavo per strada a rapinare e picchiare i miei coetanei più ricchi, caro sindaco.
Idem a me, mio fratello più giovane: scuola, officina e tanti sacrifici per poter raggiungere un certo benessere.
L'Italia è stata riempita di stranieri che per prima cosa non ne vogliono sapere di integrarsi, la maggior parte di queste famiglie hanno il solo padre che lavora, nel rispetto della religione la donna resta a
Nel 2025, ci state riportando indietro di 150 anni alle lotte di classe, ma le responsabilità sono sue e vostre e con le sue parole ha offeso una città intera ricca e produttiva che ha dato ricchezza e lavoro a chi voleva elevarsi socialmente mentre quelli che Lei difende di lavorare non ne vogliono sapere nulla, caro sindaco...
Se non è in grado di fermare '4 smandruppati' che generano 'percezioni di insicurezza' si dia all'ippica, perché le sue parole restano di una gravità intollerabile.Stefano Gatti