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Modena, screening oncologici: l'importanza della prevenzione

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Aderire permette di individuare precocemente lesioni e tumori in stadio iniziale, aumentando l’efficacia delle cure. E' l'obiettivo dell'ottobre, il mese dedicato alla prevenzione


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L'adesione alle campagne di prevenzione dei tumori in provincia di Modena è alta, superando il 70% per quelle di screening al collo dell'utero e alla mammella, ed è bassa, fermandosi al 53%, per quelle al colon retto. Segno che i margini per alzare il tasso di adesione ci sono e rappresentano un obiettivo importante, vista l'efficacia degli screening stessi per prevenire le conseguenze più gravi. Un esempio su tutti: Le donne e gli uomini, dai 50 ai 69 anni, che ricevono l'invito a fare il test per la ricerca del sangue occulto fecale e aderiscono in caso di positività alla tappa successiva della colonscopia, hanno un rischio di morire di cancro del colon-retto del 50-60% inferiore rispetto a chi non aderisce allo screening. E dal 2015, anno di entrata in vigore degli screening, il tasso di mortalità è calato del 30%. 

Dati che fondano lo slong “la prevenzione può salvare la vita” che accompagna l'iniziativa Ottobre rosa, tradizionalmente dedicato alla promozione dello screening della mammella ma ormai esteso a tutti i programmi di screening aziendali, vale a dire anche collo dell’utero e colon-retto, tre percorsi, totalmente gratuiti, e rivolti a cittadine e cittadini di specifiche fasce di età.

La popolazione modenese è molto attenta e aderisce con fiducia a tutti e tre gli screening, ma bisogna fare ancora di più: questa è infatti la via fondamentale per diagnosticare precocemente alcuni tumori in fase iniziale, cioè quando non danno nessun sintomo, e anche lesioni pre-cancerose, garantendo un percorso completo di assistenza, sicuro, altamente qualificato e totalmente gratuito, che accompagna la persona dall’effettuazione del test di screening fino agli eventuali approfondimenti e, se necessario, ai successivi trattamenti di cura e follow-up.

Allo stesso tempo, non si può dimenticare come uno stile di vita sano, che dia giusto spazio al movimento e si accompagni a una corretta alimentazione, sia fondamentale per ridurre il rischio di patologie, tra cui quelle tumorali. Per questo, gli eventi che animeranno il mese di ottobre saranno volti a incentivare queste “buone abitudini” nei cittadini modenesi.

“Vorrei sottolineare con forza che dobbiamo continuare a lavorare per favorire l’adesione agli screening e, da parte nostra, per offrire prestazioni di alta qualità su tutta la nostra rete provinciale - dichiara Romana Bacchi, direttrice sanitaria dell’Azienda USL di Modena -. Le cittadine e i cittadini modenesi si fidano molto di questi programmi e noi ogni giorno dobbiamo migliorarci per corrispondere a questa fiducia con la migliore assistenza possibile. Allo stesso tempo, come singoli e come comunità, dobbiamo capire che la prevenzione si fa anche attraverso i comportamenti quotidiani, adottando stili di vita salutari, a partire dal movimento e da una alimentazione equilibrata e corretta. Questo vogliamo dire con le tante iniziative che abbiamo programmato insieme alle associazioni che da sempre collaborano con noi e che voglio ringraziare di cuore per come ci accompagnano ogni giorno, non solo dentro le strutture ma anche in questi eventi che ci aiutano a diffondere una vera cultura della prevenzione”. 

“La giornata di oggi - aggiunge Pasqualina Esposito, Referente provinciale degli screening oncologici - vuol essere un’occasione per noi per sensibilizzare ancora di più le donne sul tema della prevenzione e sull’importanza di aderire ai programmi di screening per combattere quelli che sono le forme tumorali più diffuse nella popolazione femminile: il tumore del collo dell’utero, il tumore alla mammella che rappresenta il tumore più diffuso ed è la prima causa di morte in Europa e il tumore al colon-retto, che è il secondo tumore per incidenza nelle donne e costituisce la seconda causa di mortalità per patologie oncologiche in Emilia Romagna, considerando l’intera popolazione maschile e femminile. Nella nostra provincia già a giugno 2021 avevamo recuperato e siamo tornati ai livelli di adesione pre pandemia, con valori di adesione al di sopra della media regionale, ma la vera sfida è quella di raggiungere l’adesione di tutta la popolazione target. Voglio ricordare che i programmi di screening oncologici sono dei veri e propri percorsi gratuiti che accompagnano la persona dall’esecuzione del test di primo livello fino agli esami successivi e i trattamenti se necessari, con un valore aggiunto: la persona non viene mai lasciata sola”.

Come funziona lo screening

L’invito è rivolto alle persone residenti in provincia di Modena e a quelle domiciliate assistite da un Medico di Medicina Generale in provincia di Modena. È sempre l’Ausl a invitare allo screening coloro che di volta in volta rientrano nella fascia di età prevista per ciascuno dei tre programmi di prevenzione, tramite una lettera con indicazione di giorno e orario dell’appuntamento inviata al domicilio e che viene pubblicata anche sul Fascicolo Sanitario Eettronico. Per lo screening del colon retto, invece, l’invito rimane aperto e la consegna è possibile presso tutti i punti aziendali ad accesso diretto; nella lettera d’invito viene recapitato anche il kit con tutte le istruzioni su come effettuare la raccolta del campione fecale e su come consegnarla.
Screening mammografico: è prevista l'esecuzione della mammografia annuale per le donne di età compresa tra i 45 ed i 49 anni e ogni due anni per le donne di età compresa tra i 50 e i 74 anni, con valutazione del rischio eredo-familiare dei tumori della mammella e dell’ovaio.
Nel corso del 2021 sono state quasi 97mila le lettere inviate al target di riferimento. Nei primi sei mesi 2022 è stato raggiunto il 100% del target di riferimento, mentre l’adesione è salita al 76,1%.
Screening al collo dell'utero: prevede l'esecuzione del Pap test, ogni tre anni, per le donne di età compresa tra i 25 ed i 29 anni e del test HPV, ogni 5 anni, per le donne di età compresa tra 30 e i 64 anni. Nel 2021 le lettere inviate alla popolazione rientrante nella fascia di prevenzione gratuita sono state circa 35mila. Nei primi sei mesi 2022 sono rimasti stabili i dati: 99,5% l’estensione, 70,4% l’adesione.
Screening del colon retto: viene offerto ogni due anni a donne e uomini di età compresa tra i 50 e i 69 anni e prevede l'esecuzione del test per la ricerca di sangue occulto nelle feci. Gli inviti spediti nel 2021 a donne e uomini rientranti nel target di riferimento sono stati poco più di 98mila. Nei primi sei mesi 2022 l’estensione è rimasta stabile al 98,6% e l’adesione è cresciuta al 56,7% 



“Lo screening mammografico è un programma di prevenzione oncologica ‘organizzato’, che permette di individuare il tumore della mammella in fase precoce, cioè prima che si manifesti clinicamente. Attualmente rappresenta il più accurato strumento di prevenzione – spiega Rachele Battista, responsabile del programma di screening alla mammella (video sopra) – Il programma prevede l’esecuzione della mammografia, la sua valutazione da parte di due medici radiologi dedicati e formati e l’esecuzione degli approfondimenti diagnostici che possono rendersi necessari. Tutte le prestazioni erogate sono gratuite. Qualora si ottenesse la conferma della diagnosi tumorale, la donna viene accompagnata nell’iter terapeutico presente nelle due nostre Breast Unit di Modena e Carpi. È fondamentale aderire allo screening mammografico perché attraverso un semplice esame si può modificare consapevolmente il proprio stato di salute. Diagnosticare forme tumorali di piccole dimensioni vuol dire andare incontro a chirurgia meno demolitiva, eventualmente a cure mediche meno invasive e riduce il rischio di mortalità di oltre il 50%. Il centro di screening deve rappresentare il punto di riferimento per le donne tra i 45 ed i 74 anni, sia asintomatiche, che in caso di comparsa di sintomi”.

“In questi 16 anni abbiamo conseguito risultati importanti che rendono chiaro, oltre ogni ragionevole dubbio, il vantaggio in termini di mortalità e incidenza (numero di nuovi casi anni) della adesione allo screening del colon retto – afferma Paolo Trande, responsabile dello screening del colon retto -. Le donne e gli uomini, dai 50 ai 69 anni, che ricevono l'invito a fare il test per la ricerca del sangue occulto fecale e aderiscono in caso di positività alla tappa successiva della colonscopia, hanno un rischio di morire di cancro del colon-retto del 50-60% inferiore rispetto a chi non aderisce allo screening. Dal 2005, anno di introduzione dello screening, la mortalità e la incidenza del cancro del colon-retto sono diminuite di più del 30% della popolazione generale”.

“Il programma di screening della cervice uterina consente di identificare precocemente lesioni displastiche del collo uterino secondarie ad infezione da virus Papilloma (HPV) e, quando necessario, di trattarle prima che queste possano evolvere in lesioni maligne – aggiunge Francesca Tortolani Vincent, responsabile dello Screening del collo dell’utero -. Gli eventuali esami di approfondimento e/o i trattamenti sono offerti alle utenti gratuitamente e sono gestiti e organizzati all'interno del programma di screening in un percorso sicuro dove la donna viene accompagnata e seguita da personale competente e qualificato. I Consultori ove vengono eseguiti i test di I livello (Pap test, HPV test sono oltre 30 e sono distribuiti in tutto il territorio provinciale, analogamente le sedi di esecuzione degli esami di approfondimento (colposcopia) e degli eventuali trattamenti sono presenti in tutti i distretti in un’ottica di prossimità ed equità del percorso”.

Redazione Pressa
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