Una disamina che mostra anche come gli ultimi investimenti sarebbero all'interno di una logica di 'subalternità dell'ospedale di Pavullo definita dal Pal 2011 e sintetizzata nel livello minimo dei tre, ovvero di 'prossimità', rispetto alle rete provinciale; una posizione inferiore nei servizi, nelle strutture e nel personale, oggi anche nei confronti di un ospedale sulla carta dello stesso livello come Mirandola, dove il punto nascite è rimasto aperto (pur essendo stato a rischio di chiusura, nel 2017, come quello di Pavullo), dove sono stati attuati investimenti sui primariati e per il mantenimento di servizi tali da potere prospettare, sulla base degli indirizzi della Commissione Territoriale Socio Sanitaria, una prossima classificazione di primo livello al pari di Carpi. 'Di fatto con quei servizi e quelle condizioni che l'ospedale di Pavullo aveva prima del Pal 2011 e che il Pal ci ha tolto' - prosegue Vandelli
'Sul punto nascita, Bonaccini ne ha annunciato la riapertura mesi prima delle elezioni regionali ma oltre al fatto che sono passati ormai due anni, si parla di apertura sperimentale, quindi condizionata. Un inganno politico perché quando si chiude un punto nascite di fatto si chiudono tre aree compresa la sala operatoria e questo significa elementi che è difficile recuperare'
Di seguito l'intervento


