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La casa in affitto è oggi a Modena, come in molte città del nord Italia, uno dei principali problemi. La domanda di locazione è originata da esigenze diverse e il patrimonio inutilizzato si è fortemente ridotto negli ultimi anni, giungendo al 6%, percentuale fisiologica per consentire i cambi di residenza e le ristrutturazioni.
PrendiaMOci Cura, le Linee di indirizzo per il Welfare del Comune di Modena 2021-2024, rifacendosi al Pug, si pone il problema degli strumenti disponibili senza aumentare il consumo di suolo.
Occorre aumentare l’offerta abitativa sociale Ers per offrire soluzioni abitative stabili o temporanee, anche ricorrendo al mercato libero, creando reciproche convenienze, con maggiori agevolazioni per chi offre alloggio alla cosiddetta fascia grigia o collabora con le amministrazioni. Lo sforzo del Comune tramite Agenzia Casa è rilevante, ma anche aumentando gli attuali quasi 500 alloggi in affitto concordato, non si riesce a far fronte alle oltre 800 domande di cittadini in attesa.
È opportuno rafforzare gli strumenti di analisi e gestione dei dati per informazioni sullo stato del patrimonio immobiliare pubblico e per reperire informazioni sul patrimonio privato sfitto e inutilizzato.
L’amministrazione comunale insieme al Tribunale di Modena sta anche attivando un percorso virtuoso per le informazioni relative all’accesso al contributo per morosità incolpevole, in modo da ridurre gli sfratti esecutivi per morosità.
Bisogna inoltre aumentare il numero di alloggi Erp, poiché in graduatoria sono in attesa oltre 700 famiglie. Negli ultimi cinque anni, con un milione di risorse del Comune e quasi 5 dalla Regione, in collaborazione con Acer si è pianificato l'adeguamento del patrimonio e s’intende attivare quanti più progetti possibili sfruttando l'opportunità del bonus 110%. Intanto, il Comune sta aumentando il patrimonio Erp di altri 26 alloggi in via Nonantolana, con un investimento di circa 5 milioni di euro, ma occorre sperimentare anche strumenti alternativi per aumentare l’offerta, puntando per esempio a progetti con cooperative sociali o studenti per attività integrative all’abitare.
Grande importanza hanno i servizi dedicati alla qualità dell’abitare, che troveranno nel Pug una risposta strutturata: co-housing, relazioni di vicinato, sviluppo di pratiche solidali all’interno delle comunità condominiali, offerta di socializzazione ecc. La gestione di parte delle palazzine del comparto Vaciglio è la base su cui sperimentare un nuovo modo di abitare.
Soprattutto, lo Stato deve riprendere ad investire sull’edilizia residenziale pubblica, trascurata da oltre vent’anni e a tal fine il Pnrr dispone risorse importanti che vanno intercettate.
Il problema della casa è spesso legato alle condizioni economiche del nucleo. Secondo le indagini Istat (2019) nelle città di media dimensione del Nord Est la povertà assoluta è il 5,1%. Per Modena significa circa 4.330 nuclei famigliari, quasi 10mila persone: oltre il 10% sono nuclei con minori; gli italiani sono il 70%, il resto stranieri; la gran parte vive in affitto. Inoltre, la povertà è diventata trasversale: nella metà delle famiglie povere c’è una persona che lavora e sono aumentate le famiglie con minori. La quota di anziani è rimasta stabile dal 2005, mentre è cresciuta quella dei giovani e c’è una correlazione inversa tra età e povertà. La povertà è correlata anche a esclusione, una vita più breve, esclusione e analfabetismo.
Al momento, i beneficiari del Reddito di Cittadinanza a Modena sono 1.900 persone appartenenti a 700 famiglie, di cui solo la metà era già in carico ai servizi sociali. Il RdC oggi intercetta non più della metà delle famiglie in povertà assoluta ed è una misura poco sensibile al carico famigliare. Per la sua caratteristica multidimensionale, la povertà invece non può essere affrontata solo con sostegni economici, ma con la capacità di presa in carico e di inclusione dei servizi sociali territoriali.
Redazione Pressa
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