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“Siamo preoccupati per le continue richieste, che stiamo ricevendo ai nostri uffici, di famiglie che ci chiedono preventivi per ridurre l’orario di lavoro della badante o addirittura la chiusura del contratto”. Così la presidente della società di servizi Csc Caaf Cgil di Modena Elisabetta Valenti commenta quello che sta succedendo in questi giorni con l’aumento dei salari delle lavoratrici domestiche, che pesando maggiormente sui bilanci famigliari degli anziani e delle loro famiglie, potrebbe portare, non a rinunciare alla badante, ma al rischio, abbastanza concreto, di lavoro grigio o in nero delle badanti stesse.
Dal 1° gennaio è infatti entrato in vigore il nuovo aumento per i salari delle lavoratori e dei lavoratori domestici (colf e badanti) con un aumento del 9,2% (adeguato all’80% dell’inflazione). Un aumento che riguarda oltre 13.000 soggetti, tra colf e badanti e collaboratrici domestiche, contrattualizzati in provincia di Modena.
“Un aumento giusto e sacrosanto – afferma Alfredo Sgarbi coordinatore Spi Cgil distretto di Modena – per queste lavoratrici che svolgono un importante ruolo di aiuto alle famiglie con soggetti fragili come gli anziani. Del resto garantire un’assistenza di qualità agli anziani si concretizza anche attraverso un regolare contratto di lavoro”.
Il problema sorge però davanti all’aggravio di costi per le famiglie a fronte di un servizio essenziale e irrinunciabile in presenza di anziani non autosufficienti. “Alle famiglie non è stato riconosciuto nessun aumento delle detrazioni e deduzioni in sede di 730 per il costo sostenuto per il contratto regolare della badante” spiega la presidente del Caaf Cgil ed è una delle misure che poteva mitigare l’aumento dei costi e che chiediamo al Governo. “L’aumento dei salari di colf e badanti non deve gravare sulle famiglie, ma servono misure di sostegno per l’assistenza ad anziani fragili e non autosufficienti” spiegano Valenti e Sgarbi.
Lo Spi Cgil rivendica per questo la piena rivalutazione delle pensioni e l’aumento della 14esima mensilità che tutela le pensioni più basse. “Chiediamo anche ai Comuni modenesi interventi più mirati, che oggi non ci sono, a fondamento di una politica del welfare basata sul mantenimento il più a lungo possibile dei nostri anziani nella propria casa” spiega Alfredo Sgarbi.
Per lo Spi Cgil serve subito la Legge sulla Non Autosufficienza, accompagnata da un forte aumento del Fondo Nazionale per la Non Autosufficienza che definisca i servizi essenziali da garantire a tutta la popolazione. Serve una riforma fiscale che, valorizzando criteri di equità e progressività, riconosca alle famiglie che si fanno carico dei costi delle badanti, un aumento consistente delle agevolazioni fiscali.
Redazione Pressa
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