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Durante una perquisizione, a fine gennaio, avrebbe subito un pestaggio in cella da parte di alcuni agenti di Polizia penitenziaria. Sarebbe in grado riconoscerne almeno due, a quanto pare, e avrebbe già detto al Garante regionale dei detenuti, Roberto Cavalieri, di essere pronto ad una denuncia in Procura a Modena. Il diretto interessato è un detenuto 32enne, di origine marocchina, in attesa di giudizio, seguito dall'avvocato Luca Sebastiani. La dichiarazione del diretto interessato è stata depositata la scorsa settimana, proprio attraverso il Garante regionale dell'Emilia-Romagna, nel quale il detenuto racconta di aver subito un pestaggio nella sua cella, nel corso di una perquisizione che ha riguardato la sua sezione eseguita lo scorso 31 gennaio 'alle prime ore del mattino'.
Lo stesso ha raccontato che, durante la perquisizione, per la quale gli era stato richiesto di alzarsi ed uscire dalla cella, aveva dichiarato agli agenti di non riuscire ad alzarsi in quanto 'si sentiva male' e voleva essere portato in infermeria. A causa di ciò, secondo la versione del detenuto, lo stesso sarebbe stato scaraventato a terra e, senza che ponesse in essere 'alcuna resistenza', sarebbe stato vittima di un pestaggio da parte di quattro o cinque agenti. Successivamente, il 32enne ha spiegato di essere stato portato di peso fino ad un corridoio dove i detenuti generalmente attendono, per fare colloquio con gli avvocati, e di essere lasciato lì a terra, dove ritiene ci fossero le telecamere. Solo dopo, vedendo che non riusciva ad alzarsi e che stava male, il detenuto è stato messo su una sedia a rotelle ed è stato portato in infermeria, dove però sarebbe stato visitato sommariamente, nonostante i forti dolori diffusi, e non sarebbe stato portato in ospedale, come richiesto dal diretto interessato. Il marocchino, appunto, si è detto in grado di riconoscere almeno due degli agenti che hanno posto in essere questa violenza. Il legale del 32enne ha richiesto formalmente al Garante regionale di assicurarsi che venga tradotto il prima possibile in un altro carcere per ragioni di incompatibilità, tutelando la sua incolumità.
Redazione Pressa
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