Carceri, riforma mancata, penalisti in sciopero: 'Il Governo sbaglia'

Astensione dalle udienze con presidio davanti al tribunale. Visione carcerocentrica limita l'accesso a pene alternative e percorsi di rieducazione
'A livello locale il problema del sovraffollamento può definirsi cronico: alla data del 30.6.2019 presso la Casa Circondariale di Modena - afferma Pavone - vi erano 492 detenuti su 369 posti regolamentari, un sovraffollamento pari al 33,3%. Inoltre nell’anno 2018 sono stati registrati n. 208 casi di autolesionismo e n. 18 tentativi di suicidio. La situazione presso la Casa di reclusione di Castelfranco Emilia è altrettanto allarmante considerato che su una media annua di 100 reclusi, con una percentuale di affollamento pari al 44,3%, 34 sono stati i gesti di autolesionismo e 8 i tentativi di suicidio'
'La soluzione a questi problemi - afferma a nome della Camera Penale di Modena, Sara Pavone - non può essere individuata nella costruzione di altri istituti penitenziari, come pare essere la volontà del governo, e non può essere quella di comprimere la discrezionalità dei magistrati di sorveglianza incrementando i reati ostativi alle misure alternative alla detenzione. la soluzione dev’essere quella di adottare scelte legislative lungimiranti e rispettose del perimetro tracciato dalla Costituzione oltre che dalla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo.
Per risolvere questi problemi la volontà del governo di costruire nuove carceri per i penalisti non è la strada giusta'
'L’art. 27 della Costituzione prevede che le pene non possano consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e debbano tendere alla rieducazione.
La reclusione consiste nella privazione della libertà ma tale privazione - concludono gli avvocati della Camera Penale di Modena - non può trasformarsi in una compressione dei diritti inviolabili dell’uomo quali, solo per citarne alcuni, quello alla dignità, alla salute, al mantenimento dei rapporti familiari e, naturalmente, ad ottenere un trattamento rieducativo personalizzato'
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