Opinioni Parola d'Autore

Il carcere in Italia è incivile: calpestata dignità di detenuti e poliziotti

Il carcere in Italia è incivile: calpestata dignità di detenuti e poliziotti

Oggi in carcere viene calpestata la dignità di tutti coloro che vi sono ristretti, poliziotti compresi. Bisogna iniziare a cambiare


2 minuti di lettura

Spazio ADV dedicata a Udicon
Spazio ADV dedicata a APP LA PRESSA
Questo carcere è incivile. Costa, produce solo recidiva e calpesta la dignità delle persone, poliziotti compresi. Quasi commuove leggere su un noto blog on-line un articolo dal titolo “Il carcere di Monza è un inferno. Vita durissima per detenuti e poliziotti”. Quasi commuove - dicevo -, perché, nel ragionare di carcere - ma davvero si ragiona di carcere in questo Paese? -, non ci si premura mai di ricordare che, in carcere, sono ugualmente ristretti anche i poliziotti. Quando si dice - a ragione, purtroppo - che questo carcere calpesta la dignità delle persone che si trovano costrette a convivervi, si dice certamente la verità. Ma ci si dimentica di ricordare che, tra le persone che si trovano costrette a convivervi, ci sono, appunto, anche i poliziotti. Questo carcere, viste le condizioni, anche strutturali, che lo caratterizzano, è semplicemente incivile. Ma se esiste - esiste, è costituzionalmente garantito - il diritto a che la pena non contrassegni trattamento inumano e degradante, esiste - deve esistere - anche il diritto a prestare il proprio alto servizio in condizioni parimenti umane e parimenti non degradanti. Non si può continuare a non capire - a far finta di non capire?
Spazio ADV dedicata a APP LA PRESSA
- che chi - la polizia penitenziaria - è istituzionalmente chiamato a diffondere speranza in un luogo - il carcere - pensato per uccidere proprio la speranza, presta, per questo solo, un servizio alto a servizio dello Stato. Che non può essere così prepotentemente bistrattato proprio da parte di quello stesso Stato in difesa della pretesa civiltà giuridica del quale anche la polizia penitenziaria veste quotidianamente la propria divisa. Il carcere non può continuare ad essere un dossier politicamente perdente del quale (s)ragionare sempre e solo a partire da preconcette posizioni politiche. Perché, mentre la politica si occupa di altro, a morire, insieme alle persone - tante, troppe - che, private della speranza, si tolgono la vita, in carcere, oggi, è anche la dignità di tutti coloro che ivi sono ristretti, poliziotti compresi. Bisogna iniziare a cambiare. E bisogna iniziare ora. Perché, quando si ragiona della dignità di persone che quotidianamente muoiono di carcere, è sempre 'tardi'.
Guido Sola
Foto dell'autore

Laureato in giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Dottore di ricerca in Scienze penalistiche presso l’Università degli Studi di Trieste. Già assegnista di ri...   

La Pressa
Logo LaPressa.it

Da anni Lapressa.it offre una informazione indipendente ai lettori, senza nessun finanziamento pubblico. La pubblicità copre parte dei costi, ma non basta. Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci segue di concederci un contributo. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, è fondamentale.

Articoli Correlati