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Una madre single, di Modena, si trova oggi in una situazione insostenibile, minacciata da una cartella fiscale da 1000 euro emessa dall’Agenzia delle Entrate, legata prevalentemente a contributi non versati al Comune di Modena per la mensa scolastica dei suoi figli. Una somma importante, maturata a seguito di mancati pagamenti della mensa dei suoi due figli tanti anni fa, in un arco temporale che comprende, in diversi momenti, le annualità 2012, 2015 e 2017. Unite ad una cartella per il mancato pagamento della Tari. Ora dei figli, uno è maggiorenne, uno lo sta per diventare. 'Ricordo che a quei tempi, oltre alle difficoltà economiche, c'erano altre difficoltà pratiche nel pagare le rette. Dovute al fatto che di mese in mese era il comune che inviava i bollettini con quanto dovuto sulla base delle giornate di pasto realmente consumato.
A volte bollettini non arrivavano, a volte andavo a prenderli o mandavo un parente a ritirarli. A distanza di così tanto tempo non riesco a verificare quanto è successo. Non ho eventuali ricevute e non mi oppongo a quanto contestato. Ma il punto non è questo. Sarei anche disposta a pagare, ma potrei farlo solo a rate. Cosa che, ho verificato all'agenzia delle entrate, non è possibile fare. E così mi trovo a dovere pagare entro 5 giorni ciò che il Comune ha atteso anni per contestarmi. Ho un lavoro part-time, pago un affitto, e questi soldi, a disposizione, da saldare in 5 giorni, non li ho'.
Una storia, quest'ultima, non certo isolata, considerando anche il fatto che di cartelle simili, soprattutto in concomitanza della loro scadenza utile per essere contestate e riscosse, i Comuni e gli enti di riscossione, ne stanno spedendo a raffica.
Cartelle che pesano, in questo caso 1000 euro, somma lievitata sulla base del debito accumulato per i costi non saldati della mensa scolastica, ma anche le spese di recupero del credito e oneri accessori. Che potrebbero ulteriormente incrementare con il mancato pagamento entro i 5 giorni, arrivando al pignoramento dei beni e di uno stipendio che, pagato l'affitto le bollette e laspesa, lascia in tasca poco o nulla. Non certo mille euro da saldare praticamente subito, in soluzione unica, senza possibilità di rateizzazione.
Dopo tanti anni il sistema dovrebbe prevedere misure di sostegno, come la possibilità di dilazionare il pagamento in base alle effettive condizioni economiche del contribuente. Tuttavia, nel caso di questa madre, la macchina burocratica sembra non prestare alcuna attenzione alla sua condizione di disagio. Si comunica con PEC e ci si informa con la App. 'Non c’è spazio per il dialogo, né per la comprensione delle difficoltà di chi non ha i mezzi per pagare. L’unica opzione è quella di adempiere al pagamento in tempi stretti, o affrontare le conseguenze di un ulteriore inasprimento della situazione economica' - afferma.
'Davvero non capisco. Vengo trattata come un grande evasore fiscale, che non ha più diritto nemmeno ad una dilazione, mentre ciò che mi viene contestato è il mancato pagamento della mensa dei miei figli e della Tari per un anno. Lo ripeto, è giusto pagare ciò che non si è pagato, ma non trovo giusto che quando un cittadino si trova in difficoltà economiche reali, non può contare su un sistema che gli permette di risolvere il problema con umanità e comprensione, non con ulteriori penalizzazioni, fino al pignoramento. Non ho auto, ho uno stipendio che mi consente a malapena di vivere, con un figlio che va ancora a scuola, un Isee bassissimo, cosa mi pignoreranno? Il televisore? Ma ripeto, non vorrei arrivare a questo, Vorrei avere la possibilità di pagare a rate'.
Ed è così, invece, che le politiche fiscali diventano un ulteriore ostacolo per chi sta già combattendo per garantire un futuro dignitoso ai propri figli. Un debito da 1000 euro per un servizio pubblico essenziale come la mensa scolastica non può essere il punto di rottura per una famiglia già in difficoltà. La possibilità di rateizzare il debito sarebbe una soluzione più che possibile, e che permettere a questa madre di saldare il suo debito senza rischiare di compromettere ulteriormente la stabilità della sua famiglia.
Oggi questa madre chiede solo di essere ascoltata, e di poter gestire il suo debito in modo sostenibile. Chiede un sistema che comprenda le sue difficoltà e che metta in atto soluzioni concrete per non renderla vittima di un sistema fiscale rigido e privo di comprensione. La sua storia è quella di una persona come tante che combatte e si sacrifica per garantire ai propri figli un futuro migliore, ma in un contesto che troppo spesso sembra dimenticarsi delle persone, soprattutto nel momento della difficoltà.
Gi.Ga.