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Cigl, Cisl e Uil attaccano Federfarma: nel mirino il contratto dei dipendenti delle farmacie

Cigl, Cisl e Uil attaccano Federfarma: nel mirino il contratto dei dipendenti delle farmacie

Federfarma ha detto no alla richiesta sindacale di un aumento di 360 euro lordi da spalmare nel triennio di applicazione contrattuale


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'Che valore dareste al vostro farmacista di fiducia, il professionista che vi aiuta a prenotare esami e visite, che vi consiglia e vi permette di trovare un vero e proprio servizio pubblico essenziale, anche e soprattutto se abitate in zone periferiche? Mentre ci pensate, vi spieghiamo quanto vale per Federfarma il lavoro dei dipendenti delle farmacie private: 120 euro lordi da dividere in tre anni. Vergogna'.
E’ dura la presa di posizione di Simone Zannoni (Fisascat Cisl Emilia Centrale), Monis Sassi (Filcams Cgil Reggio Emilia) e di Eleonora Tatulli (Uiltucs Modena-Reggio Emilia), impegnati stamane nella prima, grande, mobilitazione che ha visto i sindacati, le lavoratrici e i lavoratori schierati nel cuore di Reggio, di fronte alla sede di Federfarma, la Federazione nazionale che rappresenta i titolari di farmacie private in Italia. A Reggio Emilia parliamo di 70 farmacie associate con circa 800 dipendenti in servizio.
Dai reggiani è arrivato il pieno sostegno alla causa dei lavoratori mobilitati: tanti cittadini si sono fermati a parlare con i farmacisti, molti hanno suonato ripetutamente i clacson in segno di solidarietà, passando in auto da via Piccard. Negli uffici di Federfarma c’è stato anche un incontro coi vertici locali della Federazione, ai quali le organizzazioni sindacali hanno ribadito l’urgenza di dare risposte vere ai lavoratori e alle lavoratrici.
E la prossima settimana, il 4 luglio, la protesta si sposterà a Modena.Si lotta per il rinnovo del contratto nazionale, scaduto nell’agosto 2024. Mesi di trattative sono andati in fumo lo scorso maggio, quando Federfarma ha detto no alla richiesta sindacale di un aumento di 360 euro lordi da spalmare nel triennio di applicazione contrattuale. Un no che Fisascat, Filcams e Uiltucs condannano senza tanti giri di parole e per due buone ragioni. C’è la ragione professionale: il lavoro dei farmacisti è cambiato tantissimo negli ultimi anni. I servizi che si svolgono in farmacia si sono moltiplicati – chiunque sia entrato in una farmacia lo può toccare con mano –, l’impegno professionale è andato di pari passo così come gli orari di lavoro, la crescita delle professionalità e delle mansioni richieste ai dipendenti. Vale sia per chi è laureato e iscritto all’Ordine, sia per chi non lo è.
Sacrifici cui le equipe delle farmacie reggiane non si sono mai sottratte, perché hanno ben chiaro che il loro è un servizio che incide sulla qualità della vita di una comunità.
La comunità che, peraltro, fatica sempre più a trovare risposte rapide nella sanità pubblica e che si rivolge in farmacia per uno screening, una prenotazione. Un buon consiglio. E poi, strategica, c’è la ragione economica e contrattuale: il niet di Federfarma sulla qualità degli stipendi ha arenata la trattativa su come affrontare i temi posti dai sindacati sulla valorizzazione della professionalità del personale, sull’organizzazione del lavoro, sul welfare aziendale (a partire dalla retribuzione del periodo di maternità).
 

'I 120 euro ipotizzati da Federfarma non sono solo insufficienti. Sono scollegati dalla realtà economica del settore e dalle esigenze dei professionisti del comparto che, come ognuno di noi, sono alle prese con il carovita portato dall’inflazione e con la perdita del potere di acquisto – spiegano le tre organizzazioni sindacali –. Oggi ha preso il via una mobilitazione cui, in assenza di sviluppi positivi da parte di Federfarma, seguiranno scioperi e una campagna di comunicazione per informare e, soprattutto, coinvolgere la Comunità dei cittadini e delle cittadine, con una vera e propria call to action, anche attraverso i social. Fisascat, Filcams e Uiltucs sono determinate ad ottenere non solo quello che spetta ma quello che è giusto e dignitoso per le lavoratrici e i lavoratori del comparto.
Non faremo passi indietro, soprattutto qui a Reggio Emilia, città dove le parole ‘diritti’ e ‘lavoro’ hanno un significato profondo e una tradizione importante'.
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