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In Emilia-Romagna, nel 2018, sono 3 i Comuni sopra i 25.000 abitanti a scendere sotto i 100 kg di rifiuti da avviare a smaltimento per ogni residente: Fidenza, Castelfranco Emilia e Carpi.
Un risultato importante per la provincia di Modena. Due comuni modenesi sui 'nuovi' tre in regione, sopra i 25.000 abitanti, si aggiungono infatti agli altri comuni della provincia di Modena (sia sotto i 5000 abitanti sia dai 5.000 ai 25.000), che in questi ultimi anni sono risultati tra i più virtuosi in Emilia-Romagna, nella classifica di Legambiente sulla quantità di rifiuti avviati a smaltimento. Comuni che risultano quelli in cui cittadini hanno prodotto la minor quantità di rifiuti indifferenziati, con valori molto al di sotto della media dei comuni della regione (229 kg/abitante annui a smaltimento).
Il primato per i piccoli Comuni (sotto i 5.
000 abitanti)
va a Mezzani (PR) con 51,3 kg/abitante a smaltimento che sposta in terza posizione Camposanto (MO) (il primatista dello scorso anno). Al secondo posto si posiziona Bastiglia (MO) con 51,8 kg/abitante. Anche qui due comuni su tre della provincia di Modena nelle prime posizioni della classifica regionale
Per i Comuni di medie dimensioni (tra i 5.000 e i 25.000 abitanti) il Comune di San Prospero (MO) guadagna il primato con i suoi 41,7 kg/abitante a smaltimento con San Felice sul Panaro (MO) che si posiziona secondo con un risultato comunque eccezionale di 50,5 kg/abitante.
Tra i Comuni sopra i 25.000 abitanti il primo premio va per il secondo anno consecutivo a Carpi (MO), con uno smaltimento pro capite pari a 69,3 kg/abitante con Castelfranco Emilia (MO) che si piazza secondo con 71,7 kg/abitante di rifiuti avviati a smaltimento.
Carpi ed i 'piccoli' dell'area nord trainano, il capoluogo Modena, 'zavorra' dell'intero sistema
In questo quadro sempre più positivo, il capoluogo della provincia, Modena, segna per contro un primato negativo. Con i suoi 269,4 chilogrammi indifferenziati prodotti per ogni abitante, Modena non solo traina al ribasso la provincia di Modena, ma registra una produzione superiore anche alla media regionale. Trainando sia in termini relativi che assoluti, al ribasso, sia i risultati del modenese che dell'intera regione. I comuni come Modena, che rimangono fortemente staccati con smaltimenti pro capite sopra i 250kg/anno 'costituiscono di fatto - si legge nel report Legambiente - una zavorra rilevante rispetto alle performance della regione'.
Nel raffronto tra le province, oggi sono quelle di Parma, Ferrara, Reggio Emilia, assieme alla bassa modenese (dove la gestione dei rifiuti è affidata in gran parte ad Aimag e Geovest), le aree con le esperienze più avanzate. Modena e le aree sud della provincia (gestite in prevalenza da Hera), per contro, quelle tra le più arretrate in relazione al parametro dei rifiuti indifferenziati da smaltire
I grandi gestori in regime frenano innovazione e sviluppo
Certamente sull’innovazione del sistema, basato sull'economia circolare, e verso l'obiettivo di produrre meno rifiuti da smaltire in discarica o in inceneritore, grazie ad una raccolta differenziata di qualità collegata ad investimenti sul riciclo, 'sta pesando - afferma il rapporto Legambiente - il tema delle gare di affidamento, che scontano grandi ritardi, diventando motivo per le aziende in regime di proroga per non attuare modifiche strutturali. Una situazione che di fatto determina un rallentamento del processo definito dal Piano regionale rifiuti e della Legge Regionale 16/2015 sull’economia circolare. Un rallentamento che nel 2020 potrebbe configurarsi come un mancato raggiungimento degli obiettivi di legge.
'Non è un caso dunque che – a livello di gestori – le prestazioni migliori si registrano in territori serviti da aziende di dimensioni limitate e saldamente sotto il controllo dei Comuni. I bacini di Aimag (di cui fa parte Carpi) Sabar e Geovest (e San Donnino Multiservizi) hanno infatti già centrato gli obiettivi di Piano su Raccolta Differenziata e smaltimenti, con Aimag e Clara che hanno già tutti i propri comuni avviati a tariffa puntuale'. Lontani da questi obiettivi, soprattutto in provincia di Modena, prevalentemente i comuni gestiti da Hera. Una provincia, quella modenese, che non a caso, ha il più grande inceneritore della regione che, forte della sua unica enorme linea che non può scendere sotto una grande quantità di rifiuti, da anni ben oltre a quello che sarebbe il fabbisogno provinciale, continua ad incenerire rifiuti urbani e speciali (compreso grandi quantità di plastica), al ritmo di 220.000 tonnellate all'anno. Andando ad incidere con le proprie emissioni (come più volte verificato da report e diagrammi), direttamente sui comuni virtuosi dell'area nord capaci di risultati, simili a quelli registrati a Forlì con l'ingresso del gestore Alea, che sarebbero già in grado di avviare allo spegnimento, per 'morte' naturale, l'inceneritore. Come, sempre non a caso, con una raccolta differenziata puntuale e di qualità unità ad un forte investimento. Obiettivo che sempre non a caso, il comune di Modena ed Hera, hanno spostato al 2034.
Gianni Galeotti